Autore Topic: Fedeltà !  (Letto 460 volte)

Doxa

  • Muhuhuhu
  • *
  • Post: 2734
  • Karma: +38/-15
    • Mostra profilo
Fedeltà !
« il: Aprile 11, 2019, 23:12:21 »
Fedeltà !

Resistere ad una tentazione significa essere fedeli oppure tradire la nostra indole ?

L’individuo a volte può essere in conflitto tra il rimanere fedele al/la partner o preferire una relazione satellite.

binomio fedeltà/infedeltà.

La fedeltà è un valore che motiva a scegliere.  Si, ma la “carne è debole”, e l’ambito sessuale (anche se rimane latente  nel rapporto tra uomo e donna, pur nell’ambito dell’amicizia) è sempre presente nella mente, perché collegato al piacere.

E a proposito della “debolezza della carne”, dal  Vangelo di Matteo (26, 40 – 41) sappiamo che nell’orto del Getsemani Gesù “tornò dai discepoli(Pietro, Giacomo e Giovanni) e li trovò che dormivano E disse a Pietro: ‘Così non siete stati capaci di vegliare un'ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole’. E Gesù essendo Dio conosce la natura umana.

Dio ci ha donato l’energia libidica, il desiderio sessuale, allora perché va frenato, "mortificato" ?  L’istinto motiva a cercare ciò che sarebbe necessario.

Nel biblico libro dell’Esodo  ci sono i precetti “Non commettere adulterio” (Es 20, 14) e  "Non desiderare la moglie del tuo prossimo"(Es. 20,17). Ma se la moglie del mio prossimo è insoddisfatta del ménage anche sentimentale col marito perché deve evitare almeno la cosiddetta “scappatella” ?

Il tradimento è effervescente ricerca di felicità, proiezioni, fantasie, ossessione. Il matrimonio va consumato. L’adulterio delibato.

Ma ancora l’evangelista Matteo  interviene per  colpevolizzare: con riferimento al passo nel biblico libro dell’Esodo (20, 17) dice: "Avete inteso che fu detto: "Non commettere adulterio"; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore" (Mt 5,27-28).  Si è spesso ironizzato su questa frase matteiana  del “Discorso della Montagna”.

Il verbo “desiderare”, in greco epithyméin,  rimanda al comandamento del Decalogo: “Non desidererai la moglie del tuo prossimo”. Questo precetto non va considerato in senso letterale, fondamentalista; non colpevolizza la fugace emozione suscitata da una persona attraente,  ma condanna  la volontà dell’individuo  che progetta  di conquistare la donna (o l’uomo) oggetto del desiderio sessuale e la costante concupiscenza.

Si  pensi al celebre racconto noto come “Susanna e i vecchioni” nel capitolo 13 del biblico Libro di Daniele: la casta Susanna, mentre si fa il bagno, viene sorpresa nella sua nudità da due anziani che frequentano la casa perché amici del marito. I due  la minacciano: o acconsente di soddisfare il loro desiderio sessuale  o diranno al marito di averla sorpresa con un giovane amante. Susanna accetta l'umiliazione di una ingiusta accusa; Daniele riesce a far emergere la verità e la menzogna dei due anziani. Il racconto ha ovviamente intenti moralistici.


Artemisia Gentileschi: “Susanna e i vecchioni”, 1610; collezione privata.

Gesù ammonisce che si può compiere adulterio anche senza giungere a commetterlo realmente, ma solo attuandolo con una programmazione coerente e cosciente di tradimento. Ma gli ammonimenti gesuani, pur giusti, vengono ignorati.

"Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste", scrisse Paolo di Tarso nella lettera ai Galati (5,16-17).

Per lo scrittore Luciano De Crescenzo “il tradimento non è peccato se rimane un fatto privato e non causa sofferenza. Peccato lo diventa quando genera dolore. Se una persona tradisce e non si fa scoprire, non fa del male ad altri. Non c’entra la morale, l’unica possibile è collegata alla sofferenza che si provoca al/la partner. Ci sono delle regole che vanno rispettate quando si decide di tradire: mai con una persona che frequenta lo stesso ambiente familiare: la vicina di casa, la cameriera, in quanto sono alte le possibilità di essere scoperti”.