Autore Topic: conforto  (Letto 625 volte)

Doxa

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conforto
« il: Agosto 25, 2019, 18:13:55 »
“Conforto”, presenza discreta che sfiora il silenzio.

Il lemma“confòrto” deriva dal verbo “confortare” è composto da “con” + un derivato di “fortis” (forte), significa rendere forte, vigoroso.
 
Il conforto è la vicinanza che sostiene e rafforza qualcuno perché non soccomba alla sofferenza e non ceda ai compromessi.

Il conforto non si riduce a qualche parola volatile senza guardare l’altro/a negli occhi e senza ascoltarlo.

Il conforto dato agli altri è presenza ! Mai invadente e sempre rispettosa.

Il “Dialogo del conforto nelle tribolazioni”, scritto da Tommaso Moro durante la prigionia nella Torre di Londra, prima di venire giustiziato il 6 luglio 1535, è considerato uno dei capolavori di meditazione spirituale.

Zio e nipote, questi i protagonisti del dialogo, si interrogano e approfondiscono il senso della sofferenza, che coinvolge ogni individuo in vari modi ed intensità, e del modo in cui poterla meglio affrontare.

Tommaso Moro fu cancelliere di Enrico VIII ed oppositore della politica religiosa di quel sovrano.   

Chi conforta si merita le parole che Paolo di Tarso (o chi per lui) scrisse nella seconda lettera a Timòteo, che è è una delle lettere pastorali incluse nel Nuovo Testamento. L'autore di questa lettera  si identifica con il tarsita ma la maggioranza degli studiosi ritiene pseudoepigrafa, cioè scritta da un altro autore, in un'epoca successiva all'apostolo.

In questa lettera "Paolo di Tarso" si rivolge anche al suo amico e discepolo Onesiforo, al quale dice: “Il Signore conceda misericordia alla famiglia di Onesìforo,  perché egli mi ha più volte confortato e non si è vergognato delle mie catene; anzi, venuto a Roma, mi ha cercato con premura, finché non mi ha trovato. Gli conceda il Signore di trovare misericordia presso Dio in quel giorno. E quanti servizi egli abbia reso a Èfeso, tu lo sai meglio di me” (2 Tim 1, 16 – 18).