Girò la chiave tre volte prima di udire lo scatto della serratura.
La casa era avvolta nel buio, il silenzio regnava sovrano. Accese la luce, dispiacendosi quasi di interrompere quel flusso di tranquillità con la sua frenesia.
Aveva fretta, Elaine, aveva sempre fretta.
Sorridendo, si lasciò sprofondare nella poltrona in pelle del salotto.
Solo cinque minuti di pausa prima di riprendere... no, un momento: c'era un messaggio in segreteria. Era Kevin, il suo fidanzato.
Avrebbero saltato la cena insieme, c'era stato un problema in ufficio e non poteva muoversi.
Era libera, quella sera: avrebbe potuto portarsi avanti con qualche pratica, o sbrigare delle faccende.. ma aveva bisogno di riposo. Era da troppo che non se ne concedeva: non faceva altro che correre a destra e a sinistra per tutti, sacrificando ogni istante libero per fare una qualcosa a chiunque altro.
Si alzò con un balzo, quasi qualcosa l'avesse spaventata, poi, con metodica calma, sbottonò la camicetta bianca, lasciandola cadere sulla poltrona. Vi si sedette sopra, stropicciandola - non era affatto da lei - sfilandosi le decolletè. I piedi le facevano un male atroce, ma il lavoro le imponeva un certo abbigliamento. Di nuovo in piedi, slacciò la cintura, lasciando che la gonna cadesse da sola.
Si sentiva libera, in un certo senso. Libera da quella divisa, libera dal lavoro. Staccò il telefono e spense il cellulare, avviandosi in bagno.
Riempì la vasca d'acqua calda e bagnoschiuma al latte di cocco.
Mentre l'acqua scorreva, si liberò del reggiseno, delle mutandine e dell'elastico, lasciando i capelli ad accarezzarle la schiena nuda.
Inspirò con soddisfazione il profumo del cocco mentre si diffondeva nel bagno. Lentamente entrò nella vasca colma, senza sedersi ancora. Prima, riempì il tappo di bagnoschiuma, alzò il viso mostrando bene il collo, e lasciò che la crema le scorresse a filo lungo il corpo. Con i polpastrelli la stese, prima sulla gola, poi sui seni e sul ventre. Voleva che il profumo le impregnasse la pelle.
Si distese, col viso quasi nell'acqua, per un infinito lasso di tempo, carezzandosi le braccia e le gambe.
Dopo mezz'ora l'acqua era più che tiepida.
Sì alzò, lasciando che le goccioline le scorressero lungo tutto il corpo, colando da sole insieme alla schiuma. Si avvolse per qualche istante nell'accappatoio, poi lasciò stare anche quello. Nuda, con i capelli umidi, si distese a letto, guardando il soffitto, carezzandosi i seni ed il ventre. La pelle era morbida, liscia e profumata.
Ripromise a sè stesse che meritava più spesso qualche momento di relax assoluto, poi sprofondò in un tranquillo sonno.