Autore Topic: La solitudine  (Letto 3104 volte)

Brunello

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Re:La solitudine
« Risposta #15 il: Luglio 23, 2012, 19:05:00 »
Boni!  ;D

pasquino

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Re:La solitudine
« Risposta #16 il: Luglio 23, 2012, 19:24:45 »
A frate'so ragazzi,
la lingua è un coltello,fai attenzione a non tirarla fuori,la dovresti usare

Leon8oo3

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Re:La solitudine
« Risposta #17 il: Luglio 24, 2012, 14:49:50 »
 :tumble: dopo cotanto sfogo, ci si sente più soli nel silenzio...





Qui siamo costretti ad aprire una bella parentesi sugli aforismi e sul significato della mia critica...ma prima, i Baci Perugina. La definizione "frase da cioccolatino" dovrebbe già essere risolutiva. Fermo restando che lei non è: "Ovidio, Dante, Goethe,Hugo, Foscolo, Heine, Ovidio, Stendhal o Proust" sono costretto a ricordare che la Perugina, come azienda, ha più volte incoraggiato i suoi consumatori a inviare delle "frasi d'amore" che poi sono state inserite nei loro cioccolatini, inoltre, nella "vasta letteratura" della "biblioteca" Perugina, ci sono molti autori anonimi. Arrivo al punto. La cultura che ha generato i versi di uno qualsiasi degli autori sopra citati è assolutamente immensa. La frase d'amore, il più delle volte, altro non è che l'estrapolazione da un concetto più vasto, fatto per giunta da chi conosceva il contesto. C'era quindi conoscenza attiva di chi scriveva e quella passiva di chi leggeva a riportava il testo. Da sempre (non da oggi) poi, esiste un vero sottobosco letterario, che ritiene di non avere bisogno di tutto quel passaggio per fare altrettanto. E qui arrivo all'aforisma, come per le frasi da cioccolatino, ecco che, se l'aforisma diventa un genere che si regge sulle proprie gambe, abbiamo dei problemi. Wilde ed Hesse da te citati hanno la loro bella biblioteca alle spalle. Una pagina scritta è generata da dieci lette (tanto per dare una proporzione). Wilde ha scritto immense opere teatrali ed anche un bel romanzo, Hesse è Hesse. Gli aforismi, sono estrapolazioni o concetti brevi di questi autori, residui di opera, come un orafo che che perdere frammenti d'oro durante la lavorazione. Poi, può prenderli tutti, metterli insieme e vedere cosa ne emerge ma lavorare sulla polvere d'oro è una cosa che può fare solo chi ha forgiato davvero tanto. Per questo, l'aforista, in genere, è un millantatore. Perché si nasconde dietro l'effetto della frase, non avendo fatto nulla per il senso. Il critico da me citato "il mio geniale critico" ovviamente, non criticava i grandi autori che hanno fatto la storia della letteratura, della parola scritta in genere e che hanno usato "ANCHE" l'artificio retorico dell'aforisma per esplicitare qualcosa. Ma contro coloro che usano l'aforisma come genera letterario. Sì, forse anche contro di Lei, ed è per questo che si sente così toccato, e corre dai mostri sacri perché la proteggano. Tanto più grandi di lei, che nemmeno si possono accorgere che si sta facendo ombra alle loro spalle. Detto questo, ecco che rivela la vera natura di un comportamento. Io mi nascondo dietro un autore che conosco, gli posso affidare un concetto, farmi schermo della loro saggezza. Ma per fare questo li devo leggere, capire, saper interpretare o almeno contestualizzare. Insomma, l'aforista si rivela sempre di più nei comportamenti, e in genere (mi ero dimenticato di dirlo sebbene non sia il primo che incontro) è anche piuttosto suscettibile. L'aforista ha frainteso la brevità del messaggio, e non ha visto quanto è difficile far nascere un fiore.


Con questo concludo con le frasi da cioccolatino e aforismi vari e passo alla mia misera persona:  dharmas

"Caro Leon, ho notato che la tua età ti permette di essere, anche con qualche leggera forzatura,  la mascotte, il simpatico alunno discolo che   con le sue zingarate  e marachelle mantiene frizzante l’ambiente e forse questo ti rende giustamente ben accetto. Tutto serve."

Ma vede, questa sua affermazione mi costringe a vantarmi. Una cosa e non volevo fare era proprio parlar di me, ma chiamato in causa, devo pur dire qualcosa:

Sono sempre contento di essere bene accetto quando la cosa è possibile, ma sono orgoglioso di dire che in questo forum, per il quale anche tu hai manifestato orgoglio di appartenenza, c'ero prima di te, e di tanti altri presenti. Questo non leva nulla a nessuno, sia chiaro, ma prima di sentirmi "allegra mascotte" qui dentro, penso che dovrò morire e resuscitare sotto forma di coniglio pasquale. Questa tua errata considerazione ti porta a pensare che il mio sia un atteggiamento ad effetto "La critica non deve necessariamente scendere a livelli infimi per acquistare autorevolezza. La tv spazzatura non è un esempio da seguire, anche se  all’inizio paga" ma ora che conosci la verità, dovrai per forza riconoscere che non è così. Del resto questo forum era molto più "secco" un tempo, ma vedo che ci siamo molto ammorbiditi. Per quanto mi riguarda, io amici ne ho, se leggo qualcosa dico liberamente, da lettore, quel cavolo che ne penso e se l'autore se la prende, per me può andare a prendersela anche altrove (in tutti i sensi). Se una cosa invece mi piace sono felice di poterlo dire, e di poter incoraggiare l'autore a proseguire, magari trovando nuove strade sempre per migliorare. Il fatto che lei ritenga che io credo di essere"l'unico poeta degno di questo nome" mi suggerisce che lei va cercando nella mia critica l'argomento consolatorio dell'invidia ("questo fa il poeta e non ammette il poetare altrui). Ma questo pensiero non la consoli, perché io poeta non sono ma ritengo comunque che la sua poesia sia mediocre, quando non scadente. Che ci posso fare? devo mostrare dei titoli accademici? non credo. Devo essere Hesse? non credo...devo leggere e dire ciò che ne penso, e lei è libero di prenderne atto oppure no. Di modificare le sue azioni oppure ritenere che la mia è solo una opinione fuori dal coro. Anche in quel caso, mi permetto, vada vedere quanta "educazione" c'è in un complimento breve ("bravissimo, mi hai fatto sognare" per esempio) che non è quasi analisi, ma solo vana partecipazione. Del resto, lei ignora e spara sentenze su cose personali o di cui, ovviamente, non può sapere nulla. Non può sapere che la foto del mio profilo è solo l'immagine che per lungo tempo ho usato per un mio vecchio e poco seguito blog a cui ero però affezionato. Si chiamava "l'Untore" e quella era l'immagine che raccontavo dell'untore moderno in un contesto moderno. "merda, merda e merda" è invece la citazione da un libro non proprio di nicchia "La Versione di Barney" che mi vanto di aver letto 5 volte prima che si immaginasse di farne un film, per altro non riuscitissimo. Per tanto sì, lei è spocchioso, perché ritiene di poter giudicare da pochi elementi presenti in un forum l'umanità culturale di una persona (non dico neanche la cultura, ma proprio ritiene di poterne giudicare l'esperienza, il che è spassosissimo). Lei non crede che il buon Vitruvio e il suo uomo mi dicano qualcosa ma, fortunatamente, ai livelli di chi vuol esser milionario o il Trivial ci sono arrivato anche io, seppur con parecchie mancanze, ma nel corso della mia giovane ed inutile esistenza, ho avuto anche la fortuna di conoscere persone che su questo argomenti potrebbero istruirla non poco, e qualcosa lo hanno detto pure a me. Non sono un tuttologo, non so tutto di tutto, ma sono in grado di interpretare il mio gusto. Quella poesia non mi convinceva e quasi sempre so il perché una cosa non mi piace (non sempre). Ho la mia sensibilità culturale, sono una persona con delle esperienze e non un inerme testa vuota che sta in balia delle sue cialtronate. Si legga l'Arte della Guerra (o se li rilegga) per capire come ci si comporta in empatia con chi non si conosce, vedrà che dalla pratica teorica dello scontro, forse potrà anche imparare a relazionarsi con gli altri e anche, ad accettare una critica con garbo . Detto questo, mi permetta, ma la frase "incatenata con catene di burro" è veramente una di quelle cose che meriterebbero una lettura preliminare di un trattato di scatologia per poi arrivare ad avere i  termini e le impressioni giuste per definirla E adesso non mi venga a dire che pure Carmen Consoli ha usato l'espressione "parole di burro" perché sarebbe un colpo basso per me, lei e la stessa Carmen Consoli.

Tanti saluti e baci.
"(...)in quale notte, delirante, malaticcia. Da quali enromi Golia fui concepito, così grande e così inutile".

nihil

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Re:La solitudine
« Risposta #18 il: Luglio 24, 2012, 18:53:35 »
Leon, ti conoscevo più sereno. :beer:

Leon8oo3

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Re:La solitudine
« Risposta #19 il: Luglio 24, 2012, 20:29:05 »
 :top: eccerto è sempre colpa mia.... dharmas
"(...)in quale notte, delirante, malaticcia. Da quali enromi Golia fui concepito, così grande e così inutile".

pasquino

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Re:La solitudine
« Risposta #20 il: Luglio 24, 2012, 21:07:16 »
Sono basito(nun lo so che vordi') ma me piace e ce lo metto,mo' m'aspetto na bella
Stretto na de mano ,
la lingua è un coltello,fai attenzione a non tirarla fuori,la dovresti usare

aleroby

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Re:La solitudine
« Risposta #21 il: Luglio 24, 2012, 22:16:39 »
queste sono le discussioni che animano zam..continuate vi prego  :-*
w mr.blue

nihil

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Re:La solitudine
« Risposta #22 il: Luglio 25, 2012, 07:54:05 »
basito...più o meno stupito, perplesso... ;)

pasquino

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Re:La solitudine
« Risposta #23 il: Luglio 25, 2012, 12:27:19 »
nihil,propio tu. tvb
la lingua è un coltello,fai attenzione a non tirarla fuori,la dovresti usare

nihil

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Re:La solitudine
« Risposta #24 il: Luglio 25, 2012, 14:12:46 »
ULLALAAA per trattarsi di solitudine cominciamo ad essere una folla. :prtr:

Claudia

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Re:La solitudine
« Risposta #25 il: Agosto 11, 2012, 09:01:47 »
Questa poesia l'ho "sentita" davvero tanto, perchè la solitudine è un'antica amica/nemica che mi accompagna da sempre e alla quale, con il tempo, ci si affeziona.
E' amica se ci evita la compagnia di persone che non sono in sintonia con noi e con le quali non sentiamo alcuna empatia; è nemica se ci sottrae gli affetti più veri, le persone che vorremmo con noi e che , a volte, per destino crudele, ci vengono sottratte o si allontanano lentamente e inspiegabilmente dalla nostra vita.
La solitudine non è il rimpiangere chiassose compagnie, ma l'incapacità di ritrovare se stessi e tu, Ciro, l'hai descritta magistralmente evidenziando il baratro che ci si scopre dentro e che si allarga sempre di più, per far posto ad una quieta disperazione e ancor peggio...rassegnazione.
BRAVO, sai penetrare nell'animo di chi legge i tuoi versi!
Ciao!  Claudia
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera!
S.  Quasimodo

ciro

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  • Un soffio vestito di parole diventa poesia
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Re:La solitudine
« Risposta #26 il: Settembre 02, 2012, 18:28:00 »
No cara Claudia la solitudine di cui parlo non deve portare alla rassegnazione ma è solo il punto da cui ripartire per i grandi traguardi che ci aspettano.
Grazie per le tue belle parole.

Ciro