Il senatore Ettore Conti di Verampio fece ristrutturare e restaurare questa dimora dall’architetto milanese Piero Portaluppi, che nel giugno 1913 sposò Lia Baglia, nipote di Ettore Conti, e da questo adottata nel 1939.
L’allora 34/enne Portaluppi conservò l’originario stile rinascimentale dell’abitazione, ma ne fece modificare la pianta interna, riportare alla luce gli affreschi del XV e XVI secolo che decorano alcune sale.
Vi faccio vedere le foto di due stanze decorate.
“Sala dei ritratti”Fu dipinta dal noto pittore Bernardino Luini (e aiutanti) tra il 1522 e il 1526.
Questa stanza è al pianterreno della casa. Ha la volta a lunette ed è decorata in affresco, con arabeschi e motivi vegetali. Nella parte alta delle pareti ci sono 14 tondi con i ritratti di alcuni uomini e donne della dinastia sforzesca. Nel 1902 per tutelarli furono staccati e conservati nel Castello Sforzesco, dove sono esposti al pubblico.
I ritratti nella stanza sono copie realizzate nel 1922.
Per identificare i soggetti è necessario decifrare le iniziali scritte nel tondo.
Sulla parete sopra la porta d’ingresso, con le iniziali F.II, il duca Francesco II Sforza, figlio di Ludovico il Moro, dei quattordici personaggi è l’unico ritratto dal vivo. Dal confronto fra questo è l’altro suo ritratto conosciuto (più tardo, dipinto da Tiziano), si fa risalire la realizzazione della sala agli anni fra il 1522 e il 1526.
Sulla parete sinistra verso la finestra ci sono i ritratti di Ludovico il Moro, iniziali LV. M., e di sua moglie Beatrice d’Este, iniziali BEA. RI.
la volta della sala
Sala dello ZodiacoNel basso Medioevo era usuale decorare una stanza della dimora signorile con immagini astrologiche. Tale consuetudine è presente in questa sala di epoca rinascimentale, menzionata in un documento del 1544.
La stanza è detta dello “Zodiaco” perché nelle lunette sono raffigurati in affresco i segni zodiacali, invece sulla volta le figure ritratte rappresentano i pianeti (esclusi la Terra e la Luna). La tradizione iconografica diffusa nel Rinascimento voleva il pianeta viene rappresentato con l’immagine della divinità omonima, seduta su un carro trainato da animali.
Le figure ritratte sulla volta del soffitto rappresentano Infatti i pianeti, mentre nelle lunette sulle pareti sono dipinti i segni zodiacali.
Sulle pareti della Sala dello Zodiaco sono rappresentate la “rosa dei venti”, una carta geografica, alcune figure che personificano le stagioni.
Per il pavimento il Portaluppi fece fare un mosaico con disegni che evocano alcuni simboli raffigurati sul soffitto.
Nel 1922 fra i numerosi interventi di ristrutturazione dell’edificio progettati dall’architetto Portaluppi ci fu anche l’ampliamento di questa sala. Venne eliminata una parete obliqua finestrata e trasformata nell’atrio dell’appartamento padronale. L’allargamento comportò l’aggiunta di due lunette e due distinti motti: uno è del Portaluppi: “Faire sans dire”, cioè fare senza perdere tempo; il secondo le lettere “H e J” (iniziali di Hector- Ettore Conti e Joanna – Giannina Casati, sua moglie). Ovviamente questa è la parete manipolata ad arte, invece nelle altre gli affreschi sono originali.
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