Spesso nei miei scritti si alterna la rabbia di ciò che è in contrapposizione con ciò che sarà perche è cosi da sempre . Ho abbandonato da tempo la conoscenza induttiva e quella deduttiva, la prima veniva tradita dall’esperienza che la generava, la seconda era semplicemente infondata. Nessuna paura, terrore, ma voglia di ritorno, di pace e verità, nota giustamente l’animo sensibile della cara Claudia che sembra condividere i miei sfoghi pregustando forse un sogno comune.
La mia tendenza alla trascendenza, evidenziata dalla paziente Giuliana, paziente per la lettura dei miei pensieri inafferrabili intendo, è vera ma semplicemente perché noi tutti siamo trascendenza o trascendenti, se preferisci. Io percepisco questo stato sublime, non estatico ne tantomeno mistico, solo grazie alla terza via della conoscenza. Quella dell’intuizione che non poggia né sulla sapienza umana, meramente empirica, né su quella rivelata, è indifferente se contenuta in libri sacri o mitologie di ogni tempo. L’intuizione non ha parole, immagini, simboli, niente di tutto questo, altrimenti resteremmo confinati in un sicuro relativismo poco corrispondente alla Realtà.
L’intuizione è un dono non favorito da riti, meditazioni estenuanti o altre magie. Non credo che esista un metodo, una scorciatoia, un sistema più o meno complesso. E’ in tutti noi, da sempre, difficile da riconoscerlo soprattutto se avviene tramite canali sbagliati, non consoni a noi stessi, al nostro sentire attuale.
“Sembri sempre andare oltre, sovranamente indifferente al " peso " delle cose, degli affari dei piu', dei crucci più usuali, della pochezza e delle quisquilie.
Sembri inafferrabile, ossia non legato a nulla, come se nulla potesse davvero aggiungere o togliere. Sembri in continuo dialogo con il tuo spirito” .( PICCOLOFI)
Io trovo le mie risposte nel mio silenzio interiore, quando riesco a far tacere il mondo, fisico, emozionale e soprattutto mentale. Senza forzature, pressioni, voglia di riuscirci per guadagnare il traguardo anche solo un attimo prima. Riconosco il mio sentire, quello più profondo, e in questo stato di pace, circondato da infiniti conflitti del mondo, scorgo un ponte dal quale pensieri che mi sembrano nuovi, ma che possiedo da sempre, si palesano. Quando scrivo non decido quasi mai cosa scrivere, a meno che non vi sia un obiettivo particolare legato a qualche esigenza.
Non decido la forma , le parole, quasi sempre semplici fino alla banalità, l’inizio o la fine. È come se mi giungesse una mail, un po’ di modernità ci vuole, già scritta, solo da leggere. E nel leggerla ritrovo me stesso, almeno la parte ancora sconosciuta.
Si nota la pace, ma anche rabbia di non essere, cosa diversa dall’apparire, come Giuliana mi vede e come in effetti sono, ma solo per tempi infinitesimi, quelli del collegamento al canale intuitivo. Ecco la rabbia, il rimpianto, la fatica , l’analisi profonda senza sconti per nessuno, soprattutto per me stesso, che va oltre ogni legge o morale comune. Sovrumana, dici tu. La relatività, le comuni banalità mi pesano come un grosso macigno , che pure mi scopro a portare sulle mie spalle, semicosciente.
Nihil, penso che il grande ritorno avvenga così come l’ho sentito, ma solo per difetto.
Va tutto bene Nihil, nonostante le amletiche attese. Grazie.
In me si alternano momenti di tormenti di leopardiana memoria, di cui sono solo indegna ombra, a momenti di goliardia di toscana fattura da fare invidia agli “amici miei” con le loro zingarate dirette dal compianto Monicelli.
Un saluto affettuoso alle mie amiche di scritti e di letture.
Ciro