Il “ghostwriter” è lo scrittore fantasma.
René Magritte. “L’uomo invisibile”
Ci sono numerosi scrittori che elaborano testi per conto di autori più famosi o per politici.
Il loro oscuro lavoro viene retribuito, poco, e pubblicato col nome di altri.
Nell’ambito dell’editoria anziché l’anonimato c’è chi usa lo pseudonimo, se il libro ha successo agisce da moltiplicatore della curiosità. Un esempio ? il caso di Elsa Ferrante. Uno pseudonimo così ben protetto e gestito che, dall’uscita del primo romanzo, “L’amore molesto” nel 1992, ha costruito nel tempo un alone di mistero che cresceva titolo dopo titolo, fino alla fortunata serie iniziata con “L’amica geniale”.
Non potendo attribuire un volto alla scrittrice ? / scrittore ? ha ampliato la dimensione del successo dei suoi romanzi.
Tornando all’anonimato, nel periodo dell’Illuminismo era diffusa la decisione di far stampare i propri elaborati con lo pseudonimo o senza il nome dell’autore e spesso dello stampatore. Erano diverse le motivazioni: la prudenza per timore della censura, la preoccupazione di pubblicare un elaborato indegno del proprio status, la paura delle critiche, ecc..
Parecchi si trinceravano dietro il testo anonimo pur di diffondere idee controcorrente. Molti erano i religiosi, sia per attaccare i poteri costituiti sia per denunciare le nefandezze interne alla Chiesa e agli Ordini religiosi
Nel ‘700 alla censura ecclesiastica si aggiunse anche quella laica per la difesa della monarchia e della nobiltà.
Gli scrittori non avevano l’esigenza del diritto d’autore, salvo rari casi, come Carlo Goldoni, che per difendere la proprietà letteraria delle sue commedie intentò una causa al suo editore – stampatore.
“L’autore assente” poteva permettersi di diffondere idee proibite ma non riusciva a controllare le contraffazioni e le stampe pirata. Accadde anche all’abate e poeta Giuseppe Parini, autore del poemetto “Il giorno” in cui non risparmia la satira verso la nobiltà che ha avuto modo di frequentare.
Quando sono a Milano spesso passo in piazza Cordusio, dove c’è il monumento all’abate Parini: il piedistallo in marmo sorregge la statua in bronzo. Il poeta è raffigurato nell’atto di camminare, con il volto assorto, sul braccio sinistro sorregge il lembo dell’ampio mantello.