Lo chiamerò Esse. Lui viveva in un paese non troppo grande e nemmeno troppo piccolo. Da giovane animato da belle speranze, per l'amore della fidanzata e per l'assurdo di non avere grandi aspirazioni, decide di intraprendere la via dell'edilizia.
Impara il mestiere, i trucchi e gl'impicci, e così avvia un'attività alquanto redditizia. Certo non si arricchisce e nemmeno s'impoverisce, campa del suo gli basta e perfino avanza. E così si marita, fa viaggi e lavora, e decide di comprare l'investimento del suo futuro: una casa, sì bella e sì grande e la paga col mutuo. Alla moglie l'intesta, e si sente felice.
Intanto comincia la crisi del mercato, poco s'investe e nessuno più compra, e anche la vita diventa più ardua. La moglie risparmia, diventa più scialba, non compriamo, non andiamo ripete ogni volta e così si abbrutisce, avvizzisce e non migliora.
Esse non gode, è vero la crisi, però per fortuna, ancora lavoro. E vanno negli anni, c'è poco sì poco, e tante le spese ma ancora riesco. Un giorno si guardano, per figli hanno due cani, nemmeno un bambino è nato da loro. Qualcosa si spezza, le liti diventano il pane quotidiano. Così lui decide, e lei prende il via, staremo divisi è meglio per tutti. Ed Esse respira ma le spese son troppe, la casa, la ex, gli operai e le bollette, cantieri avariati, un monte di debiti e sempre nell'aria quel solito “pagherò”.
E poi d'improvviso una luce di vita, incontra l'amore, evviva la vita. Non risolve il problema, la crisi aumenta, e lui boccheggia ma per fortuna nell'aria c'è lei.
E passano i mesi, è bello con lei, felice di tutto eppure il problema per nulla è risolto: e la casa, la ex, gli operai e le bollette. Che fare, mio amore? Vedrai cambierà.
Un giorno il più nero lui scompare di netto, nessuno lo sente e solo il silenzio ingoia il presente. La donna capisce, lo lascia nel suo, e poi quando lui viene soltanto offre la disponibilità. Ti ascolto, gli dice, vedrai cambierà. E lui ancor più depresso aggiunge soltanto: so solo e soltanto che nessuno ce la farà. Ed io sto calando e gli altri con me.
La domenica arriva, la mattina saluta e poi esce di casa e non ritorna a mangiare. Che c'è, che è successo, e lei chiama e richiama e non sente risposta. Dove andare, che fare e c'è pure un freddo cane. Chiama a questo e poi a quello e poi cade nel silenzio. Lo so, lo sento è successo qualcosa. Aspetta e intanto muore di freddo, si copre ma invano, nelle ossa lo sente, è il brivido di una morte nell'attesa violenta. Non passa molto tempo e sente il campanello, due uomini in divisa: “prego ci segua”.
Esse trova in un letto ormai senza vita, lei rimane sì muta e da allora il dolore è lì che tace per sempre.