Autore Topic: La terra dove cammini  (Letto 802 volte)

Micio

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La terra dove cammini
« il: Settembre 10, 2020, 11:41:31 »
Apro questo post per raccontare un po' la terra in cui sono nato e in cui per la maggior parte della mia vita ho vissuto, anche se ora è da un bel po' che non ci metto piede.

La Sardegna è un isola, tengo a marcare il fatto che lo sia, in quanto ha dei confini precisi, naturali, dei confini in un certo senso limitanti ma che ne fanno anche da barriera.
Per quanto sia grande in sé non è una terra ricca (non ha più grandi risorse materiali, tuttalpiù agricole ma neanche tante).

È estremamente silenziosa, ci sono più ovini che persone, puoi percorrere chilometri di strada senza incontrare nulla.

Nella sua terra emergono ancora resti di antiche civiltà, una in particolare quella nuragica, rappresentata dagli oltre 7000 nuraghi ancora presenti, monumenti nascosti dalla vegetazione, monumenti ormai privi del loro contesto originario, utilizzati e riutilizzati nei corsi dei millenni e dei secoli, e oggi lì testimoni di una storia, di una cultura ancora molto sconosciuta.

Tante popolazioni si sono succedute, creando, dando vita a un mosaico linguistico e culturale abbastanza differente e non proprio omogeneo, non c'è stato un momento storico in cui la Sardegna politicamente e culturalmente sia stata isolata e se vogliamo indipendente (eccezion fatta per il periodo nuragico e pre nuragico ma è diverso) c'è sempre stata una qualche influenza esterna, pertanto un problema che si riscontra oggi e spesso è quello dell'identità, e per me è tale.

All'esterno mi definisco sempre più sardo che italiano, perché effettivamente è così, l'Italia per me è sulla cartina, anch'essa bel mosaico culturale - linguistico (per il resto non ci ho mai messo quasi piede) e mi sovviene difficile a pensarla come a qualcosa di mio, però poi certo mi domando: ma cosa significa essere sardo? Chi è un sardo e che cosa lo differenzia dagli altri? Mi definisco tale eppure mi sembra di non esserlo poi tanto, non ne sento la mancanza, e non mi da quello che cerco, quello che vorrei.

Una persona in modalità turista viene, osserva, ammira, apprezza, assapora, e poi? C'è chi vede delle potenzialità, c'è chi trova il silenzio, chi la tranquillità, la lentezza, ah la lentezza, in Sardegna tutto è molto più lento, è un ritmo di vita non frenetico, per questo i cambiamenti sono lenti e faticano ad arrivare, sono lenti ad essere accettati e apprezzati.
Poi chiaramente non vede che in questo tutto vi è il nulla, non c'è un progetto, non c'è una visione, ma questo ne prima quando la Sardegna era spagnola e ne ora che è Italiana, non c'è un orizzonte che si vuole raggiungere, e che cosa rimane allora? Rimangono invidie, briciole, e silenzio. Il Nulla.

Non pensiate che sia in lotta con questa terra, in me vi è solo dispiacere, dispiacere di una identità mancata, di occasioni perdute nel corso della storia, profondi dispiaceri, sogni di indipendenza-identità passate, sconfitte da eserciti più grandi o se vogliamo da desideri e sogni più forti, ecco in me vi è una tristezza storica, limiti attuali che non si superano, mentalità e modi di pensare non utili per una crescita e un benessere generale.

Mi dispiace Sardegna io avevo dei sogni per te, e forse ne porto appresso ancora, ma se vengo riconosciuto, se vengo apprezzato altrove, se trovo e sento di poter agire meglio in un'altra terra, allora forse posso convincere e convincermi, che in fondo l'identità è solo una questione d'amore.


Da quando sono in un'altra terra, svariate volte ho pensato a delle ragioni che mi possano spingere a rinunciare all'identità o meglio alla cittadinanza italiana in cambio di un'altra, scrivendo questo ho trovato un'altra ragione che mi potrebbe spingere a farlo.

Oibò
Non c'è posto peggiore se non c'è posto dentro al tuo cuore
(Zucchero)

presenzadiritorno

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Re:La terra dove cammini
« Risposta #1 il: Settembre 10, 2020, 14:54:28 »
Non ci avevo pensato fino a quando non ho letto ciò che hai scritto, infatti sento sia vero quando affermi che  l'identità è una questione d'amore ed è questo che forse ti fa dire sono sardo il resto è amarezza, aspettative disattese, insomma un amore al quale si deve rinunciare. Questo ho letto tra le righe.

piccolofi

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Re:La terra dove cammini
« Risposta #2 il: Settembre 10, 2020, 20:30:24 »
Davvero molto interessante quello che hai scritto, Micio, e ci aiuta a comprendere.
In realtà tu ami la tua terra, ma ancora non l'hai capito, è troppo presto.
Il fatto di contestare, di volere di più, di rammaricarti o arrabbiarti per occasioni di sviluppo perdute, tutto quello che scrivi e che cogli come lati negativi e per te insoddisfacenti, non significano un ripudio intimo.
" Sono sardo ", dici a chi non ti conosce, mica " sono italiano ".  E questa dichiarazione di appartenenza io l'ho già sentita, come quella di identificare l'Italia con " il continente ".
Siete molto un'isola, avete una cultura tutta vostra, dei modi vostri, persino alcuni valori che hanno più presa che da noi.
Certo, noi " continentali ", venendo in Sardegna, rimaniamo incantati dal paesaggio, dai colori del mare, dal profumo della macchia mediterranea, da quegli spazi vasti, poco popolati e silenziosi, ma anche in qualche modo subiamo il fascino della gente, così chiusa ma anche così generosa quando infine si dà.
Se la Sardegna si evolvesse come forse tu vuoi, non sarebbe più lei : pian piano finirebbe per assomigliare a troppi altri posti, come succede nel mondo globalizzato, dove tutto è più moderno, efficiente, uguale, senza fascino.
Per me è proprio quello che distingue le varie culture e le rende peculiari e uniche che genera il fascino.
Naturalmente chi viaggia sull'onda del puro ragionamento, della fredda razionalità, è in disaccordo con me.
Ad ogni modo, Micio, si, ora ti senti più cittadino di altri posti, il fatto che tu sia così giovane ti fa preferire la calda Spagna, piena di giovani e di movida.
Ma un giorno il tuo cuore guarderà l'ovile, e lo troverà bello, e ne sentirà il richiamo che credeva perduto.
Deve però passare ancora tantissima acqua sotto i ponti.
So che stai pensando : " Non è vero ".
Chissà, forse sbaglio e hai ragione tu.
Quando tornerai su Zam con qualche dente in meno, chiedendoti come diavolo ti chiamassi nella preistoria in cui c'eri già stato, me lo saprai dire.
Se ci sarò ancora.

 abow   

victor

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Re:La terra dove cammini
« Risposta #3 il: Settembre 11, 2020, 04:33:31 »


Ciao Micio,

Il tuo Topic mi ha commosso,

Io sono Siciliano (nota che l’ho scritto con l’iniziale maiuscola) e capisco perfettamente il tuo amore per la tua Terra e comprendo anche quello che oggi ti tormenta perché tormenta anche me (e non per me stesso, che la mia vita l’ho vissuta, e ne sono soddisfattissimo, ma per i miei nipoti).

Vedi, quando io avevo pressappoco la tua età e facevo la mia specializzazione in una università del nord il Direttore, quando gli dissi che tornavo in Sicilia, mi chiamò e mi offrì 200.000 lire al mese se io restavo (a quel tempo lo stipendio mensile di un insegnante o di un impiegato di banca andava dalle 60 alle 70 mila lire). Io ero attaccato alla mia terra e rifiutai. Lui scrisse anche a mio padre per dare una forma ufficiale alla sua proposta, ma io non accettai. Quello che alcuni anni dopo prese il mio posto (un altro siciliano) divenne professore d’università. Ma non sono affatto pentito di questa mia decisione. Sono molto soddisfatto della vita e della carriera che ho fatto.

Perché ti dico questo? Per vantarmi?
No! Assolutamente no!

Io oggi faccio ai miei nipoti il lavaggio del cervello per convincerli ad andare fuori. La mia nipote più grande frequenta all’ultimo anno in una università del nord e un altro è entrato quest’anno alla Bocconi.
Ripeto loro che devono andarsene all’estero, come hai fatto tu (e se interpreto giusto le tue parole, con grande pena al cuore).

Mi vengono in mente i versi di Leopardi (che parafraso a mio uso personale):
Oh Italia, Italia,
perché non rendi poi
quel che prometti allor?
perché di tanto inganni
i figli tuoi?


Ciao, Micio! Ti auguro di realizzare i tuoi sogni.
Victor
Il duro impegno per l'acquisizione delle competenze, la passione e le doti personali creano eccellenza ... e distinguono il professionista dal lavoratore ... Victor

Micio

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Re:La terra dove cammini
« Risposta #4 il: Settembre 11, 2020, 09:58:49 »
Grazie a tutti per le vostre opinioni, non sono certo di amare quella terra che a volte definisco mia (casomai è il contrario visto che è lei che mi ha nutrito in più sensi).
Come leggevo da qualche parte non ho ne meriti e ne demeriti per quello che è e rappresenta la Sardegna, ne per essere italiano o sardo, in fondo è tutto una costruzione di più persone e di più elementi.

L'affetto che c'è, è per le persone, e principalmente il ricordo di tante che ahimè già non ci sono più, tolte le persone che cosa rimane se non la nuda terra?

Piccolofi rifuggo dal tuo "ritornare all'ovile" poiché vi è in me più male che bene in quella terra, tolte le persone non vi è nulla che possa chiamare e richiamare i miei sentimenti, ancor peggio è per me opprimente, la Sardegna per me è un luogo che opprime me stesso, che ti giudica non per cosa fai o cosa pensi, ma da quale famiglia vieni, e mai potrà cambiare, vi è un controllo sociale che nel bene o nel male soffoca, ecco per me è una grande prigione in qui non posso essere me stesso, e Zam come altri luoghi virtuali mi ha permesso di scoprirmi dandomi ossigeno.

Sono in cerca di un nuovo amore, di una nuova casa dove importa e conta più il "come ti senti" piuttosto che il "devi essere così".
Rifuggo altresì dalle tue parole, poiché implicitamente affermi un destino, che è un destino del ritorno, negando quindi nuovi amori, amori scelti e voluti, amori che ti fanno star bene, in virtù di un passato non scelto e non voluto che ti tiene a stretto a sé come con delle catene.

Ecco io scelgo di spezzare quelle catene, non le nego ma le spezzo per essere libero di innamorami, non lasciando che l'innamoramento di qualcuno o qualcosa verso di me mi obblighi, tenendomi stretto, mi soffochi imprigionando me stesso.


Caro Victor, in parte è anche per ragioni lavorative che giustamente vado altrove, in parte come ho scritto sopra diciamo, sentimentali, dall'altro anche per curiosità, per una ricerca costante del nuovo, del diverso, del voler sapere sempre più. La pena è che la Sardegna ha tante potenzialità, ed in qualche modo ci sto ancor provando seppur con sempre meno voglia e desiderio, certamente non ci credo più come prima, conoscendo ahimè quella realtà e quelle invidie che ne impediscono il benessere.

Non mi è possibile far di più, se le condizioni fossero state altre chissà, ma ci sono troppi se e troppe sofferenze che separano quel desiderio dalla mia felicità.
« Ultima modifica: Settembre 11, 2020, 10:02:18 da Micio »
Non c'è posto peggiore se non c'è posto dentro al tuo cuore
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piccolofi

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Re:La terra dove cammini
« Risposta #5 il: Settembre 11, 2020, 13:03:17 »
Allora ho sbagliato tutto. Buona fortuna, Micio.
Se c'entra anche l'amore, come era del resto immaginabile, la tua terra diventerà un'altra.

Platino

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Re:La terra dove cammini
« Risposta #6 il: Settembre 19, 2020, 03:01:14 »
Allora ho sbagliato tutto. Buona fortuna, Micio.
Se c'entra anche l'amore, come era del resto immaginabile, la tua terra diventerà un'altra.
L'amore è quell'attrezzo che ti scardina la vita. Non solo...

presenzadiritorno

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Re:La terra dove cammini
« Risposta #7 il: Settembre 19, 2020, 14:36:06 »
"L'amore è quell'attrezzo che ti scardina la vita"... mi piace tantissimo questa similitudine, Platino.