In questa camera,troppo grande per me,trascorrono le ore,i giorni,i mesi tutti uguali.Sento solo il rumore sordo del silenzio.Le pareti sono bianche e anonime riproduducono il nulla,quello che io sono in questo periodo.Vorrei provare a parlare,ma le labbra emettono suoni disarticolati.Intorno a me fili che mi tengono attaccata al mondo,Ma il mondo mi sfugge in questo momento.Ecco ora e' arrivata una persona con il camice,provo a dire ciao ma la bocca si storce in un flebile lamento.Lui pero' sembra comprendere il mio tentativo di saluto,perche' mi accarezza la mano e mi sorride.Ora e' fermo qui accanto al mio letto,guarda i fili e le macchine a cui sono attaccata,con le sue mani "armeggia"con disinvoltura quegli aggeggi.Ora si avvicina alla finestra,sposta lentamente la tend...ma che bello fuori c'e' un sole bellissimo,e lui ,l'uomo dal camice bianco,mi sorride ancora e mi parla lentamente.Ok,ho capito,mi sta dicendo che fuori il mondo mi sta aspettando.D'accordo,uomo dal camice bianco,ce la mettero' tutta per correre di nuovo nel mondo.