Autore Topic: Summertime  (Letto 520 volte)

Doxa

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Summertime
« il: Agosto 26, 2019, 19:38:36 »
Summertime



“L'estate sta finendo / e un anno se ne va…” cantavano i Righeira.

L’altra sera al mare in uno stabilimento balneare hanno proiettato una copia restaurata  del film “Sapore di mare”. Eravamo un centinaio di persone sulle sedie a sdraio. Si vedevano le stelle, c’era un po’ di vento e la risacca. Mi sono emozionato nel rivedere quel film. . Sono rimasto fino alla scena in cui Virna Lisi balla con il figlio e lui le chiede: “Mamma com’era ai tempi vostri ?”. Lei gli risponde: “Mi pare di ricordare che ci batteva forte il cuore”.
 
Tempo d’estate: le infatuazioni, gli innamoramenti, la scoperta dell’amore, le amicizie, l’indipendenza dai genitori, il dolore del tradimento, il primo bacio, la felicità, la sconfitta.

Un altro bel film, capolavoro dell’estate e che mi ha lasciato un buon ricordo è “Il sorpasso”, diretto dal regista Dino Risi: due giorni, due amici, l’automobile, la strada il mare, il senso della vita. Con l’incidente automobilistico finale che in un istante cambia il destino dei due attori protagonisti, Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant, transitati dalla solitudine del Ferragosto in una Roma deserta, fino alla spiaggia, dove c’è Catherine Spaak che balla il twist con la canzone “Guarda come dondolo” cantata da Edoardo Vianello, nel 1962. Fu una delle summer songs di successo in Italia, “figlie” dell’ottimismo nato con il miracolo italiano e le prime vacanze di massa.

Titoli come "Abbronzatissima" e "Pinne, fucile ed occhiali" (Edoardo Vianello), "Legata a un granello di sabbia" (Nico Fidenco), "Stessa spiaggia, stesso mare" (Mina), "Sapore di sale" (Gino Paoli), “Una rotonda sul mare”, cantata da Fred Bongusto e Peppino di Capri. Sono canzoni ancora oggi ascoltate e definiscono un’epoca e un immaginario.

Era l’Italia  post “miracolo economico” e delle contraddizioni. Un’Italia più semplice ma dinamica, accomunata dalla voglia di benessere dopo gli anni della  seconda guerra mondiale.
« Ultima modifica: Agosto 26, 2019, 19:45:08 da dottorstranamore »

Doxa

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Re:Summertime
« Risposta #1 il: Agosto 29, 2019, 21:49:53 »
La mia reminiscenza nel precedente post  mi fa pensare alla nota locuzione latina del poeta Orazio: “laudator temporis acti se puero” (“Ars poetica, 173) che significa: “lodatore del tempo passato quando egli era fanciullo”.

Orazio scrisse la frase con riferimento alle persone anziane che pensano con nostalgia gli anni passati e vi tornano volentieri con la memoria. Ma ci sono anche anziani che pensano al loro passato con acrimonia, con violenza verbale, con astio.

La senescenza induce al pessimismo, al declinismo, allo stavamo meglio quando stavamo peggio ?

Il pessimismo per alimentarsi ha bisogno di argomenti, analisi, proiezioni, di un’occhiata al metaforico retrovisore per dare significato a quel che è stato, giustificare un percorso, una speranza sfiorita.

Il declinismo pur avendo a che fare con la nostalgia e la presbiopia, non è un caratteristico sintomo della senescenza, perché può “colpire” anche persone della cosiddetta “mezza età”, induce a fare il bilancio della propria vita trascorsa, a credere che “l’età dell’oro” è finita.

Io di solito vivo pensando al presente, ho attimi di nostalgia, rimpianto, ma  non sono un laudatore adorante del passato, non mi unisco al coro dei malinconici laudatores.