Autore Topic: Ludovica  (Letto 1291 volte)

dorotychecorre

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Ludovica
« il: Ottobre 23, 2011, 15:52:08 »

Ludovica



Lo guardava vestirsi come un officiante meticoloso. Era seduta sul bordo del letto. Non poteva fare niente per lui così, si mise a seguire la lenta discesa di una goccia d’acqua sui vetri: l’ultimo scroscio di pioggia l’aveva lasciata lì, sola, come un’invitata di una festa finita all’improvviso.
Suo marito uscì mentre lei era ancora seduta sul bordo del letto.
“ Oggi non vado a lavorare”; quella possibilità balenò all’improvviso nella sua mente.
“ Non vengo oggi, ho la febbre” disse al telefono. Si vestì in fretta. Uscì.
Il bar di Luigi era ancora chiuso, da tre giorni ormai,  strano, è scappato anche lui, pensò. L’assenza di Luigi le fece sentire più forte la sua inadeguatezza: anche lei non era dove avrebbe dovuto essere.
Recuperò la sua auto dal garage, si diresse verso il litorale. Non viaggiava su quella strada da molto tempo. Fu felice di ritrovarla intatta, così come l’aveva archiviata nella sua memoria: sei anni sono molti anche per la vita di una strada, sei anni possono cambiare qualunque cosa, bastano anche sei giorni o sei minuti a volte.
Si ritrovò davanti a quella porta. Ci era arrivata senza averlo neanche deciso. I ricordi le vennero subito incontro come cani festosi. Bussò. Attese.
 La vecchia governante aprì, la guardò. Non la vedeva da sei anni. La fece entrare.
“Zia Ester come sta?” chiese
“ Quasi sempre seduta sulla sua poltrona negli ultimi tempi. Non ha niente di particolare, il dottore dice che è solo stanca.”
“Adesso sa di Lorenzo?”
“ No. Mi dispiace per suo fratello signorina, mi è dispiaciuto molto.”
Chiese di vederla.
Percorsero l’ampio corridoio, poi la scala. Oltrepassarono due finestre, aperte sul chiacchierio degli alberi e del vento appena venuto dal mare. Arrivarono davanti ad una porta socchiusa. La governante la guardò per un attimo lunghissimo. Perché era lì? Dopo tanto tempo. Se ne andò.
Dormiva. Di spalle alla porta, rivolta verso la finestra. Zia Ester dormiva. Ludovica le si sedette accanto, meravigliandosi di tutto lo spazio che quel piccolo corpo lasciava vuoto. L’accarezzò a lungo, le raccontò tante cose, a bassa voce, concitatamente, come faceva quando era piccola e non vedeva l’ora di essere consolata.
Zia Ester era bravissima a consolare i bambini cantando:

C’era una volta un drago
 Che cadde dentro un lago
 Fece una capriola
 E si schiarì la gola

La cosa lo fece ridere
Ma ridere di cuore
Non pianse neanche un po’
E il dolore gli passò

Ludovica si assopì e quel sonno fu come un punto alla fine di un lungo periodo. Uscì dal suo tempo per entrare in un tempo rallentato, denso, il tempo in cui viveva zia Ester. Quando si svegliò la vide seduta sulla poltrona di fronte alla finestra ma non guardava fuori, guardava lei e sorrideva, per niente meravigliata di vederla lì.
“Lorenzo non è venuto?”
“No zia Ester, non verrà. Ti va di fare una passeggiata sulla spiaggia?”
“Che ore sono?”
“Mezzogiorno.”
Era bella seduta su quel grande sasso di fronte al mare. C’era stato un tempo in cui Ludovica era talmente piccola da potercisi nascondere dietro, rannicchiata. Lorenzo non la trovava mai quando si nascondeva lì.
“Lorenzo non è venuto?”
“No zia Ester, non verrà.”
 “Ho sognato che Lorenzo era furioso con te perché avevi rotto il violino: lo hai rotto veramente?”
Non suono più. Avrebbe voluto dirglielo. Zia Ester Lorenzo è morto. Il suo violino e il mio violoncello sono chiusi da qualche parte adesso. Lorenzo è morto e con lui zio Valerio, tuo marito. Stesso incidente. Tu non ti ricordi. La notizia della morte di tuo marito, dicevano i medici, ti aveva smarrita. E’ facile smarrirsi senza luce. Le persone come Lorenzo e zio Valerio se ne stanno lì, con quella loro meravigliosa grandezza, con tutta quella luce che gli avanza, leggeri come grappoli di lucciole. Quando si spengono non c’è più rimedio alla notte nel loro mondo, le tenebre divorano velocemente anche l’ultimo avanzo della loro luce. Ci siamo persi in questo buio: io, tu, i miei genitori; a proposito, si sono separati, li vedo poco. Io mi sono messa dentro una vita qualunque, come un vestito tirato su in fretta, il tempo di chiudere una lampo, un lampo, corto circuito di una vita e il dolore piegato piccolo in qualche angolo del cuore, sperando di dimenticarlo lì, sotto un cumulo di altri ricordi.
Zia Ester, sono finalmente qui, a srotolare il mio passato, a ricordarmi chi sono, ho capito che se apro gli occhi la notte si rischiara.
La sentì tremare, capì che doveva riportarla a casa.
La riaccompagnò alla sua poltrona.
“Ludovica”
“Si”
“Lorenzo verrà con te la prossima volta?”
“No zia Ester non verrà”
S’incamminò verso la porta, le sembrava di aver lasciato il filo del suo aquilone.
“Ma io tornerò, non volare troppo lontano perché io ritornerò.”
Zia Ester guardava il mare ora. Un pianeta azzurro apparentemente sempre uguale di cui lei conosceva ogni increspatura. Da qualche tempo stava studiando di quanti colori può essere: azzurro, blu, indaco, cobalto, bianco.
C’era un azzurro, che il mare indossava pochi attimi dopo certe albe. Era poco più di un’ombra: bisognava avere occhi attenti e una certa esperienza per riuscire a scoprirlo. Lei lo aveva visto dopo tanto tempo che scrutava.
Lo vide un giorno e la dolcezza di quella visione non le lasciò dubbi sul nome da dare a quell’azzurro.
Dorotychecorre

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Re: Ludovica
« Risposta #1 il: Ottobre 26, 2011, 14:23:15 »
Brava Doriothy, cammini dentro il tempo, le luci e e i sentimenti, senza mai cadere nella retorica. Tutto sospeso, come un ricordo.

dorotychecorre

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Re: Ludovica
« Risposta #2 il: Ottobre 26, 2011, 18:09:17 »
Grazie, ci sei sempre e questo mi da una grande gioia. Grazie
Dorotychecorre

nihil

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Re: Ludovica
« Risposta #3 il: Ottobre 26, 2011, 19:57:52 »
tu continua a correre che noi ti leggiamo volentieri. abow

gipoviani

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Re: Ludovica
« Risposta #4 il: Ottobre 26, 2011, 20:36:52 »
Molto bello, mi è piaciuto. Leggero, etereo ma di pietra concreta. brava

eziodellagondola

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Re: Ludovica
« Risposta #5 il: Ottobre 27, 2011, 19:07:25 »


C’era un azzurro, che il mare indossava pochi attimi dopo certe albe. Era poco più di un’ombra: bisognava avere occhi attenti e una certa esperienza per riuscire a scoprirlo. Lei lo aveva visto dopo tanto tempo che scrutava.
Lo vide un giorno e la dolcezza di quella visione non le lasciò dubbi sul nome da dare a quell’azzurro.


bellissima prosa poetica...
l'azzurro è forse quello indicato dalla x rossa in basso a destra nella foto che tento di allegare?

E

[allegato eliminato da un amministratore]
eziodellagondola

dorotychecorre

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Re: Ludovica
« Risposta #6 il: Ottobre 28, 2011, 14:13:42 »
E' proprio quell'azzurro... Che meraviglia avere degli amici di penna come voi. Grazie a tutti. Grazie davvero. Doroty
« Ultima modifica: Ottobre 28, 2011, 14:15:32 da dorotychecorre »
Dorotychecorre

ninag

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Re: Ludovica
« Risposta #7 il: Novembre 22, 2011, 19:34:13 »
Bello, senza sbavature , coerente , uno squarcio di vita.