13 dicembre: Santa LuciaIl nome
Lucìa deriva dal latino "
lux" (= luce). In quella lingua l’accento tonico nel nome anziché sulla i, come facciamo noi, cadeva sulla u (lùcia): questa modulazione sonora fa comprendere meglio il collegamento con lux.
Lucia era anche il nome della ragazza siracusana che morì martire nella città natia il 13 dicembre del 304. La Chiesa la commemorava nel periodo del solstizio d’inverno proprio per il suo nome collegato con la luce, ma nel 1582 il pontefice Gregorio XIII per correggere le imperfezioni del calendario giuliano, che nei secoli aveva accumulato la sfasatura astronomica di circa 10 giorni, decretò che si passasse direttamente dal 4 al 15 ottobre, per conseguenza la festa di Santa Lucia cadde il 13 dicembre.
Santa Lucia è la patrona di Siracusa e protettrice dalle malattie degli occhi, dei non vedenti, dei medici oculisti e di altri.
Fu scelta come protettrice della vista perchè alcuni agiografi attribuirono alla santa la frase che lei avrebbe pronunciato durante il martirio: “
ai non credenti toglierò l’accecamento”, frase che aveva una valenza spirituale ma venne poi interpretata in senso materiale.
Altri agiografi, invece, attribuirono alla martire siracusana una leggenda medievale riferita ad un’altra Lucia, terziaria domenicana, che per non cedere alle tentazioni del fidanzato si "strappò" gli occhi. Ovviamente è un episodio fantastico e le raffigurazioni degli occhi di santa Lucia posati su un piatto o in una ciotola derivano dalla devozione popolare che l’ha invoca protettrice della vista a motivo del suo nome.
In precedenza veniva rappresentata soltanto con la palma del martirio ed una lampada, simbolo della luce e della fede che illumina il dubbio.
Il suo corpo fu sepolto in un arcosolio scavato nel tufo delle catacombe di Siracusa, che nell’878 fu invasa dai Saraceni. I cristiani del luogo per tutelare i resti della santa li prelevarono dal sepolcro e li nascosero.
Nel 1039 il generale bizantino Giorgio Maniace, come ricompensa per aver liberato Siracusa dagli Arabi, pretese il corpo di santa Lucia e lo portò con sé a Costantinopoli, capitale dell'impero romano d’Oriente, insieme ai corpi di sant'Agata di Catania e altri santi siciliani, per farne dono alla co-imperatrice Teodora, sorella dell'imperatrice Zoe.
A Siracusa rimase di santa Lucia la sua tunica,le scarpe ed il velo, custoditi nel duomo della città.
Nel 1204, durante la quarta crociata, il doge veneziano Enrico Dandolo fece prelevare a Costantinopoli i resti del corpo di santa Lucia e li inviò a Venezia, dove già era affermato il culto della martire e c’era anche una chiesa a Lei dedicata. Ma nel capoluogo lagunare si preferì collocarli nella chiesa di San Giorgio Maggiore, poi, nel 1280 furono trasferiti nella chiesa dell'Annunziata.
Nel 1313 fu consacrata una nuova chiesa dedicata a Santa Lucia, e vi fu sistemato anche il suo corpo. Però questo sacro edificio fu demolito nel 1860 per costruire nella città la prima stazione ferroviaria ed il corpo della santa fu ancora una volta traslato. Venne scelta la vicina chiesa di San Geremia, poi denominata chiesa dei Santi Geremia e Lucia, dove tuttora si venera. L’attuale stazione ferroviaria fu ricostruita nel 1954.
Il culto per Santa Lucia è diffuso in Europa.
In Svezia, al mattino del 13 dicembre migliaia di bambine vengono vestite con una tunica bianca, sorreggono in mano una candela accesa e sul capo una coroncina di candele, alimentate con le batterie per motivi di sicurezza. Vengono formate delle processioni guidate da una bambina che rappresenta santa Lucia e la luce spirituale, seguita da damigelle e paggetti. Mentre sfilano cantano canzoni tradizionali natalizie ed illuminano l’oscurità con le loro candele.
Lucia e le sue damigelle donano brioche allo zafferano e biscotti allo zenzero agli spettatori.
Questa tradizione del Settecento si ripete in chiese, scuole, ospedali e luoghi di lavoro in tutto il Paese e non sarebbe Natale in Svezia senza Lucia, che segna il passaggio alle ultime due settimane di Avvento.
Ogni anno viene incoronata una Lucia in ogni cittá. Le candidate sono giovani residenti e vengono pubblicizzate dai quotidiani e TV locali. La Lucia, che viene scelta dal pubblico, e le altre candidate che diventano le sue damigelle, devono saper cantare per poter poi esibirsi nelle piazze della cittá, negli ospedali, nei centri per gli anziani, nei centri commerciali e nelle fabbriche. Questa iniziativa risale al 1927. In quell’anno un quotidiano di Stoccolma decise un concorso per eleggere la “Lucia di Svezia”, che con una corona di sette candele sul capo e accompagnata da altre ragazze vestite come lei con tunica bianca doveva raccogliere i doni da distribuire il 13 dicembre ai bisognosi, ai malati ed agli anziani. L’iniziativa è ormai una tradizione nazionale.