Autore Topic: 023 - Pagine dal Diario di un Ragazzo felice - I maiali  (Letto 711 volte)

victor

  • Mucca Cin Cin
  • *
  • Post: 396
  • Karma: +9/-4
    • Mostra profilo
023 - Pagine dal Diario di un Ragazzo felice - I maiali
« il: Febbraio 24, 2012, 12:21:20 »

I MAIALI

Uno dei maiali che veniva allevato nella stalla, in uno stabulario tutto per sé, era di mio nonno. Gli altri appartenevano al pecoraio ed anche ad altre persone che abitavano nelle vicinanze e lavoravano per mio nonno alle quali lui concedeva la possibilità di tenerli ed allevarli nell’ovile. Il maiale di mio nonno la sera riceveva anche lui la sua razione di siero, ma la mattina, assieme alle galline mangiava il suo pastone di crusca e durante il giorno gli avanzi del cibo della casa, gli scarti rimasti della lavorazione della frutta e della verdura e inoltre determinati ortaggi e frutti che venivano coltivati nell’orto appositamente per la sua alimentazione. Era un maiale nero dei Nebrodi. A quei tempi tutti i maiali appartenevano a questa razza. Una volta l’anno veniva macellato. Il giorno era stabilito con molto anticipo e tutta la famiglia si preparava all’evento preparando ed organizzando tutto l’occorrente sia in casa, che nel cortile grande, dove avveniva la macellazione. Di buon mattino arrivava il macellaio, con tutti i suoi attrezzi. Il maiale veniva prelevato dallo stabulario e portato nel cortile. Ricordo che un anno un maiale molto grosso riuscì a scappare più volte, prima di essere posto sul banco dove doveva essere macellato. Appena sgozzato, il sangue veniva raccolto in un recipiente e veniva fatto bere ai bambini pallidi e anemici. Mio nonno lo faceva bere ai figli delle persone che lavoravano per lui. Anche io l’ho bevuto. Non so perché, ma il ricordo della lavorazione del maiale è piuttosto vago nella mia mente. Non è così chiaro come la lavorazione del formaggio. Probabilmente perché vi ho assistito solo poche volte. La sua lavorazione in casa durava più giorni e del maiale si conservava di tutto. Le costate tagliate in parte venivano consumate in casa e in parte utilizzate per fare salciccia e salumi da conservare (tanti e di tutti i tipi). Si faceva il “capicollo”, la “sapissata”. Si faceva il lardo e la pancetta arrotolata, si conservava la cotenna, che si aggiungeva ai legumi durante la cottura, si scioglieva la sugna con la quale si riempivano delle vesciche di capra per tenerla conservata al riparo dell’aria altrimenti diventava rancida. Insomma del maiale non si sprecava nulla.

Ogni tanto si ammazzava qualche capra o qualche pecora. La cosa più strana che ricordo era il meccanismo con cui veniva scuoiata e recuperata la pelle. Una volta ucciso l’animale, ancora caldo, si infiggeva una canna all’estremità di una gamba e ci si soffiava dentro. Quest’aria immessa con forza penetrava in tutto il tessuto sottocutaneo separando la pelle dalla carne sottostante. L’animale si rigonfiava come un pallone ed alla fine veniva scuoiato.

Il duro impegno per l'acquisizione delle competenze, la passione e le doti personali creano eccellenza ... e distinguono il professionista dal lavoratore ... Victor

nihil

  • Mucchine
  • Drago
  • *****
  • Post: 5581
  • Karma: +82/-73
    • Mostra profilo
Re:023 - Pagine dal Diario di un Ragazzo felice - I maiali
« Risposta #1 il: Febbraio 24, 2012, 17:57:29 »
Ricordi precisi, che sembrano venire da un altro mondo. Come forse ho già detto altre volte, anch'io ho ricordi di questo tipo di vita, li tengo nel cuore come un  tesoro, queste cose i ragazzi di oggi non se le immaginano nemmeno.  :D

ninag

  • Mucchine
  • Mucca Trombettista
  • *****
  • Post: 993
  • Karma: +21/-15
    • Mostra profilo
Re:023 - Pagine dal Diario di un Ragazzo felice - I maiali
« Risposta #2 il: Febbraio 24, 2012, 19:41:54 »
Anch'io ho visto uccidere il maiale, poche volte però, col tuo racconto sembra propriodi rivivere quelle scene.

victor

  • Mucca Cin Cin
  • *
  • Post: 396
  • Karma: +9/-4
    • Mostra profilo
Re:023 - Pagine dal Diario di un Ragazzo felice - I maiali
« Risposta #3 il: Febbraio 24, 2012, 20:02:48 »

Grazie, Nihil, grazie Nina, ho pensato che se non trascrivo questi ricordi, andranno perduti. Forse è un peccato …

L’altro giorno un amico (molto più giovane di me) leggendo alcune pagine dei miei scritti mi disse “quando muore un anziano è una biblioteca che brucia”. È stato il più bel complimento che io ho avuto nella mia vita!

Perdonate questo atto di immodestia.
Il duro impegno per l'acquisizione delle competenze, la passione e le doti personali creano eccellenza ... e distinguono il professionista dal lavoratore ... Victor