Autore Topic: Imbarazzi logici  (Letto 919 volte)

esantemik

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Imbarazzi logici
« il: Maggio 31, 2011, 16:50:47 »
L'esistenza è, almeno da quello che se ne capisce, limitata, e ogni elemento compreso nell'esistente nasce e muore, inizia e finisce.
Se la realtà stesse tutta nell'esistenza si dovrebbe affrontare una questione che la logica non risolve: se ogni cosa nasce da un'altra cosa ci dev'essere una cosa che ha fatto inizialmente nascere le altre senza essere nata a propria volta. E qui le "cose" cominciano ad assumere un contorno imbarazzante, sia che si voglia interpretare l'esistenza come espressione di movimento rettilineo, sia che la si intenda essere ciclicamente ordinata. La retta escluderebbe la ciclicità, mentre se essa fosse parte dell'andamento ciclico, costituirebbe il segmento di una curvatura.
Chiunque potesse guardare fuori da una finestra propenderebbe per questa seconda opinione.
Che tipo di realtà potrebbe aver generato l'esistenza senza essere stata generata a sua volta?
Necessariamente una realtà che non obbedisce alle leggi dell'esistenza.
Che tipo di realtà potrebbe aver generato il movimento al quale l'esistere è sottomesso?
Necessariamente dev'essere una realtà che non è soggetta al doversi muovere.
Ma se una realtà non ha obblighi diversi dal dover rappresentare le proprie leggi, non ha un inizio né una fine, non ha forma e non appartiene né al tempo e neppure allo spazio che sono da lei determinati… che realtà è?
E se questa illimitata Realtà fosse la vera realtà che è assolutamente vera, l'altra alla quale apparteniamo tutti cos'è?
Dev'essere una realtà meno vera di quella dalla quale trae le sue ragioni sufficienti d'essere, dunque negativa rispetto a quella che l'ha determinata.
Pur nella sua positività, vista e considerata stando al suo interno, la realtà relativa che conosciamo è da ritenersi inferiore a quella dalla quale ha avuto le ragioni del suo avvio, quindi negativa rispetto a Quella.
Se da questa nostra realtà, da considerarsi inferiore e negativa, si affermasse che l'altra Realtà, quella superiore, fosse inesistente… questa opinione sarebbe da considerare la negazione espressa da un'altra negazione e assumerebbe una valenza di affermazione, perché la negazione di una negazione è un'affermazione.
Definendo la realtà dell'esistenza come realtà dell'essere, come si riuscirà a definire l'altra Realtà, quella che le è superiore in quanto causa dell'essere?
L'unico modo è chiamarla "Non esistenza" e di conseguenza si avranno due ordini diversi tra loro: "Non Essere" e "Essere".
Il "Non Essere" precederà e determinerà la realtà limitata che chiamiamo "Essere".
Il "Non Essere" contiene in Sé l'"Essere" in potenza.
Ma se la Realtà che non è relativa, in quanto è causa del relativo, non ha relazioni in sé perché è assoluta, occorre dire che in lei la potenza e l'atto sono una realtà unica e, di conseguenza, per il solo fatto di potere attuare… attua, e lo fa senza alcuna necessità o voglia di fare. Lo fa e basta o, se non può farlo… non lo fa e basta.
Ogni elemento, limitato incompleto e relativo, dell'esistenza, deve essere la conseguenza di questa "possibilità di fare" che appartiene alla Realtà assoluta.
Ogni elemento esistente deve obbedire alle leggi che dall'Assoluto emanano, e deve necessariamente avere in sé un legame con l'Assoluto dal quale ha avuto avvio.
Se l'Assoluto non ha forma né è sottomesso a spazio e tempo… allora in ogni cosa esistente ci dev'essere la traccia di questa assenza di forma che è presenza di un significato superiore all'esistenza e unico, dunque lo stesso per tutti i diversi.
Significato unico e misterioso.
Mistero che è Intelligenza senza limiti.
Mistero che è amore senza limiti.
Mistero al quale ogni nome starebbe stretto.
Mistero che non può contraddire Se Stesso.
Il melanoma non è un neo, ma una neoplasia, allo stesso modo di un'alterazione tissutale che non è l'irascibilità di un tessuto (non mi è venuto niente di meglio, oggi)... :D

carpediem

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Re: Imbarazzi logici
« Risposta #1 il: Giugno 01, 2011, 18:11:45 »
Avevo provato a risponderti ieri ma evidentemente, nel prolungarmi a farlo, ho finito col vedermi non accettato il mio invio e ho perso il contenuto della mia risposta. Ci riprovo. Devo cominciare col dirti che tutta la tua costruzione apparentemente dubitativa da te usata, in realtà nasconde assiomi dogmatici che rendono inevitabile procedere obbligatoriamente lungo il tuo ragionamento. Quando scrivi ad esempio, “E se questa illimitata Realtà fosse la vera realtà che è assolutamente vera …” in realtà non ti poni il dubbio ma dai per scontato che la realtà superiore di cui parli esiste senza ogni dubbio. Alla fine, seppur in altri modi e termini, finisci col somigliare troppo a certi preti che pur di giustificare la fede e l’esistenza di dio (realtà superiore) compiono acrobatiche evoluzioni nell’uso della ragione e della parola da rendere misterioso ciò che più semplicemente è fuori portata della nostra limitata intelligenza o conoscenza. In verità, per come la vedo io, ad esempio, non si tratta affatto di una realtà superiore (indipendentemente che si voglia coinvolgere il divino o meno) ma semplicemente dell’apprezzabile tentativo di dare risposta a ciò che però non è a nostro tiro. Negare quindi l’esistenza di una realtà superiore, quindi, non significa affatto riconoscerla in quanto non farlo, sarebbe la negazione di un’altra negazione. Significa semplicemente riconoscere per vera la sola realtà che si vive e al limite, relegare al ruolo di fantastica immaginazione ciò che vorremmo provare a far accettare come logica esistenza, quello che in realtà (fino a prova contraria) non esiste. In tutto il tuo ragionamento, posso condividere anche l’ottica secondo cui ciò che siamo in verità è un non essere ma ti assicuro che lo faccio con giustificazioni ben diverse da quelle che tu prendi come logica conseguenza del tuo ragionamento. Tutto questo, per dirti che non sono filosoficamente in sintonia con il tuo punto di vista ma ne apprezzo lo sforzo e la capacità dimostrata, di provare a renderlo valido e logicamente accettabile anche se provi a mascherare il tutto, come un imbarazzo logico. Complimenti per la capacità dimostrata di seguire un filo conduttore comunque così complicato. Un’ultima cosa: non so se sia il caso di utilizzare la parola mistero ma una cosa è certa: intelligenza e amore sono due ingredienti fondamentali di ogni realtà e ne condivido la tua esaltazione. Per quanto riguarda il mistero a cui ogni nome sta stretto e che non può contraddire sé stesso, vale la mia proposta precedente: prova a considerarne la non esistenza. E’ ancora più complicato che non il contrario ma almeno, si resta con i piedi per terra.
Alla prossima.

esantemik

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Re: Imbarazzi logici
« Risposta #2 il: Giugno 01, 2011, 20:34:38 »
La "Non Esistenza" non è il contrario dell'esistenza, ma esclusivamente un artificio reso necessario dalle limitazioni date dalla consequenzialità del linguaggio. È per queste limitazioni che si è costretti, per esempio, a dire che una realtà non appartenente all'esistenza, in quanto causa dell'esistenza, "È" superiore all'esistenza poiché ogni causa, anche all'interno della realtà relativa, non partecipa agli effetti che determina e da questi non può essere modificata. Il fuoco non può modificare la natura del calore che lo determina. Così si è obbligati a usare analogie riferite a dimensioni spaziali, e per questo limitate all'estensione, se si vogliono dare immagini come sono "al di sopra di" o "al di fuori di" una certa altra realtà. Immagini che, per le limitazioni implicite al linguaggio, non potranno dare nulla più di una pallida ombra del concetto che si vorrebbe illustrare. Dicevo che il "Non Essere" non è in opposizione all'Essere, perché contiene in principio e in fieri tutte le possibilità che ha l'essere di realizzarsi. La stessa concezione di Dio a rigore non dovrebbe definirlo come "esistente", in quanto costituendo la ragione d'essere dell'esistenza Dio non vi parteciperà che per riflesso capovolto, rientrando come la Realtà che "è" in ciò che si è costretti, per mancanza di elementi, a chiamare il "Non Essere". L'Assoluto non può "esistere", perché l'esistere è una affermazione e, come ogni altra affermazione, determinerebbe una limitazione che l'Assoluto non può avere senza perdere, come conseguenza, l'assolutezza. Per le stesse ragioni l'universale, che tutto include, non può avere correlativi. Infatti è al generale che si oppone il particolare. Ora capisco che questo mio discorrere, che per molti è un inutile disquisire di cose inconsistenti e fumose, possa annoiare mortalmente, e non è mia intenzione dilungarmi oltre in questi discorsi che sono tanto inutili quanto pericolosi a farsi, e non ci sarebbero neppure ragioni per farli al di fuori dello scrivere per far passare un tempo che potrebbe essere impiegato più proficuamente ridendoci sopra, anche se, magari, non proprio a crepapelle, considerato che verrà un momento in cui questo ordine di cose sarà davanti alle coscienze di chi, guardando storto il prete, si chiederà se è lì per lui...
« Ultima modifica: Giugno 01, 2011, 20:39:34 da esantemik »
Il melanoma non è un neo, ma una neoplasia, allo stesso modo di un'alterazione tissutale che non è l'irascibilità di un tessuto (non mi è venuto niente di meglio, oggi)... :D