Autore Topic: "Camera degli sposi"  (Letto 1170 volte)

Doxa

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"Camera degli sposi"
« il: Giugno 15, 2023, 10:53:08 »
A Mantova, il complesso castellare fu  fatto costruire nel 1395 dal capitano del popolo Francesco I Gonzaga, per scopi difensivi e per dimostrare il suo potere economico e politico. Successivamente il castello di San Giorgio nel 1459 fu trasformato da Ludovico II Gonzaga da maniero difensivo in abitazione marchionale.

Nel 1460 Ludovico invitò Andrea Mantegna a lavorare per lui come artista di corte, come tale, continuamente impegnato a sperimentare le sue capacità con la pittura sacra, la ritrattistica, le decorazioni in affresco, le incisioni.

Nel torrione nord-est del castello Mantegna decorò una sala, non era una stanza da letto nuziale, ma veniva usata   da Ludovico II anche per  ricevere gli ambasciatori.  E’ la cosiddetta “Camera degli sposi” o “camera picta”, affrescata tra il 1465 e il 1474.

Fu il pittore Carlo Ridolfi nel 1648 a definirla “Camera degli sposi”, per la presenza  negli affreschi murari del Mantegna  delle figure di Ludovico II Gonzaga con la moglie Barbara.

Il tema è la celebrazione politico-dinastica della famiglia  di Ludovico II Gonzaga.

Su una parete si vede la famiglia Gonzaga e la presenza di alcuni cortigiani.

Sull’altra parete invece è raffigurato il marchese Ludovico II  a colloquio con  il neo cardinale Francesco  Gonzaga e il primogenito e futuro signore di Mantova Federico. Insieme a loro anche il fratellino Ludovico, futuro vescovo di Mantova, e i nipoti Francesco, futuro marchese, e Sigismondo che sarà cardinale.

Nel soffitto, al centro della volta,  Mantegna dipinse un finto oculo che fa vedere il cielo.


 
La volta è composta da un soffitto ribassato, diviso in modo illusorio in vele e pennacchi dipinti. Alcuni finti costoloni dividono lo spazio in figure regolari, con sfondo dorato e pitture a monocromo che simulano sculture e clipei in stucco.
Al centro  c’è l’oculo: un tondo illusionisticamente aperto verso il cielo azzurro con alcuni nembi bianchi.   
Nel finto oculo si vede una balaustra dalla quale si sporgono una dama di corte, accompagnata da un’ancella di colore, altre due donne, putti alati, un pavone, un vaso.

segue
« Ultima modifica: Giugno 15, 2023, 12:32:22 da Doxa »

Doxa

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Re:"Camera degli sposi"
« Risposta #1 il: Giugno 15, 2023, 12:30:04 »

Andrea Mantegna, “Camera degli sposi”, affreschi realizzati tra il  1465 – 1474, in una sala nel torrione Nord-Est del castello di San Giorgio, Mantova



Andrea Mantegna, “Ritratto di corte”.

Nel ciclo pittorico della parete nord (Ritratto di corte)  la famiglia Gonzaga è raffigurata secondo i canoni della ritrattistica imperiale bizantina.

L'immagine presenta  l’episodio storico nel quale il segretario del marchese consegna al suo signore, Ludovico II, una lettera con cui se ne chiede la presenza a Milano a causa delle gravi condizioni di salute del duca di Milano Francesco Sforza, morto l’8 marzo del 1466.

Il legame tra le due signorie si consolidò quando Ludovico fu nominato capitano generale delle truppe milanesi. Come capitano la sua presenza veniva richiesta al servizio degli Sforza.

Il marchese è assiso; sotto la sedia, accucciato c’è Rubino, il cane prediletto.

Ludovico II ha in mano la lettera che gli ha consegnato il suo segretario, raffigurato dietro la sua spalla destra  col berretto rosso in mano.

Ludovico II ha il tronco del corpo e il capo piegati sulla destra per dialogare con lui.


 

Al centro della scena ci sono altre figure.

A fianco di Ludovico II Gonzaga c’è assisa la moglie, Barbara Hohenzollern di Brandeburgo, marchesa di Mantova. L’acconciatura dei capelli permette alla donna  la fronte alta, come indicava la moda dell’epoca.

Tra i due coniugi c’è una bambina, Paola Gonzaga, che regge in mano una mela e la offre alla madre. Mantegna dipinse la fanciulla con una coroncina tra i capelli e di fianco al fratellino Ludovico (che in età adulta fu nominato vescovo di Mantova).
Fu  l’ultimogenita nata quando la marchesa Barbara aveva 41 anni. La ragazza nel 1478, a soli 15 anni,  fu concessa in sposa al conte Leonardo di Gorizia. Paola morì nel 1497 senza aver avuto figli maschi.

Dietro la marchesa  Barbara di Brandeburgo c’è il figlio Rodolfo, vicino a sua sorella Barbarina:  è la ragazza che in piedi dietro la madre,  sembra voltarsi verso il richiamo di qualcuno che non si vede. E’ la bella di famiglia. Sposò il barbuto Eberardo V di Württemberg. Anche lei, come Paola,  non ebbe figli maschi.

Alle spalle di Barbarina c’è la presunta nutrice:   indossa una fascia sotto la cuffia; ha lo sguardo verso il basso;

Davanti la fanciulla e a fianco della marchesa si vede la nana “Lucia”, una dama di compagnia,  l’unica che guarda verso lo spettatore.  Anche lei con una cuffietta in testa. Il piccolo abito la fa somigliare ad una bambola.



Fu il prof. Rodolfo Signorini, storico dell’arte, a proporre Lucia come nome della nana, identificandola con una delle accompagnatrici di Barbarina Gonzaga nel suo viaggio verso il Wuttenberg  nel 1474 per sposare Eberardo I.

Dietro Ludovico II e la moglie Barbara ci sono un gruppo di cortigiani, altri sono sulla destra che salgono le scale mentre uno le scende.
« Ultima modifica: Giugno 15, 2023, 13:19:42 da Doxa »