- IL CASTELLO -
Volevo arrivare a quel castello, quel castello che si ergeva isolato nell'elegante solitudine dei suoi ruderi, che spiccava nella conca profondissima dei boschi contornata dalle montagne.
Come l'avevo visto, mi ero innamorata.
Ma pareva gia' a colpo d'occhio remoto e inaccessibile, poi stava venendo sera.
Guardai un'altra volta con desiderio, tentata, poi girai l'occhio all'orologio.
No, per oggi no. Ma domani....
Non vedevo l'ora. Domani nessuno mi avrebbe trattenuto, al diavolo il mare e la mattina afosa!
Quando fosse tornato il cielo di nuovo azzurro e pulito del tardo pomeriggio....
Ed eccomi, finalmente.
Arrancando in auto mi ero portata in quota, fino al vecchio segnale sbiadito che indicava la strada per il castello : 1 ora.
" Cos'e' un'ora? " mi ero detta contenta : avevo da bere, avevo le scarpe giuste, pareva molto lontano, ma ci sarei arrivata senza problemi.
" Accidenti, che schifo di sentiero! Pare che qui non ci sia passato un cane da anni. Oh, meno male, un segnale bianco e rosso! "
Rincuorata, ero piu' che mai decisa, e non importava se il sentiero orrendo e pieno di sassi scendeva e scendeva, in quella valle profondissima e sarei poi dovuta risalire..
Non importava se c'era una terra polverosa e inanimata, se diventava sempre piu' stretto, se ormai camminavo fra liane e rovi, se anziche' sull'immaginato tappeto di foglie ero a barcamenarmi
su una distesa di tronchi tagliati e incrociati..
Irritata e piu' che mai decisa, facevo preoccupata l'equilibrista e pensavo chi diavolo avesse gettato quei tronchi proprio li', sul sentiero, il mio sentiero.
Perbacco, mi guardai attorno, ma dov'era il sentiero oltre i tronchi?
Da un po' non vedevo segnali. Che idiota!
Tornai indietro, osservando, prendendo infine un'altra specie di tracciato.
Niente da fare, tronchi anche li', ma possibile?
Tornai indietro ancora, alla ricerca di quel che non c'era proprio, probabilmente non piu'.
Il Castello, isolato nella valle su un promontorio, remoto sotto il bacio del sole, pareva appartenere per sempre a un'altra epoca, negato ai turisti, e persino ai viandanti.
Irraggiungibile.
Delusa, stavo risalendo con rabbia quando sentii muovere nella sterpaglia : forse qualcuno a cui
chiedere?
C'era una sagoma poco visibile , che si spostava a tratti, ma pareva piu' il rumore di due.
Mi fermai, appuntando gli occhi, il respiro rallentato.
Un grugnito.
Dio mio !
Ma certo, li' vicino c'era un'azienda agricola...
Un grugnito secco, poi un altro.
Azienda? Ma quelli non erano entro il recinto !
Di colpo ricordai che un locale mi aveva parlato di cinghiali, sia pure per un'altra zona, dicendomi che quando avevano i piccoli potevano diventare pericolosi, e che in Toscana i cinghiali ci sono..
Il respiro pareva bloccato del tutto, ma si mossero le gambe : ripresi a salire, piano, non potevo
correre, scappare, farmi notare.
Non li vedevo, ma erano vicinissimi, ero per caso sottovento?
Maledetto castello e maledetto il mio romanticismo!
Mi parve di leggere il giornale del giorno dopo : " Turista aggredita da cinghiali.. "
Sudavo freddo.
Ma comparve infine la strada e sentii la carezza dell'aria.
Ce l'avevo fatta.
Finalmente a fianco della mia macchina, spaziai con gli occhi su quel meraviglioso paesaggio, la conca cosi' ampia di fittissimi boschi, la maesta' delle montagne nella luce morbida degli ultimi raggi di sole.
E infine il Castello.
Come una calamita.
"Oh, ti raggiungero' ! Ci sara' un'altra strada ! "
Ma benedissi il tappeto di tronchi che mi aveva impedito di avventurarmi dove forse mi sarebbe stato precluso il ritorno.
Come avevo potuto essere cosi' imprudente?
Risalii infine in macchina e pian piano ridiscesi al mare.
" Grazie, Signore " mi ritrovai a mormorare.