Bisogna decidere, piccolofi. Assolutamente.
Bisogna scegliere se per noi scrivere poesie è solo sublimare i nostri sentimenti scavando nel nostro profondo pozzo a mani nude e portare fuori argilla umida che ci servirà per creare vasi che conterranno acqua limpida e fresca che disseterà noi e altri se vorrano dissetarsi, oppure se scrivere poesie significa preparare tecnivamente una robusta struttura, un ritmo, una metrica, e mille altri importantissimi accorgimenti e sterili virtuosismi che ne faranno opera degna di menzione da parte di critici esangui, la poesia scorre nel sangue oltre che nell'anima, e intanto l'argilla si sarà indurita fino a diventare polvere inservibile.
Scusami piccolofi, abbaiavo alla luna.
Quando bevo la tua acqua mi disseto perchè è pura e semplice come deve essere la poesia, secondo me naturalmente, e l'assorbo con tutte le mie energie, grossolane e sottili, come quelle che molti saccenti sedicenti intenditori non avranno mai la fortuna di goderne.
Brava Piccolofi, sei coerente con te stessa e questo è un plusvalore.
Viva la poesia. Questa poesia.
Ciro