Autore Topic: Imperativo categorico  (Letto 457 volte)

Doxa

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Imperativo categorico
« il: Giugno 07, 2020, 17:17:15 »
Il filosofo tedesco Immanuel Kant (1724 – 1804) nella sua “Critica della ragion pratica”, pubblicata nel 1788,  riflette sulla “ragione” (considerata come complesso delle nostre facoltà mentali, utili alla conoscenza e alla volontà) e introduce il concetto di “imperativo categorico”:  un comportamento è da considerare morale in modo categorico "senza possibilità di smentita" quando è universalmente riconosciuto, giusto in ogni momento e in ogni situazione. Questo comportamento diventa allora vincolante per la morale di tutti gli uomini, e la sua mancata applicazione significherebbe un'azione immorale.

L'imperativo categorico deve indirizzare l’individuo come necessità volontaria, perciò non è una costrizione, ma un aderire a una legge razionale che l'uomo stesso ha formulato per mezzo della propria ragione. Per conseguenza Kant consiglia: “Agisci in modo che ogni tuo atto sia degno di diventare un ricordo”.

Lasciare un ricordo significa lasciare nella mente di un’altra persona  l’immagine di un gesto, di un dono, di un segno di amore, di solidarietà.

L’ammonitrice frase del filosofo tedesco evoca i giorni del liceo, le lezioni di storia di filosofia che avrebbero dovuto farci correre nelle pianure della verità, dell’essere e dell’esistere, per scoprire nuovi orizzonti, invece, spesso,  noi studenti ci perdevamo in astrazioni, anche se il messaggio era profondo ed efficace.