Per rimanere nel tema della prostituzione...
Nella genealogia di Gesù, che l’evangelista Matteo premette al suo vangelo, ci sono anche quattro donne, di cui tre “non raccomandabili”: Tamar e Raab sono presunte prostitute (1, 3 – 5); Betsabea, moglie di Urìa, della quale si innamorò re Davide, fu la causa dell’assassinio di suo marito. Rut, invece, fu un modello di donna esemplare.
Tamar, personaggio biblico, sposa di Er. La storia di questa donna è raccontata nel capitolo 38 del libro della Genesi.
Tamar, dopo la morte di Er, secondo l'obbligo della legge ebraica del levirato, sposò il fratello del marito, Onan. Per la legge del Levirato il primo figlio che sarebbe nato dalla nuova unione non sarebbe stato considerato di Onan ma del fratello Er. Onan, non intendendo dare posterità al fratello, ricorse al metodo anticoncezionale del coitus interruptus.
Essendo le pratiche anticoncezionali considerate peccaminose, JHWH punì Onan facendolo morire.
Secondo la legge del levirato, Giuda, suocero di Tamar, avrebbe dovuto dare come marito alla donna il suo terzo figlio, Sela, che però all'epoca era troppo giovane: la donna venne quindi rimandata dai genitori con la promessa che quando Sela fosse cresciuto l'avrebbe sposata. Ma Giuda, temendo che la causa della morte di Er e Onan fosse Tamar e non volendo che anche Sela perisse, finse di dimenticarsi della nuora.
Tamar escogitò allora uno stratagemma: si travestì da prostituta e senza essere riconosciuta (si era velata il volto) sedusse Giuda. Per unirsi a lei, Giuda promise a Tamar un capretto del suo gregge e le lasciò in pegno il suo sigillo, il cordone e il bastone.
Quando Giuda venne informato che sua nuora si era prostituita ed era rimasta incinta, la condannò al rogo: ma la donna inviò al suocero gli oggetti che le aveva lasciato e gli mandò a dire che l'uomo con cui si era prostituita era il proprietario di quelle cose. Giuda riconobbe il suo sigillo e gli altri oggetti e riconobbe il suo peccato, cioè di non aver dato in marito a Tamar Sela, il suo terzo figlio.
Tamar partorì i gemelli Perez e Zerach.
Raab (in ebraico Rahad, che significa grande).
Lo scrittore e storico Giuseppe Flavio (37 circa – 100 circa), di origine ebraica, autore delle “Antichità giudaiche”, afferma che Raab era una locandiera ma non prostituta. Però nell'antichità numerose locande venivano anche usate come bordelli. Comunque il biasimo morale avvolgeva entrambe le professioni. Perciò anche se Raab non avesse esercitato la prostituzione, il solo fatto che lei o la sua famiglia avessero una locanda basta a spiegare come mai sia nel testo ebraico sia nella traduzione greca dei LXX Raab sia stata designata con vocaboli molto espliciti. Il termine ebraico zonàh implica sempre una relazione illecita, sia in campo sessuale che in senso figurativo in campo spirituale.
Raab era una locandiera della città cananea di Gerico. Sarebbe vissuta nel XV secolo avanti Cristo. Rischiò la sua vita e quella della sua famiglia dando ospitalità a due spie israelite, assistendole fino alla loro fuga. Erano state mandate da Giosué per esaminare la possibilità di conquistare la città di Gerico ed entrare più facilmente nella “Terra promessa”.
Successivamente Raab, secondo il Vangelo di Matteo, sposò Salomone, diventando antenata di Davide.
Paolo di Tarso cita Raab nella Lettera agli Ebrei (del 61 circa d. C.). Al capitolo 11 versetto 31, è citata come esempio di fede.
Betsabea: (in ebraico bath sheba’) questo nome significa "settima figlia", fu moglie di Urìa l’Ittita, successivamente sposò il re Davide, da cui ebbe due figli, il secondo dei quali fu Salomone. Nel Vecchio Testamento siparla di lei nel Secondo libro di Samuele e nel Primo libro dei Re.
Si narra che un giorno il re Davide, passeggiando sulla terrazza del suo palazzo, vede Betsabea fare il bagno. Anche se sa che lei è la moglie di Urìa, uno dei suoi soldati impegnato in guerra, la fa portare nel palazzo reale e la mette incinta. Davide richiama Uria dalla guerra affinché egli dorma con la propria moglie, ma il soldato si rifiuta di dormire a casa propria e giacere con la donna mentre i suoi uomini patiscono in guerra. Il piano di Davide di far credere che sia Uria il padre del bambino fallisce. Perciò il re comanda al suo generale Joab di sferrare un attacco e ordina di mettere Uria in prima fila. Uria muore durante l'attacco e Davide è libero di prendere in moglie Betsabea.
A questo punto interviene il profeta Natan, inviato da Dio, che rimprovera Davide per aver causato la morte di Uria. Davide si pente del male fatto, chiede e ottiene perdono da Dio,anche se il figlio nato da Betsabea, come castigo, muore dopo pochi giorni. Dopo questo figlio, morto prematuramente, Davide e Betsabea hanno un secondo figlio, Salomone, che diventa il prediletto di David e gli succederà sul trono.
Rut. La storia di questa donna è narrata nel libro di Rut, contenuto nella Bibbia ebraica (Tanakh) e cristiana.
Il libro di Rut fu scritto in ebraico da autori ignoti tra il V e il II sec. a. C. e descrive la storia ambientata nella Giudea nell’XI sec. a. C..
La moabita Rut, non ebrea, sposò un ebreo ma rimase presto vedova. Immigrò in Israele dove incontrò Booz, un parente dell’ex marito, disposto a sposarla. Secondo la legge di Mosè, se un uomo moriva senza eredi, il parente più prossimo poteva sposare la vedova per dare un erede al defunto.
Dal loro matrimonio nacque Obed, il nonno del re Davide.
Nell’ultimo capitolo del racconto viene chiarita la genealogia di Davide, Rut fu la sua bisnonna: è evidente che Dio permise l’unione di Rut, non ebrea, con un ebreo, per formare una famiglia speciale, dalla quale sarebbe nato Gesù, il Messia.