Io non ho un orologio di marca.
Praticamente non mi serve. Il mio tempo viene scandito dall’umanità. Alle due di notte torna la ragazzina che abita alla mia sinistra, prima di scendere dall’auto del moroso, ci sta un poco a pomiciare con lo stereo a tutto volume. Dico, almeno mettesse musiche decenti, invece di quegli orribili tsum-tstum da discoteca. Nemmeno il mio cane gradisce e si mette ad abbaiare disgustato, svegliando tutti fino alla quinta generazione!
Alle tre arriva l’altro vicino, quello che abita alla mia destra, quello gay. Che sia gay a me non frega nulla, ma che almeno si comperasse la panda, invece possiede un suv lungo come l’autostrada Tunisi-Rimini. E le portiere non si chiudono mai per cui deve sbatacchiarle più di una volta.
Alle sei la mamma della ragazzina va al lavoro e quel maledetto cancello cigola come un mal di denti, non so se rendo l’idea. Ma un poco di olio antirughe e antiruggine non glielo potrebbe dare?
Alle sette i miei gatti decidono di avere fame, che poi non è nemmeno tanto vero, secondo me cominciano a miagolare per una questione di principio. Quale non so, ma di sicuro non è che poi mangino come disperati, in realtà spilluzzicano.
Chi invece ha l’ora variabile è Loky, il pappagallo pazzo, quello che fa finta di parlare al telefono, sua passione. Ultimamente dice “ sì, sì, va bene, okkei, ci vediamo in garage”. Lui funziona con la luce, comincia a urlare in estate verso le 5, d’inverno verso le otto. La sua idea di colazione consiste in due spaghetti crudi ed un biscotto del Mulino bianco. Io mangio quelli del discount, lui no, si vede che ha origini nobili. Più che urlare, fischia, tipo treno che vede sulle rotaie una mucca. Inutile fare finta di niente, bisogna alzarsi a accontentarlo.
Alle otto e anche prima arrivano i ragazzi della scuola, che allegramente si salutano sgassando con i motorini. Ed io che pensavo che in pensione finalmente avrei dormito!
A questo punto sono già incazzata nera.
Buongiorno mondo!