per chi non ha tempo di cercare "Carlo", o di leggerlo integralmente, riporto il passo che qui ci interessa:
...Si era fatta l'ora del treno e così, a malincuore, mi accomiatai. Durante il viaggio di ritorno non lessi nemmeno una riga dello stupido quotidiano che avevo acquistato come viatico, trasgredendo alle abitudini: da anni non compravo più i fogli zeppi del pattume del mondo. Evitavo anche come la peste i telegiornali e quel poco di notizie importanti le ricavavo da internet, tanto per essere aggiornato, per non sentirmi completamente tagliato fuori da un mondo reso sempre più ipocrita dalla carta stampata. Non erano solo i fatti stupidi del pianeta a farmi rinunciare all'informazione, ma la convinzione, maturata in lunghi anni di osservazione critica, che la categoria dei pennivendoli, dei giornalisti, fosse una delle peggiori, responsabile di nefandezze imperdonabili.
La mia cultura è vasta, ma non onnicomprensiva. Però alcune cose, poche a dire il vero, le conosco molto bene, vuoi per dovere professionale, vuoi per pura passione ed inclinazione: gli argomenti di mio interesse li ho sempre affrontati con grande impegno, studiando e documentandomi fino all'inverosimile. Ecco che ho potuto notare come, ogni volta che sulla carta stampata appare qualche cosa che rientra nelle materie di cui ho conoscenza approfondita, è viziata da inesattezze, strafalcioni, spesso autentiche bugie, e non solo dette per convenienza ed opportunismo, ma sovente addirittura gratuite, mentite per il gusto di mentire.
Di qui la considerazione che la menzogna non può essere concentrata per strana coincidenza sulle poche cose che so, ma deve essere diffusa ecumenicamente. La conseguente, terribile deduzione è stato il facile ragionamento che ho attribuito a tutta la classe giornalistica. "se mentono anche dove non ne hanno alcun interesse - mi son detto - figuriamoci dove c'è qualcosa da guadagnare". Poi la responsabilità più grande, la politica. Nessuna persona comune ha la possibilità di partecipare in prima persona alla vita politica del paese, quindi tutti devono abbeverarsi alle notizie, ai resoconti, stampati o telediffusi, dove ciascun cronista ci mette del suo. Va da se che il popolo può formarsi una opinione, ed infine sposare una bandiera solo sulla scorta delle informazioni che ha; ma se queste sono viziate all'origine, sono mendaci, lascio immaginare come saranno le opinioni politiche nate su presupposti tanto fragili e scorretti. Ecco perché odio una categoria che ritengo responsabile di uno dei peggiori misfatti che un essere pensante possa compiere: l'imbroglio sulle idee, sugli ideali.
Così non lessi nemmeno una riga...