Era un cielo di latte quello che le si presentava davanti nella notte, un cielo bianco che sembrava spegnere ogni altra luce intorno, un cielo da ammirare, non una coperta di stelle per dormire e lei lo ammirava. Un cielo bianco, niente di più banale, ma non per quella ragazza così piena di sogni che sarebbe potuta scoppiare da un momento all'altro, non per la ragazza che si aspettava da ogni giorno uguale qualcosa di diverso, non per quella donna che pretendeva dalle solite persone banali qualcosa di speciale, non per quella bambina che guardava con gli occhioni il cielo sperando di riuscire a scorgere almeno una briciola di quel mistero che ti fa perdere nell'infinito, che ti fa sprofondare in mille domande senza risposte. Erano le 2 del mattino ma lei non riusciva a dormire. La neve cadeva copiosa creando una cornice romantica e un pochino nostalgica che nel suo animo però si rifletteva perfettamente. Guardava il paesaggio innevato e rifletteva un po' su di tutto e un po' su di niente. Ripensava a quel ragazzo che aveva visto qualche volta l'inverno prima, ripensava a come il suo sguardo era capace di infonderle dentro un calore fuori stagione, ripensava a quanto avrebbe voluto trattenerlo e a come, invece, lui era scappato, forse troppo spaventato dall'idea di non riuscire, col calore che emanava, a sciogliere tutta la neve che si era, ormai, depositata sul cuore di lei. Ripensava poi a quell'altro ragazzo, quello che aveva conosciuto in estate, era completamente l'opposto dell'altro ma aveva comunque qualcosa che l'aveva fatta fermare. Ripensava a come era diverso dalla stagione in cui l'aveva conosciuto. Riusciva ad essere freddo e scostante anche nelle giornate più calde e soleggiate. Ogni tanto sembrava riuscire a sciogliersi ma solamente per creare, poco dopo, un'altra piccola parete di ghiaccio. Ripensava a quante volte era finita per andare a sbattere contro quella parete prima di arrendersi definitivamente e a quanto male, comunque, aveva fatto comprendere, infine, di avere fallito. Ripensava a tutte le persone che erano entrate nella sua vita, in punta di piedi, così delicatamente, sospinte da un vento a malapena percettibile, esattamente come piccoli fiocchi di neve inaspettati, che sembrano così consistenti, così saldi nella loro fragilità, ma appena toccano terra si sciolgono, semplicemente scompaiono e tu rimani lì a guardare l'acqua che fino a pochissimo tempo prima era neve, E' esattamente così che succede, pensava. Loro entrano nella tua vita, dicendoti parole, mostrandosi in un certo modo e poi non appena toccano il terreno dentro di te, si dissolvono e si trasformano in qualcos' altro: Assenza. E non ti rimane nient'altro. E tutte le parole, tutti i gesti, tutto il bene, tutte le promesse, tutte le persone... ecco che fine avevano fatto, erano evaporati lasciando solo ricordi, dietro di sé, che avevano lo stesso sapore di concretezza che possiedono solo pochi sogni. Incominciava a gelare là fuori, così quella ragazza con il corpo freddo ed il cuore caldo rientrò in casa riflettendo sul fatto che anche dei fiocchi di neve possono avere molte cose da insegnarti se sai come apprendere la lezione. Bevve un bicchiere di latte caldo per scaldarsi nuovamente l'anima e poi tornò a letto con troppi pensieri in testa e poca voglia di pensare. Chissà dov'erano tutte quelle persone, tutti quei piccoli fiocchi di neve che si erano posati su di lei, per un secondo, e poi erano scomparsi. Non lo sapeva, ma sperava che tutti, perfino quelli che avevano rischiato di rendere il suo cuore un iceberg vuoto, avessero trovato la loro primavera. Fu con questo pensiero che si addormentò, finalmente serena. Sognando un po' di niente e un po' di tutto.