Autore Topic: Amore  (Letto 584 volte)

presenzadiritorno

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Amore
« il: Settembre 12, 2020, 15:15:46 »
Qui o altrove si fa un gran parlare, trattati se ne scrivono come fosse anatomia. Io non voglio sapere cos'è, e nemmeno distinguerlo dall'innamoramento. Non voglio riportati passi e foto e immagini a colori, sappiamo tutti quanto si sia scritto e detto a tal proposito. Piuttosto vorrei il confronto sul vissuto, cos'è o è stato per ognuno di noi e se nel nostro intimo siamo in grado di dire davvero d'aver amato o è stato solo fumo. Vorrei che raccontassimo il nostro"io" se ha mai amato, e non l'oggetto, il soggetto il parlare a braccetto.
Io per prima? Io che scrivo e parlo se ho mai amato? Ahimé non credo affatto, è per me ancora racchiuso tutto dentro al sogno che mi porto appresso fin dall'adolescenza.

Doxa

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Re:Amore
« Risposta #1 il: Settembre 12, 2020, 16:04:29 »
Presenza ha scritto
Citazione
Io che scrivo e parlo se ho mai amato? Ahimé non credo affatto, è per me ancora racchiuso tutto dentro al sogno che mi porto appresso fin dall'adolescenza.

Ti sei fatta la domanda, datti la risposta, ti direbbe il giornalista Gigi Marzullo.

Quel sogno d'amore irrealizzato è dipeso da te o dal tuo partner ? :-[

presenzadiritorno

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Re:Amore
« Risposta #2 il: Settembre 12, 2020, 16:41:57 »
Doxa, sei bravo a sviare le tue risposte facendo altre domande!

victor

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Re:Amore
« Risposta #3 il: Settembre 12, 2020, 18:09:28 »

È da 2500 anni che Filosofi, Poeti, Letterati, nel Mondo occidentale parlano d’amore, cercano di descrivere l’amore, cercano di scoprire cos’è l’amore, parlano dei loro amori.
Nel XX Secolo ci si sono messi anche i registi cinematografici a parlare dell’amore.

L’amore è una cosa meravigliosa. Vedi link accluso:

https://www.youtube.com/watch?v=GVlYC2hUfjc

Ma Presenza vuole conoscere, giustamente, il pensiero di ciascuno di noi. Ed io esprimo il mio che scaturisce sia da tutto quello che ho letto, ma principalmente dal vissuto della mia vita.

L’amore è l’incontro contemporaneo di due anime e due corpi i quali per una forza misteriosa Naturale si attraggono. Quando ciò accade, a mio avviso c’è sempre amore, sia che questo incontro duri tutta una vita, oppure un periodo determinato, o anche soltanto un’ora.
Io ritengo che sia anche amore quello che una persona prova nei confronti di un’altra senza che questa seconda lo sappia oppure che lo corrisponda.

A questo punto sorge spontanea un’altra domanda: è amore anche quello mercenario?
Su questo argomento non ho un pensiero mio personale in quanto non ho alcuna esperienza in tal senso. Ma ripassando a caso la letteratura ci si può porre la domanda se quello del principe di Salina per la prostituta che andava periodicamente a trovare fosse amore. Io, penso di sì. Il mio pensiero mi fa dire di sì.

Questo è il mio pensiero che qui ho riassunto in risposta al topic di Presenza. Comunque dell’amore ne ho già parlato nei miei post e più a lungo nei miei topic (vedi “Meglio le corna o la noia”, che ho citato da recente e la serie in corso di pubblicazione Naufragio e seguenti (domani sera pubblicherò l’Epilogo) ed anche in alcuni pubblicati nove anni fa.
Non so cosa potrei aggiungere di più.

Grazie, Presenza, per gli argomenti che poni. Penso che ciascuno dovrebbe periodicamente (tra le tante domande da farsi) chiedersi cosa sia secondo lui l’amore. Porsi questa domanda è uno stimolo a riflettere sulla sua vita passata, presente e futura.

Ciao,
Victor
Il duro impegno per l'acquisizione delle competenze, la passione e le doti personali creano eccellenza ... e distinguono il professionista dal lavoratore ... Victor

presenzadiritorno

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Re:Amore
« Risposta #4 il: Settembre 12, 2020, 18:35:17 »
Victor, non voglio sapere cosa pensa ognuno di noi dell'amore, ma se ha amato davvero e come. Io, ripeto, ho solo sognato d'amare e nel mio sogno tutto avviene per caso, una sorpresa della vita, un fortuito incontro di pensiero, anima e corpo. Nella mia realtà invece non ho raggiunto ancora quella beatitudine, quella sintonia d'intenti che fa camminare insieme condividendo scelte e pensieri.
« Ultima modifica: Settembre 12, 2020, 18:41:48 da presenzadiritorno »

presenzadiritorno

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Re:Amore
« Risposta #5 il: Settembre 13, 2020, 09:33:00 »
Amare così...

“[…] negli abbracci forsennati o dolcissimi non era il tuo corpo che cercavo bensì la tua anima, i tuoi sentimenti, i tuoi sogni, le tue poesie. E forse è vero che quasi mai un amore ha per oggetto un corpo, spesso si sceglie una persona per la malìa inesplicabile con la quale essa ci investe, o per ciò che essa rappresenta ai nostri occhi, alle nostre convinzioni, alla nostra morale;
[…] Forse non ero innamorata di te, o non volevo esserlo, forse non ero gelosa di te, o non volevo esserlo, forse mi ero detta un mucchio di verità o menzogne, ma una cosa era certa: ti amavo come non avevo mai amato una creatura al mondo, come non avrei mai amato nessuno. Una volta avevo scritto che l’amore non esiste, e se esiste è un imbroglio: che significa amare? Significava ciò che ora provavo a immaginarti impietrito, perdio, con lo sguardo di un cane preso a calci perché ha fatto la pipì sul tappeto, perdio! Ti amavo, perdio. Ti amavo al punto di non sopportare l’idea di ferirti pur essendo ferita, di tradirti pur essendo tradita, e amandoti amavo i tuoi difetti, i tuoi errori, le tue bugie, le tue bruttezze, le tue miserie, le tue volgarità, le tue contraddizioni, il tuo corpo […]

[…] E forse il tuo carattere non mi piaceva, né il tuo modo di comportarti, però ti amavo di un amore più forte del desiderio, più cieco della gelosia: a tal punto implacabile, a tal punto inguaribile, che ormai non potevo più concepire la vita senza di te. Ne facevi parte quanto il mio respiro, le mie mani, il mio cervello, e rinunciare a te era rinunciare a me stessa, ai miei sogni che erano i tuoi sogni, alle tue illusioni che erano le mie illusioni, alle tue speranze che erano le mie speranze, alla vita! E l’amore esisteva, non era un imbroglio, era piuttosto una malattia, e di tale malattia potevo indicare tutti i segni, i fenomeni. Se parlavo di te con gente che non ti conosceva o alla quale non interessavi, mi affannavo a spiegare quanto tu fossi straordinario e geniale e grande; se passavo davanti a un negozio di cravatte e camicie mi fermato d’istinto a cercare la cravatta che ti sarebbe piaciuta, la camicia che sarebbe andata d’accordo con una certa giacca; se mangiavo al ristorante sceglievo senza accorgermene i piatti che tu preferivi e non che io preferivo; se leggevo il giornale notavo sempre la notizia che a te avrebbe interessato di più, la ritagliavo e te la spedivo; se mi svegliavi nel cuore della notte con un desiderio o una telefonata, mi fingevo più desta di un fringuello che canta al mattino”.

(Oriana Fallaci da “Un uomo”, Rizzoli, 1979)




Doxa

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Re:Amore
« Risposta #6 il: Novembre 17, 2020, 08:33:56 »


Presenza ed Altamarea, se ben ricordo, sono le uniche due donne in questo forum che  hanno il coraggio di esprimere le loro opinioni sull’amore, in particolare sulla loro delusione post – amore, ma forse era solo innamoramento, oppure infatuazione.

L’amore ! Un argomento che m’intriga. Come piacevole passatempo voglio continuare ad argomentarne in questo topic aperto da Presenza. Spero nella compartecipazione delle due amate ladies.

Doxa

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Re:Amore
« Risposta #7 il: Novembre 17, 2020, 08:37:00 »
Molte persone sono convinte di amare, cominciano a convivere o si sposano (pochi) credendo di essere fatti l’uno per l’altra, però dopo due o  più anni la coppia implode o esplode. Eppure era vero amore.  :blank:

Purtroppo nel tempo le esperienze possono cambiare comportamenti ed atteggiamenti.  E può accadere di non credere più in una storia d'amore e rinunciarci perché uno dei partner od entrambi hanno esigenze diverse.
 
 “Colpa mia o colpa sua ?”  Si tende ad attribuire la colpa all’altro/a. Ma non serve a nulla chiedersi chi è il colpevole. 

Spesso le relazioni falliscono perché la scelta del/la partner è stata fatta in base a quello che conta di più nell’immediato e non a quello che conta di più nel lungo periodo, oppure in base a “norme contrattuali” considerate implicite ma non dichiarate.

Altre persone preferiscono  avere storie parallele perché “… “mi spiace lasciarla, le voglio bene ed è una brava e bella ragazza. Temo anche di restare solo dopo di lei o di non trovarne un’altra con determinate caratteristiche. Vorrei la donna “giusta” al mio fianco…”

Ma esiste la "donna giusta"  o l'uomo "giusto" ? Ognuno ha i propri difetti, che bisogna accettare, ma fino a che punto. Qual è il limite per dire basta ?  Cambio partner !

Le scelte “giuste” sono quelle che si prendono sulla spinta del coraggio e mai della paura. Perché non è la scelta in sé che conta, ma lo spirito con cui si affronta.

Rinnegare la “voce interiore” è il primo atto contro noi stessi che compiamo nella vita, coadiuvati spesso dai familiari, che con le loro paure alimentano le nostre. Cominciano a dire: “E se non ci riesci ?” “E se ti va male ?” Si evocano gli esempi di chi ha fallito come monito a non sfidare gli dei, mentre il successo di chi ce l’ha fatta viene accreditato alla fortuna o a privilegi di casta.

Anche in amore è così. Trovi sempre qualcuno  pronto a dirti che l’uomo “giusto” o la donna “giusta” non esiste e che tutte le storie si equivalgono.

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presenzadiritorno

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Re:Amore
« Risposta #8 il: Novembre 17, 2020, 09:00:24 »
Doxa ti darei un bacio per ciò che hai scritto, perché è ciò che penso dell'amore e ciò che ora blocca il mio cuore nonostante abbia avuto il coraggio di chiudere il mio matrimonio. E dopo ancora 10 anni da quando tutto è finito con una sentenza di divorzio e un nuovo matrimonio da parte sua, oggi  guardo il padre dei nostri figli aspettandomi da lui una risposta che non mi ha dato ancora... perché non ha fatto niente se veramente ci fosse stato amore?

Doxa

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Re:Amore
« Risposta #9 il: Novembre 17, 2020, 09:15:23 »
Cara Presenza,  dal punto di vista maschile la mia esperienza m'induce a dirti di non sperare da lui la risposta che non ti ha dato. Quella risposta potrebbe farti molto male. Penso sia meglio rimanere ancorata al fatto. Lui ha preferito l'altra. Ne prendi atto e passi oltre, dopo il doloroso periodo di "lutto".

Ora continuo con i miei sproloqui.  :Ppp:

Consumiamo il sentimento dell’amore come si consumano le scarpe. Si gettano non si riparano. Non sono perenni, ma spesso ce ne liberiamo con troppa facilità. Questa metafora per dire che le relazioni amorose sono un bisogno interiore di essere legato al/la partner. Ma può svanire l’affettività verso una persona.

A volte l’entusiasmo è come un fuoco improvviso, poi pian piano si spegne. Questo succede spesso quando l’infatuazione è veloce, oppure quando  si proietta un po' di sé nell'altra persona. Ci piace e quindi crediamo che sia come noi la vorremmo, con tratti caratteriali che si gradiscono. Poi, però,  conoscendola meglio ci accorgiamo che oltre ai pregi  ha i difetti e si perviene alla conclusione che non ci piace quanto  si vorrebbe. E il sentimento amoroso si attenua, fino a scomparire.

Si ama il/la partner perché soddisfa i bisogni di cui necessitiamo in un determinato periodo. Col tempo le priorità possono cambiare e può capitare il dis-amore e la ricerca di un’altra partner di cui innamorarci.

Può accadere che  abbiamo molte aspettative nei confronti dell'altro/a, mentre lui/lei può anche non aver idea di quello che noi ci aspettiamo.

Ma c'è anche chi ci illude e poi ci delude. Incontri una persona che pensi  sia speciale, ti immagini che questa possa capirti al punto tale di anticipare quelli che sono i tuoi pensieri, i tuoi desideri, le tue intenzioni. Invece…

L’immaturità evolutiva di uno dei due o di entrambi può causare delle disfunzionalità nella coppia, come il desiderio di vivere in simbiosi anzichè uniti ma distinti; oppure uno dei due instaura una relazione di tipo filiale, concependo l’amore come un “aver cura dell’altro/a”. “Mi sacrifico per te per favorire la nostra unione”. Tale concezione sembra amore altruistico invece è carenza di autostima e rinuncia alla propria realizzazione. L’amore maturo, al contrario, è caratterizzato dalla reciprocità nel dare e nel ricevere.

Un altro modo disfunzionale è quello di considerare il/la partner come proprio possesso, da controllare in modo ossessivo. I partner si sentono vincolati dal “tu mi appartieni”. E’ una concezione statica del rapporto, che inficia la realizzazione personale. L’amore maturo, invece, è caratterizzato da libertà, autonomia, fiducia, ma anche interdipendenza.

La nuova morale ha un solo comandamento: “Va dove ti porta il cuore” se non si ama più il/la partner. Si lascia il compagno, la compagna senza voltarsi ad osservare il dolore che lascia nell’altra persona, senza tener sempre presente il comandamento biblico di non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te, perciò agire secondo l’etica della responsabilità.   :'(

Non c’è una legge morale che impone di amare una persona che non amiamo, però possiamo agire con prudenza, gentilezza, aiutandola nel bisogno, rispettando la sua dignità ed il suo valore. 
Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet nel suo breve saggio titolato “Dirsi addio” evidenzia che sono in aumento le coppie che "scoppiano", ma sono numerose anche quelle che "implodono".

Quelle che esplodono sono le coppie più giovani, che si mettono assieme per amore o per convenienza, ma che non si conoscono davvero. Così di fronte alla prima crisi seria il rapporto si frantuma. Grandi litigi, lacrime, a volte la violenza fisica, battaglie tramite avvocati e tribunali.

Se invece i problemi diventano insostenibili più in là negli anni la separazione viene solitamente chiesta dall’elemento più forte della coppia, quello che “non ne può più” e decide di concludere la convivenza assumendosene tutta la responsabilità. La fine dell’amore è comunque dilaniante,  anche perché per far finire l’attaccamento ci vuole tempo, specie se si viene lasciati.

Non bisogna aver paura delle delusioni e della fine di un amore: ciò che conta è il momento, sono i giorni belli. Capita che si sia costretti a pagarli con l’abbandono, ma quel che conta è che ci sono stati, che hanno illuminato la nostra vita.

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« Ultima modifica: Novembre 17, 2020, 09:17:39 da Doxa »

Doxa

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Re:Amore
« Risposta #10 il: Novembre 17, 2020, 10:15:42 »
L’amore è quanto di più fragile ci possa essere nell’esperienza umana…

Si promette “eterno” amore al/la partner ma dopo alcuni mesi o pochi anni il giuramento diventa spergiuro, viene interrotto il “patto tra gli amanti”.

Il rischio della fine accompagna sempre chi ama,  nulla può assicurare che duri nel tempo.

Ogni rapporto d’amore vive sempre in bilico.

Quando finisce un amore finisce anche il “mondo” che i due hanno generato, i loro rituali, l’unione dei loro corpi. L’esistenza dell’amore  dava significato a quel mondo che ora non c’è più.

Ma cosa significa separarsi? Non significa solo staccarsi, allontanarsi, non vedersi più. La separazione non è mai solo un movimento in esteriorità, non coincide con lo staccarsi da qualcuno o da qualcosa. Non significa solo prendere le distanze, distanziarsi, differenziarsi. Quando ci separiamo, ci separiamo da una parte di noi stessi. Perciò
le separazioni sono dolorose,  quando l’altro/a si allontana porta via anche un a parte di me, il mio desiderio, la mia libido,  con conseguente effetto  depressivo.

La mia dichiarazione d’amore: “ti amo”,  non ha più destinatario. Come un vascello fantasma, torno a girovagare nel nulla. Io non ho più valore perché non manco più a nessuno, perché non c’è più nessuno che mi pensa. La fine dell’amore è la fine di un pensiero che mi pensa, di un ascolto che mi risponde. Non sono più la sua mancanza. Lui/lei può vivere senza di me. Nel luogo della presenza cala l’ombra dell’assenza.

Il sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman (1925 -  2017) spiegò la post modernità usando le metafore di modernità “liquida” e solida”.

Egli scrisse che anche  i rapporti umani si sono liquefatti, non nel senso che siano improvvisamente spariti,
ma hanno subito una sorta di dilatazione e allentamento.

Nel suo libro  “Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi”, Bauman  si riferisce non solo ai  rapporti interpersonali, ma anche alla relazione che ognuno stabilisce con se stesso. 

Egli sostiene che non esistono più gli amori di una volta, di quel tempo in cui, con impegno e dedizione (e probabilmente molte rinunce) due persone stavano insieme per una vita intera, decenni e decenni, senza lasciarsi mai.

Il nostro tempo post-moderno è quello dell’amore liquido. Gli amori di una volta, sono stati sostituiti da relazioni sempre in bilico e a metà tra il desiderio di avere sicurezza ed emozioni forti ed esaltanti e il desiderio di essere liberi e indipendenti, affrancati da legami che potrebbero risultare soffocanti e impedire di provare le emozioni sempre nuove e sempre estreme di relazioni che cambiano e non sono mai le stesse, perché realizzatesi con persone diverse, in contesti diversi e con modalità diverse.