Nel biblico libro in lingua latina dedicato alla “Genesi”, c’è scritto:
“Vocavitque Deus firmamentum Caelum. Et factum est vespere et mane, dies secundus” (= Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno; Gn1,
.
Nella Bibbia il cielo è denominato “firmamentum”, in quanto “firmatum”, ossia reso stabile da leggi razionali e immutabili (ratis legibus fixisque).
Nel cielo c’è anche l’ammasso stellare delle Pleiadi, nella costellazione del Toro. Alcune di quelle stelle sono visibili ad occhio nudo:
Alcione, Elettra, Atlante, Maia, Merope, Taigete, Pleione, Celeno e Asterope. Alle nostre latitudini appaiono alla fine della primavera e sono visibili fino all’inizio dell’autunno.
Sette di loro vengono dette le “ Sette sorelle” e, secondo il mito greco, amano la danza. Esse sono:
Alcione, Celeno, Elettra, Maia, Merope, Sterope (o Asterope) e Taigete.
Elihu Vedder, Le Pleiadi, olio su tela, 1885, Metropolitan Museum of Art di New York.
La più giovane, Merope, sposò il mortale Sisifo ed ebbe vari figli. Le altre si unirono con divinità dell’Olimpo:
Maia, la più anziana, si unì a Zeus e generò Hermes; anche Elettra e Taigete preferirono unirsi a Zeus ed ebbero figli; Alcione e Celeno come partner preferirono Poseidon; Asterope, invece, si accoppiò con Ares.
William-Adolphe Bouguereau, La Pleiade perduta (citata anche come “Merope abbandona le Pleiadi”), olio su tela, 1884, collezione privata
Le Pleiadi hanno ispirato artisti, scrittori e poeti, cominciando da Omero, che nell’Iliade le cita quando descrive lo scudo che Achille usò per vendicare Patroclo uccidendo l’eroe troiano Ettore (libro XVIII, versi 478 – 608).
L’antico poeta greco Esiodo nel suo poema didascalico “Le opere e i giorni” all’inizio del capitolo riguardante l’agricoltura, dice che quando sorgono le Pleiadi, figlie di Atlante, è tempo di iniziare a mietere; poi ad anno inoltrato, quando tramontano, è tempo di arare il terreno per prepararlo alla nuova semina.
Il “vate” Gabriele D’Annunzio decise di denominare i sette libri della sua raccolta “Laudi” come le sette stelle delle Pleiadi, ma pubblicò solo cinque libri, cioè Maia, Elettra, Alcyone, Merope e Asterope.