Destino, predestinazione o fato ?
Per scegliere il sostantivo che corrisponde alla propria opinione, religione o ideologia è necessario meditare sull’etimologia dei tre citati lemmi.
Il sostantivo destino deriva dal verbo latino “destinare”: questo, presuppone un atto di volontà, un fine determinato. Da parte di chi ? E’ forse causato dal libero arbitrio soggettivo o da una volontà divina, in chi crede agli dei ?
Destino: questa parola deriva dal lemma greco antico “istemi” (= sto, sto fermo). Nel contemporaneo significato la parola “destino” allude ad un insieme di eventi che accadono ad un individuo, con conseguenza finale. Dunque destino inteso come agente che determina il futuro di una persona. In questo senso la nozione di “destino” era dibattuta dai filosofi stoici, che credevano nell’esistenza di un ordine naturale prefissato nell’universo dal Logos.
Dal verbo destinare deriva anche il sostantivo “destinazione” (dal latino “destinationis”), inteso anche come luogo di arrivo nel viaggio della vita delle persone, o luogo cui è indirizzato qualcosa.
Predestinazione: Col vocabolo “destinazione” fu formata la parola composta “predestinazione”, e questa a noi è giunta dal tardo latino “praedestinationem”), usata col significato di “destino già stabilito in precedenza”.
Nel Nuovo Testamento il termine “predestinazione” è usato per indicare la decisione con cui Dio destina una parte dell’umanità alla “salvezza” (ma di quale salvezza si tratti ancora non l’ho capito).
Fato: questo vocabolo deriva dal latino fatum.
Nell'antica Grecia il Fato era una misteriosa, divina entità soprannaturale, alla quale nulla poteva resistere quando interveniva per modificare il corso degli eventi, di una guerra o della vita degli individui. La sua decisione era irrevocabile.
Nella mitologia greca l’ineluttabile Fato era personificato dalle tre Moire, assimilate alle Parche della mitologia romana e alle Norne della mitologia norrena.
Nella Teogonia di Esiodo compaiono due volte: come figlie della Notte e come figlie di Zeus e Temi.
La loro mansione era quella di tessere il filo del fato di ogni individuo, svolgerlo ed infine reciderlo segnandone la morte.
Il plurale di fatum è “fata” e con questo lemma indichiamo le fate delle favole, ma in origine considerate dee del destino. Nel sesto libro dell’Eneide la Sibilla rivolgendosi a Palinuro attribuisce i fata agli dei.
Il fato differisce sia dal destino che riguarda le sorti umane e al quale si concede di essere modificabile, sia dal concetto di determinismo: concezione filosofica secondo la quale ogni fenomeno o evento del presente è necessariamente determinato da un fenomeno o evento accaduto nel passato. Il determinismo riconduce tutto alla catena delle relazioni causa-effetto. Ciò non vuol dire che si sia in grado di pre-determinare gli eventi.