Dal lontano passato gli individui si chiedono che cosa caratterizza la vita. E’ forse la presenza o l’assenza di un principio trascendente che chiamiamo anima ? O la vita può essere spiegata solo su basi scientifiche senza la necessità di postulare un Dio creatore ?
La fede e la scienza sono due parallele che non s’incontreranno mai, perché rispondono ad esigenze diverse ed esigono postulati diversi. La scienza ha una logica coerenza e quando definisce una “verità” è valida per tutti, invece in una religione che offre consolazione, speranza, come quella cristiana, i dogmi e le norme servono solo per i propri credenti.
Un esempio: quando si è coinvolti dalle malattie proprie o di persone care si reagisce in diversi modi, a seconda della propria personalità.
Una delle modalità è quella di “aggrapparsi” alla religione. E’ fede o bisogno primordiale ?
In epoca preistorica gli individui pensavano che l’ambiente in cui vivevano fosse dominato da forze sovrannaturali, che temevano. Il fulmine ed il tuono, per esempio, non sapevano che erano fenomeni atmosferici, e li consideravano manifestazioni di quelle forze misteriose.
In questa regressione della razionalità si colloca l’irrazionalità della fede in una religione, l’illusione nei miracoli, l’affidare la propria vita ad entità sovrannaturali, a santi che intercedono presso Dio che soccorre, ed ha potere taumaturgico. Pregare aiuta a sperare nel miracolo della guarigione od altro.
Affidarsi con fiducia ad un’entità sovrannaturale, nella convinzione che la divinità sa tutto, può tutto e ci sostiene nei bisogni, è un esercizio che può dare fiducia e serenità; dai filosofi è denominato “ottimismo ontologico”, dagli psicologi “atteggiamento mentale positivo”, ma non guarisce dalle malattie.
Credere nelle divinità può dare sostegno spirituale e conforto, può far superare periodi desolati e desolanti, in cui si è affranti dal dolore di una diagnosi senza speranza.
Il senso della vita ! Non porsi domande sul senso della vita significa rinunciare alla possibilità di comprendere pienamente la nostra esistenza.
Ma la vita non ha senso ! Sappiamo che siamo nati, sappiamo che moriremo, come tutti gli esseri viventi (animali, piante) e che in questo spazio temporale viviamo costruendoci un percorso, per alcuni consapevolmente per altri no. L’importante è vivere mirando agli affetti, a sviluppare le proprie potenzialità, lavorare, produrre qualcosa che valga.