Tutti aspettavano la nascita in quella strada con le case che si guardano come due fidanzati. Fu il nonno, un uomo smilzo e con grandi baffi, ad annunciarla con una voce di popolo: nato è, ed è maschio, si chiama Salvatore. Tutte le donne allora cominciarono a congratularsi a viva voce: auguri, auguri, maschio è. Anche Rosa e la sua vicina Pina si unirono al coro e poi tra loro concordarono che avrebbero fatto la visita insieme. In quel paese era d'uso non lasciare passare molto tempo per andare a trovare la puerpera. E fu così che all'ottava le donne si riunirono e andarono a conoscere il bambino. Ognuna di loro portò in dono qualcosa, e tutte insieme in processione salirono su per le scale e furono accolte dalla nonna: entrate, entrate, accomodatevi, in cucina è. La mamma del bambino, una ragazza appena ventenne con viso spaurito sembrava che la cosa non la riguardasse. Le donne anziane della sua famiglia avevano preso il sopravvento, la bisnonna stirava, la suocera prendeva il bambino dalla culla con orgoglio per mostrare a tutti il volto florido e roseo del nipote coperto fino al naso, perfino le manine perché, dicevano: le ha sempre fredde e poi con le unghie si gratta. A Rosa fu dato di tenere il bambino: “venuta e con soddisfazione me ne vado perché almeno questo mi tocca, di tenerlo in braccio” disse, e tutte le donne di casa mostrarono approvazione e fierezza del fatto che il bambino fosse tranquillo anche tra mani sconosciute. Poi ci fu il giro dei confetti, di quelli che adesso si offrono avvolti uno ad uno nella carta e Pina la più sprovveduta ne prese quattro, due al cioccolato e due alla mandorla per i suoi bimbi. E tutte le altre la guardarono volendola incenerire perché è usanza prenderne o uno o tre, mai in numero pari. Rosa, la più intraprendente del gruppo allora spezzò l'imbarazzo con una battuta grassa e rivolgendosi alla zia del bambino appena ventenne anche lei, disse: vedi Sara imparati, vuole essere annacato, e tutte le altre a ridere a denti stretti del doppio senso. Poi tutte insieme si alzarono “togliamo il disturbo, adesso” e quelle di contro “ e quale disturbo è un piacere” e così si avviarono tutte alla porta precedute dalla madre ragazza che dal grande cesto a bella vista nel soggiorno, estrasse le bomboniere da visita per le intervenute: una cicogna che porta un bambino su una nuvola azzurra tempestata di stelline e una frase di effetto: eccomi qua per la gioia di mamma e papà. I baci, ancora auguri e ognuno alla sua casa. Quando Pina rientrò i suoi figli vollero la nuvola, e quella con pazienza l'aprì e meraviglia: solo quattro confetti dentro al velo. Pensierosa si disse: non sono sempre cinque i confetti dentro al velo, che strano! E poi con gesti quotidiani si mise ai fornelli e cominciò a preparare la salsa.