Cara Ines, strada facendo (scrivendo, scrivendo) ho deviato dalla retta via ed ho considerato interessante seguire il percorso che chiarisce gli ambiti del peccato e del reato.
Sono arrivato alla meta, ho capito cos'è il peccato, chi è che decide che è tale e non un reato, mi basta.
Questo è il mio pregio, o la mia colpa ? Non lo so ! Il destino cinico e baro si burla di me. Cerco la semplicità e lui mi avvolge nelle spire della complessità.
Penso che anche il tuo modo di affrontare la vita abbia bisogno di semplicità, dopo la "tempesta".
E' la complessa realtà a suggerire di volgere la nostra attenzione alla semplicità per vivere al meglio.
La semplicità come strada da percorrere per vivere nella complessità e stabilire il significato dell'essenziale in situazioni di incertezza e di inquietudine.
Semplicità, dal latino "simplicitas", parola composta da "sem" (= una volta) + "plicare" (= piegare).
Ergo, "semplice" è qualcosa di piegato una sola volta che, aperto, può essere conosciuto nella sua essenza, per esempio il significato della vita e del vivere quotidiano.
La semplicità appartiene a chi non "fugge" la realtà (a buon intenditor poche parole, dice il proverbio), ma affronta la confusione, la conflittualità e la complessità del reale, decidendo comunque di stabilire relazioni leali e confronti propositivi. Come tale la semplicità è un'arte, l'arte del vivere, frutto di un cammino interiore alla ricerca dell'essenziale e della libertà.
Riuscire ad avere e dominare la semplicità vuol dire recuperare il significato delle parole e dei gesti, l'imprevedibile creatività dei sentimenti.
Parole, gesti e sentimenti sono alla base di relazioni significative e caratterizzano personalità forti e consapevoli dei propri limiti e delle proprie qualità.
Semplicità significa anche esercizio consapevole di intelligenza e di prudenza; la semplicità tutela dalla perenne insoddisfazione.
La persona semplice non deve dimostrare niente, se non la verità di quello che è e di quello che fa.
Per esempio io, ti sto scrivendo con semplicità, e con semplicità debbo dirti che non so perché ho cominciato questo discorso. Ho un po' di "confusione mentale", forse perché sono un peccatore, ma non so fra i tanti peccati che ho commesso, quale sia quello "mortale" e quello "veniale".
Ines come stai messa con l'epicureismo ? Questa filosofia vede nella vita serena il paradigma della felicità, resa possibile da scelte ponderate.
Gentile corrispondente virtuale per contrappasso non ricordarmi la "simplex ratio veritatis" o la "downshifting", lasciami affrontare la notte tra le braccia di Venere.