Caro Victor,
questa narrazione dei tuoi cinque anni mi ha procurato emozione, come quando una cosa cara messa da parte riappare all’attenzione inaspettatamente.
Le tue parole sgranano, come in un rosario, i momenti di allora.
Un bambino non dimentica mai il tormento grande di una guerra vissuta, anche dopo decenni, anzi ancor di più perché non gli sono più accanto le figure che allora lo rasserenavano …
Molto giusto e ormai raro quel “ci sono e racconto!…” ai nipoti, ai figli …
E’ ormai l’uomo che testimonia un’altra faccia delle cose e non solo quella dei grandi disegni politici. E’ un grido represso, è una testimonianza umana che non trascura avvenimenti né affetti né luoghi. E’ un prezioso documento storico del cuore e non solo.
E’ il diario di un tempo, un parlare dal quale si evince ciò che c’era, che non si vede né si può più ascoltare.
Gli allarmi nel cuore della notte, la corsa ai rifugi, la propria casa abbandonata con i giochi sereni, la fame, le privazioni, le deportazioni, le violenze, le morti che vedevi o che ti toccavano negli affetti … e alla fine quello strano sospiro per “la liberazione”…! forse proprio l’età ha compresso tutto nel cuore.
E’ storia vera che ha attraversato la tua anima di bimbo che non può dimenticare.
Avvenimenti che più di ogni altra emozione portano a conquistare molto presto la consapevolezza di sé e della vita.
Bravissimo Victor!