L’horror vacui è presente anche nell’ambito della psicologia, viene detto “vuoto interiore”: si manifesta come anedonia (l’incapacità totale o parziale di trarre piacere dalle attività e dagli stimoli che normalmente dovrebbero suscitare soddisfazione e interesse), apatia, tristezza, solitudine.
Quel vuoto (in inglese emptyness) lo si può immaginare la punta di un iceberg, creato dalla sofferenza, la carente autostima, il bisogno di affetto.
Chi prova la sensazione di vuoto esistenziale ha bisogno di esprimere le proprie emozioni, ma non ci riesce.
Emozione: deriva dal latino “emotiònem” (da “emòtus”, participio passato del verbo “emovère”).
La parola “e-mozione” è composta dalla particella “e” (da “ex” = “fuori”) e da “mozione”, col significato di “muovere”… all’azione.
L’emozione è la reazione di breve durata ad uno stimolo esogeno o endogeno, immaginario o reale.Le emozioni influenzano il pensiero ed il comportamento a tre diversi livelli:
fisiologico: modificazioni della respirazione, della pressione arteriosa, del battito cardiaco, della circolazione sanguigna, la secrezione salivare, la digestione, etc.;
psicologico: alterazione del controllo di sé e delle proprie abilità cognitive;
comportamentale: cambiamento dell’espressione facciale, della postura, del tono della voce, reazioni come attacco o fuga.
L’emozione non va confusa con il sentimento. Vengono erroneamente usati come sinonimi, invece hanno caratteristiche diverse.
In psicologia per sentimento s’intende uno stato d’animo che dura più a lungo delle emozioni. Infatti le emozioni insorgono velocemente come risposta neurale ad uno stimolo soggettivamente rilevabile. Sono transitorie, possono essere di forte intensità e coinvolgenti.
Invece i sentimenti sono stabili, persistono nel tempo. Non dipendono da uno stimolo esterno o interno all’individuo, ma dipendono dall’affettività, sono collegati agli stati emotivi, ai propri interessi e valori, al contesto sociale e culturale, possono evolvere.
Piccolofiore e Presenza: “larga la porta, stretta la via, voi dite la vostra che io ho detto la mia”.