Autore Topic: Frammento di vita (I Parte)  (Letto 635 volte)

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Frammento di vita (I Parte)
« il: Luglio 17, 2012, 23:17:28 »
Da Maria G. e Agatino C. nasceva il 25 Aprile 1910 Grazia.
La madre, timorata di Dio, era la più piccola dei suoi fratelli, e apparteneva ad una famiglia benestante proprietaria di un pastificio. Il padre era controllore sui tram, e la sua famiglia d’origine aveva carrozze e cavalli che sostavano la mattina ai Quattro Canti.
Agatino vide per caso Maria e innamoratosi decise di “spiegarsi” al padre di lei che,  geloso della figlia e timoroso di un fidanzamento lungo al quale non poteva badare, dopo aver preso informazioni circa il giovane, gli propose: intra quaranta ionna, ziti e maritati1.
Agatino accettò, impegnandosi anche a provvedere alla “mobilia”, completata la quale si sarebbero dovuti sposare. E questo era desiderio di entrambi i giovani dal momento che, quando la sera si incontravano davanti a tutta la famiglia, erano costretti a stare separati in due stanze differenti, e quando si comunicavano le notizie tra loro, il padre di lei interveniva dicendo: ancora ha durari sta discussioni?2
Grazia fu concepita presto e la sua nascita rappresentò la felicità di entrambi i genitori. A lei il padre era molto affezionato, e quando la sera rincasava dopo il suo turno di lavoro, le portava sempre qualcosa, crispelle o cannoli. Si avvicinava al suo letto e la chiamava: Razziedda, Razziedda, ti puttai i crispeddi, mangiatilli ora ca su cauri.3
I turni di Agatino si alternavano: una settimana dalle 14 alle 23 e la settimana successiva dalle 7 alle 14. Quando rimaneva in casa la mattina insieme a Graziella (che andava a scuola nel pomeriggio), provvedeva alla sua istruzione. Le si metteva accanto e insieme correggevano i compiti, quando qualcosa era sbagliata le diceva: femmiti, chi c’è scrittu ‘cca? Manca quacche cosa, picchì na mintisti? Allura si distratta, allura non fusti attenta…,4 e proseguiva amorevolmente.
Graziella era una bambina molto vivace, e la madre spesso la puniva severamente. Un pomeriggio infatti all’uscita della scuola le compagne in coro proposero: iemu a viriri i pazzi!5 Graziella andò con loro, ma ritardando enormemente il ritorno a casa. Quando rientrò era ormai buio e la madre vedendola scaricò la sua ansia “ammazzandola” di botte mentre diceva: ti fazzu viriri iù i pazzi!6 Da quel giorno in poi fu pregata la maestra (che passava da casa loro) di prendere in consegna Graziella e riportarla a casa all’uscita della scuola.
Ma c’erano anche le volte in cui la sua vivacità la costringeva a letto senza cena, come quando giocando nello sgabuzzino un po’ di “segatura” andò a finire nel cesto della biancheria sporca.
La madre tra l’altro non tollerava ritardi e perdite di tempo. Un giorno infatti Graziella per un contrattempo rischiò grosso.
Accanto alla loro abitazione, due porte appresso c’era una bottega di generi alimentari; essendo stata mandata per comprare una buatta di pumaroru,7 avrebbe dovuto fare in fretta perché non soltanto la madre l’aspettava davanti la porta come era solita, ma anche perché quel giorno era l’onomastico della nonna Grazia, e non ci si poteva permettere ritardi. Appena la ragazza comparve sulla soglia, una tra le signore sue conoscenti, vedendola volle provare su di lei il nuovo “macchinario” per stirare i capelli. Grazia fremeva al solo sentire dall’esterno la voce della madre che la chiamava fischiando, ma quando poté sottrarsi all’operazione erano ormai trascorsi venti minuti e ripresentandosi alla madre non solo in ritardo, ma anche con i capelli “allisciati”, per poco non rischiò la decapitazione!
Mamma Maria tutto sommato era una brava donna che teneva all’educazione della figlia più di qualsiasi cosa, e per questo fin da piccola le aveva insegnato a provvedere alle pulizie domestiche, tanto che all’età di dieci anni la ragazza aveva imparato a lavare a mano i panni nella pila esterna alla casa, mentre la madre dietro di lei la osservava. Le nocche delle mani erano sempre screpolate, rosse e spaccate per il freddo, ma non importava perché: cu non sapi fari, non sapi cumannari,8 diceva la madre, non risparmiandole per questo alcuno sforzo nelle pulizie.
Avvenimento senz’altro eccitante invece era salire sul tram per andare a incontrarsi con il padre che le dava la spesa da riportare a casa. Il biglietto non veniva mai timbrato: uuh! a figghia do controllu!,9 e per la conoscenza tra colleghi si faceva una “cortesia”.
La nonna paterna, Tina, aveva un debole per i suoi nipoti. Possedeva una bottega di generi alimentari, e da tempo aveva preso con sé una ragazza “Micuzza”, la cui madre, lavandaia all’ospedale, temendo che la figlia rimanesse sola per molto tempo, aveva pregato donna Tina di tenere la ragazza con sé. Donna Tina si affezionò talmente a Micuzza  che quando la giovane ormai in età da marito si sposò, regalò a questa l’intera dote.
Di mattina l’anziana donna pregava Micuzza di mettere sul fuoco la pentola con i legumi, e all’arrivo dei nipoti ne offriva un piatto ciascuno, perché a suo dire, avrebbero affrontato meglio gli impegni del giorno. Dopo Graziella nacquero a distanza di cinque anni il fratellino Nino, e a distanza di sette Mario. Graziella accudiva i suoi fratelli come fosse una madre, e ben poco tempo le rimaneva per giocare. L’unica amica rimastale era la figlia della portiera al servizio presso il barone Anzalone. Le due bambine, insieme, trascorrevano qualche ora a giocare nel giardino della villa tenendosi compagnia a vicenda.
Frattanto scoppiava la guerra che lasciò un segno negli animi e nel fisico, portando fra l’altro l’epidemia soprannominata “spagnola”. Soltanto Graziella nella sua famiglia non ne rimase colpita, pertanto dovette sostituire la madre in tutti i lavori domestici oltre che accudire i familiari.
L’unico passatempo che si poteva concedere era quando con la sua amica andava alla fontana in fondo a Via Botte Dell’Acqua. Le due bambine si divertivano molto nel riempire i secchi e nello svuotarli sul lastricato della strada. La sera, stanca per le fatiche e per il gioco, era lei che ai piedi del letto della madre aspettava che il padre rincasasse dal lavoro. Sentiva un passo avvicinarsi e immediatamente dopo il bussare alla porta, si accostava e con fare deciso chiedeva: cu è?10,e il padre: Raziedda rapi, iu sugnu, u papà.11 Dopo averlo chiesto per la seconda volta, rassicuratasi apriva.
Il padre era un uomo alto, con due grossi e lunghi baffi, e di pelle chiara; la madre era anch’essa alta, robusta e con capelli folti e neri che riusciva a pettinare sapientemente nei modi più svariati, sbalordendo Graziella che non aveva alcuna predisposizione per le acconciature. Ma la felicità e la serenità dell’infanzia durò poco perché a dieci anni meno undici giorni Graziella perse il padre. Un giorno infatti il brav’uomo si ritirò a casa afflitto da nausea e vomito che diveniva sempre più continuo. Questo stato d’intossicazione durò tre giorni, nell’ultimo dei quali Graziella trovandosi ancora ai piedi del letto del padre, sentì rivolgersi queste parole: Raziedda, vattinni a lettu ca è taddu, e ‘a mamma non ci sevvi cchiù.12 Aveva da poco baciato il padre che, ritiratasi nella sua stanza e piegati gli abitini sulla sedia, udì l’urlo della madre e capì.
Il dolore per la perdita del marito fu talmente pesante per mamma Maria che la donna si lasciò prendere da crisi depressive e nervose nonostante fosse incinta. Per un periodo di tempo infatti non cucinò e non badò più alla casa, gridava dal dolore e si lasciava prendere dagli svenimenti.
Fu in quei momenti allora che ad aiutare Graziella e i suoi fratellini accorse zia Grazia. Costei era la sorella più grande di mamma Maria; era rimasta vedova da giovane e non aveva avuto figli. Questo incidente aveva temprato ancor di più il suo carattere e l’aveva resa più forte e coraggiosa. Non temeva nulla, aveva senso critico e morale. A lei si chiedevano consigli di ogni sorta ed era anche in grado di fornire denaro quando occorreva e solo per una giusta causa. Ricemaccillu a signura Pipi,13 così le si rivolgevano, portandole un gran rispetto. Dunque, fu la zia Grazia a convincere la sorella ad abitare insieme a lei. Mario e Nino furono portati in collegio affinché fossero educati rettamente; Grazia e la madre temporaneamente si trasferirono da zia Grazia nell’attesa che l’appartamento vicino si liberasse. I mobili vennero posti in un deposito a pagamento. Nel frattempo era nata “Agatina”  -  così fu chiamata la bimba che si attendeva  -  e zia Grazia vedendola se ne innamorò immediatamente, tanto che arrivò a chiedere alla sorella se poteva prenderla con sé; Maria rifiutò categoricamente: la bimba era sua e con lei doveva restare. Graziella dal canto suo nutrì subito una profonda affezione per la sorella, la curava nei particolari e vestendola badava anche ad accoppiare all’abitino un fiocco analogo.
La gioia però durò poco, infatti il medico l’aveva predetto affermando in tutta onestà la fragilità della bimba per l’essersi nutrita di lacrime e dispiaceri.
Morì a tredici mesi lasciando un grande vuoto maggiormente in Graziella che per lei aveva trovato uno scopo e una compagnia. Intanto mamma Maria dovendo provvedere da sola alla famiglia trovò l’opportunità di fare un po’ di soldi.


Note:
1Entro quaranta giorni fidanzati e sposati
2 Ancora deve durare questa discussione?
3 Graziella, Graziella ti ho portato le crespelle, mangiale ora che sono calde
4 Fermati, che cosa c'è scritto qua? Manca qualcosa, perché non gliel'hai messa? Allora sei distratta, allora non sei stata attenta...
5 Andiamo a vedere i pazzi!
6 Te li faccio vedere io i pazzi!
7 Latta di pomodori
8 Chi non sa fare non sa comandare
9 Uuh! La figlia del controllore!
10 Chi è?
11 Graziella apri, io sono, il papà.
12 Graziella, vai a letto che è tardi, e alla mamma non servi più.
13 Diciamolo alla signora Pepe.

Rubio

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Re:Frammento di vita (I Parte)
« Risposta #1 il: Luglio 20, 2012, 08:40:31 »
Bella storia e molto ben scritta. C'è un seguito? Rubio

lascalanellacqua

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Re:Frammento di vita (I Parte)
« Risposta #2 il: Agosto 17, 2012, 21:12:08 »
che succede dopo?

presenza

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Re:Frammento di vita (I Parte)
« Risposta #3 il: Agosto 18, 2012, 00:13:39 »
che succede dopo?



...scoprilo nella seconda e terza parte

ninag

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Re:Frammento di vita (I Parte)
« Risposta #4 il: Settembre 01, 2012, 23:08:38 »
Un bel quadro di famiglia :rose: leggerò il seguito!