Direi pure che non riesco in niente in questi giorni, sto qui a fissare le pareti e mi alzo dalla sedia solo per mangiare. In verità non mi cucino nemmeno, apro il frigo e tiro fuori ciò che è pronto ed ha bisogno solo di una riscaldata. Proprio stasera mi sono accorta che stava lì tra il burro e la marmellata di fichi, una busta trasparente di cioccolatini che risalgono a quest'estate. Mi son detta che li avrei dovuti assaggiare, ricordavo che erano buoni e così, dopo aver mangiato i resti della cena di ieri, e qualche avanzo di formaggio, ho messo le dita nella busta trasparente e ho tirato fuori il cioccolatino con la carta rossa. Oh sì che era buono, quel cioccolato mi si è sciolto in bocca che pareva burro, e quel retrogusto di nocciole non era affatto male. E mentre lavavo quel piatto e le posate, testimonianza misera della mia cena, mi sono premiata sciogliendo in bocca uno ad uno quei cioccolatini.
Li ho finiti che nemmeno mi sono accorta, guardavo un telefilm in tv e mi sentivo come se le dita stessero affondando nei pop corn. Ora sto di un male che mi sembra quasi di morire, seduta al bagno mi viene quasi da ridere a pensare che domani i giornali potrebbero riportare un articolo dal titolo: “trovata morta in bagno per overdose di cioccolata”. Mi chiedo se mai si possa morire di cioccolata, comunque sarebbe una morte “dolce” e magari anche appagante. Certo un po' ridicola di fronte a quella che scelgono altri, sì, di quelli che si ammazzano che so, trangugiando sonnifero o sparandosi un colpo alle tempie, o anche impiccandosi al lampadario del soggiorno. Adesso come adesso sto davvero male e tra un conato e l'altro il sudore scende dalle tempie e lo asciugo con la carta igienica, è l'unica cosa che ho a disposizione in questo bagno, nemmeno più un asciugamano pulito. Se continuo così rischio proprio di lasciarci gli occhi qua dentro, ma che altro potrei fare ho deciso io di strafogarmi di cioccolata, è vero anche che era l'unica cosa che avevo in frigo e in casa nemmeno l'ombra di una corda o di un sonnifero, mannaggia a me che ho sempre dormito senza bisogno di prendere gocce, e adesso che ne ho bisogno per sempre non me le trovo in casa. Chissà per quanto ne avrò ancora. Dovrei avere la forza di alzarmi in piedi per cambiare questo schifo di calze che ho ai piedi, erano belle un tempo e certo ne è passato di tempo se sono ridotte così adesso. Avrei dovuto pensarci prima, ma non è che uno si mette a tavolino e pianifica, io non ci sono mai riuscita, quella mia sorella invece chissà come fa ad avere sempre tutto sotto controllo, ci fosse stata lei al mio posto adesso, avrebbe avuto la casa in ordine e con addosso la migliore biancheria, io invece non ho nemmeno rifatto il letto ed ho ai piedi delle calze con certi buchi. Lo so che dirà: “sempre lei, è sempre stata così”. E magari lo scriveranno pure come frase di circostanza così tutti sapranno che sono rimasta “sempre così”, anche quelli che non mi conoscono. Certo che avrò pure scelto una fine “dolce” ma sto così male che non riesco nemmeno a ricordare che cosa sia un dolce, di sicuro cioccolata non ne vedrò più così l'ho abolita per sempre insieme a questo corpo che non riesco nemmeno a sollevare da terra di quanto è pesante.
E adesso mi sento ancora più pesante, e non ci vedo nemmeno più, qualcosa mi ha colpito o sono io che ho colpito qualcosa non lo so, non ho più voglia di preoccuparmene.
