Ho la fortuna di avere tra le mani e leggere, questa pubblicazione degli anni della guerra, ringraziando uno dei più esperti storici e conoscitori (nonostante la giovane età) della famiglia Mussolini, il mio collega di lavoro, amico e piacevolissimo interlocutore Massimo G. . Estratto dalla sua cassaforte, dato a me in fiducia, essendo appassionato di aeronautica, visto che è un libro unico, raro, pochissime copie oramai in circolazione, valore incalcolabile. L'autore ha fatto parte della storia italiana, sebbene in senso negativo. Parla al figlio Bruno, deceduto in un disastro aereo, da collaudatore della Piaggio, sul P108. Un figlio, attratto come il padre, dal volo. Un' immagine di Benito lontana dall'essere un Duce, lontana dai fasti, lontana dall'essere indistruttibile, granitico, fermo. Qui, non voglio tirare in ballo la politica, solo un padre che ha perso un figlio a cui era affezionato. Scorrendolo a piccoli sorsi, non è semplice da capire tra le righe, non posso che dire, bello.