Estate 1982:
Io e mio nonno torniamo da un giro in bici in campagna. A casa la nonna sta mettendo nei piatti il risotto. Ci sediamo a tavola, chiedo al nonno se posso assaggiare un po' del suo vino. Lui mi guarda soppesando le mie parole col suo sguardo torvo, ma me ne versa un goccio nel mio bicchiere che diventa rosa. So che gli vorrò bene per sempre.
Pasquetta 1987:
in spiaggia siamo in dieci. E. distribuisce birra perché compie 16 anni e non ha di meglio da offrire; C. ha la vespa nuova fiammante, mi chiede di fare un giro; corriamo come due ladri verso il ciglio della strada, mi prende la mano. Chiediamo a un pescatore di farci una foto, ma non riesce a scattare. F. e T. nascosti dietro le siepi a spiarci. Risate.
Londra 1990:
Ha smesso di piovere, ora solo gocce fini. A. ha una felpa grigia ed è fradicio sulla spalla sinistra, perché in due sotto l'ombrellino di suo fratello si sta stretti. A metà strada tra la scuola e la casa della mia famiglia ospitante, c'è una chiesa col tetto sporgente. Ci fermiamo là sotto, io appoggio per terra l'ombrello. A. mi prende il viso tra le mani e spegne sul nascere quello che stavo per dire.
Marzo 1996:
io e C. affacciate alla finestra della nostra casa, è una notte senza stelle. Siamo in silenzio,il suo braccio sfiora il mio. Sento che è la sorella che non ho mai avuto. Ci siamo laureate due giorni prima, lei partirà ma io so che nessuna distanza potrà separarci. Esistono notti in cui il cielo può essere azzurro.
Natale 2001:
sono in un cortile deserto, la neve è fresca, poche impronte di passi. Tiro via il cappuccio dalla testa, mi metto a naso in su per assaggiare quella che sta scendendo. Rumore di passi: sotto il porticato c'è lui che mi guarda sorridendo, mentre appoggia l'ombrello. Canticchia una canzone che non conosco, e più vado verso di lui più mi sembra bellissimo.