Autore Topic: Aramis e d'Artagnan  (Letto 271 volte)

Doxa

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Aramis e d'Artagnan
« il: Marzo 14, 2022, 18:00:22 »
Dal romanzo “I tre moschettieri”, scritto dal francese Alexandre Dumas (padre). 

il moschettiere Aramis dice a d’Artagnan: “La vita è piena d'umiliazioni e di dolori, tutti i fili che la legano alla felicità si rompono in mano all'uomo uno dopo l'altro, soprattutto i fili d'oro.

Caro d’Artagnan, continua Aramis dando alla sua voce un tono di amarezza, cercate di nascondere bene le vostre ferite quando ne avrete. Il silenzio è l'ultima gioia degli infelici; fate attenzione a non mettere nessuno sulle tracce dei vostri dolori: i curiosi bevono le nostre lacrime come le mosche succhiano il sangue d'un daino ferito"
(capitolo XXVI). 

Suggestiva è l’immagine iniziale della vita considerata come un tessuto in cui ai fili d’oro s’intrecciano anche i fili neri. Infatti, secondo il  teologo francese Henri de Lubac: “la sofferenza è il filo  con cui la stoffa della gioia è intessuta”.

Della sofferenza siamo tutti testimoni, come vittime o come artefici.

Alcuni, che si ritengono amici, ascoltano le disgrazie altrui con la segreta soddisfazione di non esserne colpiti. E le parole di conforto che esprimono hanno “il timbro” dell’ipocrisia, il loro ascolto è soltanto curiosità e la solitudine del sofferente è più amara.