In vacanza al mare.
Finita la scuola un sabato pomeriggio partii con l’amico per la sua villa al mare. Papà era stato due settimane con noi e quella mattina era partito per rientrare al lavoro. Mentre eravamo in macchina mi disse:
- Preparati perché ho intenzione di trascorrere una settimana di fuoco. È molto tempo che non facciamo sesso e ti desidero. E poi … è due settimane che sono a secco … - Mi misi a ridere. Poi gli dissi:
- Mi spieghi una cosa. Quando hai fatto sesso con me la prima volta la mamma ne era al corrente?
- Perché mi fai questa domanda.
- Perché mi è parso strano che la mamma mi avesse dato subito il permesso di venire sola con te a casa tua.
- Sì, tua mamma sapeva che con molta probabilità le cose sarebbero andate come sono andate.
- E come mai?
- Tua mamma non ha lasciato sempre libere te e tua sorella? E poi … lei, giustamente, pensa che almeno all’inizio sia meglio fare sesso con una persona conosciuta e di cui ci si può fidare anziché con un estraneo sconosciuto, avreste potuto finire anche nelle mani di una persona senza scrupoli o addirittura di uno stupratore.
- Quindi, lo stesso è stato anche per mia sorella?
- Sì.
- Me la togli un’altra curiosità?
- Dimmi.
- Mio padre lo sa che tu vai a letto con la mamma?
- È una risposta difficile.
- Credo che più che difficile sia un argomento delicato. Ma stai tranquillo, io sarò assolutamente discreta. E poi, come sai, ho capito subito la situazione.
- Posso parlare chiaramente?
- Certo.
- Con tua mamma ci conosciamo da quando eravamo studenti all’università.
- E a quell’epoca avete fatto sesso?
- Sì. Dopo la laurea abbiamo frequentato lo stesso istituto. E ovviamente abbiamo continuato ad andare a letto assieme. Io in quel periodo conobbi tuo padre e diventammo amici, amici tutti e tre. Poi tuo padre e tua madre decisero di sposarsi e lei decise di lasciare l’università per dedicarsi alla professione. L’amicizia è sempre rimasta solidissima.
- Tu e la mamma avete continuato a fare sesso anche dopo che si è sposata?
- Quando decisero di sposarsi abbiamo smesso. Poi tuo padre fu mandato all’estero dalla sua azienda. Per lavoro doveva assentarsi per lunghi periodi e mi chiese di vegliare su tua madre e tua sorella.
- Capisco. In pratica mio padre ti chiese di fare sesso con la mamma mentre lui non c’era. Anche per mia madre vale lo stesso discorso che per noi: meglio con te che con estranei.
- Più o meno sì.
- Ancora un’altra domanda. Non c’è il rischio che io o mia sorella siamo figlie tue?
- Per tua sorella assolutamente no. Quando è stata concepita io e tua madre avevamo smesso da parecchio tempo di fare sesso.
- E per me.
- Non c’è certezza.
- Quindi è possibile che tu sia mio padre?
- Ti ho detto che non c’è certezza.
- E mio padre e mia madre sono a conoscenza di ciò?
- Sì. – Ci fu una lunga pausa in silenzio.
Nel frattempo arrivammo alla sua villa a mare. Entrò con la macchina nel cortile. Salimmo in casa i bagagli e subito ci abbracciammo. Senza neanche parlare ci dirigemmo verso la camera da letto. Eravamo entrambi infoiati. Avevamo entrambi desiderio l’uno dell’altra, credo che i discorsi fatti in macchina avevano accentuato al massimo questo nostro desiderio.
Il pensiero che la persona che in quel momento mi stava penetrando potesse essere mio padre mi provocava una eccitazione stranissima, fortissima. Volevo che fosse veramente mio padre. Volevo che versasse tutto il suo seme dentro di me. Nel mio ventre. E ne volevo il più possibile.
Facemmo sesso a lungo e molto intenso. Poi ci addormentammo uno accanto all’altra. Quando mi svegliai i pensieri ripresero a frullare come sempre nella mente. Lui dormiva nudo accanto a me. Lo guardavo e si ripresentò in me l’eccitazione e il desiderio. Cominciai a carezzare delicatamente il suo corpo. Si girò verso di me. La mia mano continuava a carezzarlo. Aprì un occhio.
- Sei sveglia?
- Come vedi.
- Anche se mi accarezzi mi sembri pensosa. Cosa pensi?
- Pensavo una cosa.
- Parla.
- Pensavo che non mi sposerò mai. Ma, anche senza essere sposata, se un giorno decidessi di avere un figlio, verrò da te per farmi mettere incinta.
- Perché da me. Io potrei essere tuo padre …
- Tu sei mio padre, ne sono pienamente convinta. Io sono come te. E se io decidessi di fare un figlio lo vorrei come te e me. Anzi vorrei che fosse una femmina.
- Sei proprio matta …
- Dimmi ancora una cosa. Come mai non avete pensato di fare la prova del DNA?
- Veramente …
- L’avete fatta? – dissi e mi misi seduta sul letto. – Dimmi, l’avete fatta? Parla!
- Ascolta. Io parlo se tu mi assicuri che tutto resterà tra noi e non cambierà nulla.
- Tu sai che su me puoi sempre contare. Allora cosa è risultato?
- Tu sei mia figlia.
- E mio padre, quello che io ho sempre considerato mio padre, quello a cui voglio bene come un padre e a cui continuerò a voler bene sempre nella stessa maniera, lo sa?
- Sì. Lo ha sempre saputo fin dal primo momento. Anzi ha acconsentito alle analisi dopo assoluto impegno da parte di tutti noi che non cambiasse nulla.
- Io l’ho sempre saputo che sono stata sempre la sua prediletta anche se lui diceva che non era vero.
- Non deve cambiare assolutamente nulla. L’hai promesso.
- Cambierà una cosa sola: ora posso fare sesso con lui. L’ho sempre desiderato, ma ho sempre respinto l’idea perché era mio padre.
- Sei proprio matta!
- Sono figlia tua! … Prendimi!
- Sai come si definisce questo tuo desiderio? Complesso di Elettra.
- Sì, lo so. Ne ha parlato Jung. Ma io non ho alcuna intenzione di uccidere mia madre. Credo invece che sia più appropriato nel mio caso il riferimento alle figlie di Lot, quello descritto nella Bibbia, che si sono fatte ingravidare dal proprio padre. Ma episodi simili ce ne sono tanti nella storia, Salomé con suo padre Erode, le figlie dei Faraoni che si sposavano con il loro padre o con il loro fratello, Anche Erodoto parla di Ciro il grande che faceva sesso con la figlia.
E ritornammo a fare l’amore.