Scrivo oggi, perchè oggi ho tempoSono andata per 4 anni a leggere libri in un ospizio.
Salto le considerazioni sulla finaccia che si fa, ma racconterò di alcuni personaggi.Il primo, che chiamerò ORTENSIO, era sulla sedia a rotelle, durante la presentazione di rito si dichiarò ex contadino. Non alto, capelli ovviamente bianchi, occhi furbi, una bella voce.
Iniziò a dire che abitava vicino al Castello di Barbarossa, il che pareva già cosa curiosa, mai saputo che qui vicino ci fosse ul castello simile.Poi raccontò che amava i gatti,. Quanti gatti avevi Ortensio? 44 gatti. Al che viene in mente in fila per due...La storia andò avanti fino a che si scoprì che il vicino di casa li aveva ammazzati. Tutti. E lui litigò col vicino. Ma dove stavano questi 44 gatti? in giro, ovviamente.
Ora io di gatti ne ho 4 e costano un visibilio. I suoi invece no, mangiavano cosa trovavano. Boh forse bacche, formiche, margherite. Insomma e poi, Ortensio cosa è accaduto? Li ho seppelliti tutti. Mi venne in mente una trincea. Ortensio aveva una voce bellissima, tipo quella di Baricco, usava inflessioni, tempi di pausa perfetti, un vero affabulatore.Poi continuò divagando sulla sua vita privata. Aveva avuto una ragazza, che presentò un giorno ai suoi genitori, che non l'accettarono. Allora lui la lasciò.Secoli dopo, ormai in vecchiaia, era fermo a un semaforo, gli si avvicinò un ragazzo e gli disse. " tu sei mio padre" " IO? ma se non sono mai stato sposato. "" ti ricordi quella ragazza..." insomma pare che questo ragazzo fosse figlio della ex fidanzata. La cosa strana è che non avendolo mai visto, come avesse fatto a riconoscerlo...ma lui il problema non se lo pose.
Andò a casa della ex eccetra eccetra...Alla fine ci raccontò che la donna si era poi suicidata. Perchè e percome Ortensio non lo disse.Ma
il figlio che fine ha fatto, lo vedi ancora? nooo, rispose, si è suicidato anche lui.Dall'altra parte della stanza l'infermiera si sbracciava come allo stadio e rideva.Ci disse che non era vero niente, tutte storie inventate.Però, diobonino, le aveva sapute raccontare benissimo.Gli incontri presso l'ospizio si svolgevano così: sedie tutte in circolo, ognuno raccontava qualcosa di sè, per creare un legame tra tutti.
Ogni tanto leggendo una pagina si cercava di gettare l'esca su un argomento e fare parlare gli ospiti. Ricordo che si parlò di abiti da sposa e si chiese come fosse stato il loro. Tutte le donne raccontarono abiti bianchi da favola. Pensando che di media avevanp 90 anni, quindi circa anni 1920, tutti quei soldi che girassero tra sartine, contadine, piccole bottegaie, pare inverosimile, ma i loro occhi brillavano. Piccole bugie che le rendevano felici.
Mi sono sentita miserella quando ho dovuto contribuire parlando del mio vestito. Non Bianco come il loro, ma di seta bianca a righe gialle e pallini rossi. Credo che abbiano pensato che ero ubriaca quando l'ho comprato. A volte lo penso anche io.