010 - Pagine dal Diario di un ragazzo felice - La fontanella

[victor]

12 anni – La fontanella lungo il corso

L'anno scolastico volgeva al termine. Era una giornata calda con molto sole e percorrevo la strada che da scuola mi portava a casa. Lungo il corso principale che percorrevo, c'era una fontanella (a quel tempo c'erano tante fontane sparse per la città) e vicino alla fontanella c'erano tre ragazzi (tre bulletti) che giocavano con l'acqua, bagnandosi a vicenda e schizzandola intorno.

Procedevo tranquillo verso casa con i libri sotto il braccio, libri che tenevo legati con una cinghia di cuoio, quella stessa cinghia con cui il mio professore (con cui mi vedo ancora), una volta, me le aveva suonate. Assieme ai libri c'era un porta penne di legno.

Giunto all'altezza della fontanella, poiché gli schizzi dell'acqua potevano bagnarmi, mi fermai e dissi a quei tre ragazzi di smetterla perché dovevo passare. Ripetei l'invito a non bagnarmi e poi procedetti per la mia strada. Mi bagnarono con il getto dell'acqua. A quel punto mi diressi verso di loro, le suonai a tutti e tre di santa ragione con il portapenne di legno e li misi in fuga.

Dopo di che continuai tranquillamente la mia strada.

[presenza]

Ben fatto!

[dorotychecorre]

Che coraggio!! Bravo, detesto i prepotenti. Doroty

[victor]

Sul serio mi approvate?

A mio padre non l’ho raccontato, non so come avrebbe reagito. Ma forse col senno di oggi non mi avrebbe rimproverato!

A mia madre l’ho dovuto raccontare, avevo il vestito tutto bagnato e a lei non sfuggiva niente. Se i miei ricordi sono validi, li per li non mi ha detto niente, ma poi, con calma ha ripreso il discorso e, affettuosamente, mi avrà spiegato che non dovevo essere violento.

Sapete, quando mia madre voleva dirmi qualcosa che mi restasse impresso cercava il momento opportuno, poi poneva due sedie, una di fronte all’altra (una per me ed una per lei) e mi parlava con grande dolcezza e con grande affetto. E, se voleva sottolineare con il sentimento le sue parole, prendeva la mia testa tra le sue mani all’altezza delle tempie e poggiava la mia fronte contro la sua …

Grazie,

Victor

[nihil]

certo che approviamo, subire la violenza degli altri, anche se ragazzi, serve a farci vittime predestinate e ad avvallare la loro stupidità. Quando ci vuole, ci vuole!