Un uomo, tu;
Una donna, io, davanti a questo foglio, unico spazio nel quale sollevare la mia anima da emozioni e sentimenti che giocano a rincorrersi… io scrivo di te, tu leggi di noi.
Una sera il sapore dolce delle nostre labbra che si sfiorano lottando contro il desiderio si prendersi per non staccarsi mai più. La mia bocca sulla tua e la tua sulla mia, unione quasi perfetta di due esseri che si stavano cercando. Miliardi di sensazioni che attraversano i nostri corpi e ci portano in un altro luogo, in un’altra realtà: la nostra.
In questa nostra realtà mi hai presa per mano, avvicinandomi a te. Ho appoggiato il mio petto sul tuo e tu hai accostato il tuo viso morbido e caldo al mio. Il mio braccio ha stretto i tuoi fianchi e tu mi hai avvolta sussurrando un dolce canto.
La melodia del tuo spirito, così delicato, gentile e leggero.
Le nostre gambe l’una nell’altra in un perfetto incastro di equilibri, hanno sorretto il peso di un sentimento che prendeva la forma di un ballo. Due anime che giocano ad un gioco serio, si specchiano e poi si nascondono per la paura di non potersi più riconoscere. Due corpi che tendono l’uno verso l’altro ma timorosi della potenza di un desiderio ancora troppo grande. Due menti che non sanno come sfuggirsi e che non vogliono più lottare con il cuore.
Ed ecco come al primo passo di danza, lento, quasi impercettibile, io mi sentii risvegliare nel cuore e a quel punto fui tua.
Solo per un istante, impossibile da quantificare per brevità e indefinitezza , mi svuotai di me e mi riempii di te.
Ti sentii mio, annullando qualsiasi distanza e cadendo in te.
In controluce i tuoi occhi si schiarirono e si volsero a me, dall’ alto verso il basso. Sospesi in un guardarsi colmo di desiderio, le nostre bocche parvero avvicinarsi per sigillare un’ unione quasi perfetta.
Il mondo ignaro della meraviglia che prendeva vita ci richiamò all’ordine e ci rispedì a lottare contro i nostri più spietati nemici: il tempo e lo spazio.
Qualcosa era cambiato: da individui ci siamo trovati a coincidere quasi perfettamente e una volta ritornati individui separati non ci siamo più ricordati di chi eravamo prima.
L’inevitabile rischio di una reciprocità così intensa.