Roma, basilica circiforme dedicata ai santi Marcellino e Pietro, in via CasilinaIl complesso monumentale formato dalle catacombe dedicate ai martiri Marcellino e Pietro, con la soprastante basilica circiforme titolata a questi due santi ed il mausoleo di sant’ Elena, costituisce un’interessante espressione dell’arte tardo imperiale e paleocristiana.
Quest’area al terzo miglio dell'antica via Labicana, poi denominata via Casilina, nel IV secolo era parte del praedium imperiale denominato “Ad Duas Lauros” ( = ai due lauri).
Le catacombe, dedicate ai martiri Marcellino e Pietro, scavate dal primo al quinto secolo d. C., si estendono su due piani ed occupano la superficie di 18.000 m² fino alla profondità di 16 metri. In quest’area cimiteriale c’era anche il sepolcreto per gli “equites singulares augusti”, guardia imperiale a cavallo per scorta e protezione dell’imperatore, con mansioni simili a quelle dei corazzieri in servizio come guardia d’onore del presidente della Repubblica Italiana.
Il reparto degli equites singulares augusti fu istituito al tempo della dinastia Flavia, forse da Domiziano. L’imperatore Costantino I dopo la cosiddetta “battaglia di Ponte Milvio” (avvenuta invece in località Saxa Rubra) sciolse quel reparto perché si era schierato con le truppe comandate da Massenzio.
In questa necropoli pagana fu inserito il cimitero cristiano. Nell’ipogeo ci sono affreschi parietali nei cubicola e negli arcosoli. Raffigurano miracoli e storie vetero e neotestamentarie, come nel cubicolo “dei due ingressi” o “della matrona orante”. Le testimonianze epigrafiche ci conservano i nomi di uomini e donne, ricchi artigiani, commercianti, piccoli imprenditori, operai, servi, in parte provenienti dalla popolosa “Subura”, dalla zona del colle Esquilino e dal “macellum liviae”, che era nei pressi dell’attuale basilica di Santa Maria Maggiore.
Qui furono sepolti anche i martiri Marcellino e Pietro, uccisi nel 304 durante le persecuzioni contro i cristiani dal 303 al 311.
basilica circiforme. A Roma l’imperatore Costantino I ed i suoi familiari (la madre Elena, la figlia Costantina) favorirono l’edilizia ecclesiastica cristiana. Nel 325 nell’area della catacomba dedicata ai martiri Marcellino e Pietro (da non confondere con l’apostolo Pietro) il “princeps et dominus” Costantino I fece costruire la basilica cimiteriale circiforme, con navate scandite da pilastri.
Questa chiesa fu in seguito dissestata dallo scavo di gallerie nelle catacombe sottostanti. Benedetto IV, che pontificò dall’855 all’858, la fece restaurare ma poi fu abbandonata. Sono rimaste solo le fondazioni, ricoperte con la terra per tutelarle.
Sulla facciata orientale di questa basilica a deambulatorio, adiacente al nartece, fu costruito dal 326 un mausoleo, in parte ancora visibile: il “Mausoleo di Elena”.
Il Mausoleo ricostruito in 3D
Mausoleo. Fu edificato come monumento funebre dinastico, forse originariamente destinato per la sepoltura dell’imperatore Costantino I, poi utilizzato come sepolcro per la madre, Flavia Iulia Helena Augusta, deceduta all’età di circa 80 anni, nel 329 ma inumata in questo mausoleo nel 330.
Si ignora il luogo della morte di questa donna. Lo scrittore e vescovo Eusebio di Cesarea, consigliere e biografo dell’imperatore Costantino I, narra che la salma fu inviata a Roma con tutti gli onori e riposta nel sarcofago di porfido rosso collocato nel mausoleo.
resti del mausoleo di Elena. Era a pianta circolare, costituito da due cilindri sovrapposti, di cui il superiore di diametro inferiore, con una copertura a cupola. Il cilindro inferiore aveva il diametro esterno di 27,74 metri, quello interno di 20,18 metri. L’altezza totale era in origine di 25,42 metri, mentre oggi e di circa 18 metri.
L’esterno del mausoleo era ricoperto con intonaco. Una fascia in lastre di travertino proteggeva la struttura nella parte bassa. La calotta era rivestita di “opus signinum” (impasto di malta e calce con piccoli frammenti di terracotta).
L’interno della cupola era decorato con mosaico. Le tessere erano in pasta di vetro.
Internamente il cilindro inferiore ha una forma ottagonale. Sopra l’appoggio interno della volta, erano inserite verticalmente due file di olle, oggi ben visibili a causa del crollo della copertura. Servivano per alleggerire il peso della massa muraria sulla struttura portante. Dalle olle, poi dette “pignatte”, e la trasformazione nell’VIII secolo del mausoleo in fortilizio difensivo secolo, derivò nel XVI secolo il toponimo “Tor Pignattara”, nome del quartiere di Roma che comprende questo complesso monumentale.
Benché trasformato e parzialmente in rovina, il monumento continuò ad ospitare la tomba di Elena fino all'XI secolo, quando il sarcofago fu trasportato nella basilica di San Giovanni al Laterano e successivamente nei Musei Vaticani.
Il sarcofago. Le dimensioni: 242 cm di altezza, 268 cm di lunghezza e 184 cm di larghezza. La decorazione a medio ed altorilievo evidenzia che il sarcofago era destinato ad un condottiero e non ad una imperatrice, com'era Elena, la madre dell'imperatore Costantino I. Infatti i rilievi mostrano scene di battaglia: soldati romani a cavallo nell’atto di caricare e imprigionare barbari. Per questo motivo si crede che inizialmente fosse destinato a Costanzo Cloro, consorte di Elena e padre di Costantino, o a Costantino stesso.
Il sarcofago di porfido egizio rosso è conservato dal 1778 nei Musei Vaticani (Museo Pio Clementino).
sarcofago di Elena
La parte centrale è occupata da cavalieri romani, tre su ciascun lato lungo e due su ciascuno corto, vestiti con la tunica corta, l'elmo e armati di lancia e talvolta anche di scudo. Essi sono raffigurati nell'atto di caricare barbari in fuga o di trasportarli come prigionieri.
Nel secoli successivi il mausoleo subì la spoliazione di pietre e marmi per riutilizzarli in altri edifici. Inoltre negli anni i fenomeni atmosferici fecero altri danni.
resti del mausoleo negli anni '30 dello scorso secolo
Nel 1632 il Capitolo Lateranense, cui il monumento apparteneva dal 1217, per sopperire alle necessità spirituali degli abitanti della zona decise la costruzione della piccola chiesa dedicata ai martiri Marcellino e Pietro nel vano interno del mausoleo. All’esterno fu costruita una piccola canonica.
Nel 1769 il cardinale Nerio Corsini fece ampliare la chiesetta e la fece collegare alle catacombe tramite una scala.
Mausoleo di Elena in un'acquaforte del Piranesi realizzata nel 1756. All’interno del mausoleo si vede la chiesetta che era stata costruita.
Per quanto riguarda il corpo di Elena c’è da dire che questo non rimase a lungo nel mausoleo.
Le reliquie di Elena hanno avuto una storia a parte rispetto al sarcofago. Due anni dopo, nel 332, il suo corpo fu fatto trasferire dal figlio Costantino I a Costantinopoli e collocato nel mausoleo che l'imperatore aveva fatto predisporre per sé. Da questo momento le notizie discordano.
Si dice che nell'840 il presbitero Teogisio trasferì le reliquie di Elena in Francia, nella chiesa abbaziale di Saint-Pierre d'Hautvillers (Arcidiocesi di Reims); durante la Rivoluzione francese vennero nascoste e poi consegnate ai Cavalieri dell’Ordine del Santo Sepolcro. Attualmente sono a Parigi nella Cappella della Confraternita di Santa Croce nella chiesa di Saint-Leu-Saint Gilles.
Un’altra "diceria" vuole le reliquie trasferite a Roma nel 1140 da papa Innocenzo II e collocate nella basilica di Santa Maria in Aracoeli, dove c’è un tempietto dedicato a Sant’Elena e sotto altare sono custodite le sue presunte reliquie. Il reliquiario è uno scrigno di legno di sandalo decorato con pietre preziose, figure di animali e foglie d’oro. E’ di fattura palermitana, stile siculo-normanno, del XII secolo.
reliquiario di Sant’Elena, secolo XII. Santa Maria in Aracoeli.
Una tradizione vuole le reliquie di Elena a Venezia, in una Cappella a lei dedicata nel sestiere di Castello. La prima cappella dedicata a Sant'Elena imperatrice, fu edificata nel 1028 ed affidata agli Agostiniani i quali vi costruirono accanto anche un convento. Nel 1211 giunse a Venezia da Costantinopoli il corpo dell'Imperatrice, Madre di Costantino il grande, tramite il monaco agostiniano Aicardo. In seguito gli Agostiniani inglobarono la cappella in una chiesa più grande.
Sotto la dominazione napoleonica, nel 1810, la chiesa venne sconsacrata. L'urna di Sant'Elena fu trasportata nella basilica di San Pietro.
Il presunto cranio di Elena è in Germania, fu donato nel 1356 dall’imperatore Carlo IV al duomo di Treviri. In questa città Costantino e sua madre trascorsero una parte della loro vita.
Attuale basilica dedicata ai santi Marcellino e Pietro, costruita nel 1922 a Roma vicino al mausoleo.