Autore Topic: Tormento.  (Letto 918 volte)

Marguerite

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Tormento.
« il: Giugno 03, 2011, 19:03:59 »
Tormento.

Gravito
in spazi angusti e celati
ove dentro vortica
l'antico desiderio
che porta all'immortalità.

Affondo
fra desideri e spasmi
di conosciute membra
qual diabolico sollievo
alla mia umanità.

Respiro
un piacere fragile
una pace sterile
palliativo
dell'utopico sogno
che mi regali familiarità.
Non ti ho amato per noia, o per solitudine, o per capriccio. Ti ho amato perché il desiderio di te era più forte di qualsiasi felicità. E lo sapevo che poi la vita non è abbastanza grande per tenere insieme tutto quello che riesce ad immaginarsi il desiderio. (Baricco - Oceano Mare)

eziodellagondola

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Re: Tormento.
« Risposta #1 il: Giugno 03, 2011, 22:53:11 »
ancora una bellissima costruzione, ma pur correndo il rischio di apparire invadente, mi pemetto di suggerirti una piccolissima ma a mio avviso utile modifica: riunendo in un unico verso il terzo e quarto dell'ultmima strofa, si ottiene una simmetria perfetta delle tre strofe di cinque versi, tutte inizianti con un verbo in prima persona e trminanti con una accentata, così:
Tormento.

Gravito
in spazi angusti e celati
ove dentro vortica
l'antico desiderio
che porta all'immortalità.

Affondo
fra desideri e spasmi
di conosciute membra
qual diabolico sollievo
alla mia umanità.

Respiro
un piacere fragile
una pace sterile palliativo
dell'utopico sogno
che mi regali familiarità.
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Re: Tormento.
« Risposta #2 il: Giugno 04, 2011, 06:46:16 »
ti dirò.... anch'io son sempre alla ricerca della perfezione e ne convengo., ma la finalità era sottolineare proprio che tutto ciò sia un palliativo. accorpando la parola a favore del verso, le parole perdono intendità ed efficacia. non ti pare?
Non ti ho amato per noia, o per solitudine, o per capriccio. Ti ho amato perché il desiderio di te era più forte di qualsiasi felicità. E lo sapevo che poi la vita non è abbastanza grande per tenere insieme tutto quello che riesce ad immaginarsi il desiderio. (Baricco - Oceano Mare)

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Re: Tormento.
« Risposta #3 il: Giugno 04, 2011, 11:38:11 »
a mio modesto parere, le parole valgono per quel che sono, non per la loro posizione: "palliativo" si fa comunque notare, anche se non sta da solo su un verso; tuttavia è l'autore a poter dire l'ultima parola e se preferisci sacrificare la simmetria e la perfezione quantitativa delle strofe, a questa preferenza tutti si devono inchinare
Ezio
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