Quanti giorni saranno passati da quando sei andata via? E quante ore e quanti minuti ho già vissuto senza te?
Non sono mai stato bravo in matematica e non li so contare. Ma se li avessi qui tutti quei minuti li mescolerei ai secondi e li imbottiglierei, come faceva la nonna con la salsa di pomodoro. Li cuocerei a bagnomaria e poi li avvolgerei in una manta per tenerli al caldo. E mi durerebbero fino alla fine dei giorni.
E quando avessi voglia di te mi basterebbe prendere una bottiglia. Appena aperta, sentirei il tuo profumo, con un cucchiaio riassaggerei il tuo sapore. I giochi di colore se stendessi la salsa sulla pasta bianca mi ricorderebbero il chiaro oscuro che faceva il tuo corpo nudo nei pomeriggi d’estate quando t’addormentavi dopo l’amore. Quanto tempo passavo seduto a guardarti e il mio sguardo gareggiava con la luce fioca che traspariva dalle persiane socchiuse giocando a chi ti accarezzava più lievemente perché non ti svegliassi.
Quanti giorni saranno passati da quando sei andata via? E quante ore e quanti minuti ho già vissuto senza te?
Se li avessi qui, impasterei ore, minuti e secondi e ci farei dei mattoni. E costruirei la casa in campagna che non abbiamo avuto mai, con il camino che non ci ha scaldato mai. Con quella scala in legno che una volta disegnasti su di un foglio di carta e che io senza dirti niente misi da parte, sperando che un giorno l’avremmo costruita veramente. Una casa di mattoni forte e robusta, così quando il lupo arriverà potrà soffiare quanto vuole ma la casa rimarrà in piedi. E noi dentro potremo fare i porcellini per tanto tempo ancora.
Quanti giorni saranno passati da quando sei andata via? E quante ore e quanti minuti ho già vissuto senza te?
Se li avessi qui, li ridurrei in polvere, li mescolerei col mio dolore, aggiungerei tutta la mia rabbia e ci farei della polvere da sparo. E costruire dei proiettili e caricherei tutte le armi che ho. E maledirei il destino che non mi ha dato armi e proiettili per sparare al lupo e ucciderlo la prima volta che ho visto che da lontano ti guardava con malizia. E se avessi avuto più mira e se avessi avuto più coraggio. Se solo ci avessi creduto di più.
Quanti giorni saranno passati da quando sei andata via? E quante ore e quanti minuti ho già vissuto senza te?
Se li avessi qui, li mescolerei con l’acqua del nostro mare e li farei diventare olio, da mettere negli ingranaggi del tempo per farlo andare più veloce. Perché se il tempo corre, io corro da te.
Anni son passati (3 anni, 344 giorni, 8 ore, 23 minuti, 5 secondi) da quando il tempo ha cominciato a rallentare. Lo stesso tempo che mi pareva correre veloce quando stavamo insieme. Ora il tempo non sa come passare, forse anche lui fugge da me, pietoso.
Quanti giorni saranno passati da quando sei andata via? E quante ore e quanti minuti ho già vissuto senza te?
E quanto durerà la mia condanna ancora?