2020 - XLIX ERA UNTI Anno
Sotto il governo di Unto III.
È l’anno 2060: il Paese gode di un periodo di stabilità politica e crescita economica mai conosciuti per così lungo tempo. Anche molti problemi sociali sono stati avviati a soluzione: l’immigrazione clandestina di massa è ormai un ricordo lontano e sepolto solo nella memoria di pochissimi e vecchissimi sopravvissuti, e non esistono più carceri, né manicomi, tutti smantellati già da molto tempo e mai più riaperti nonostante la strenua opposizione da larghi strati di benpensanti.
Come è potuto accadere tutto questo in così poco tempo ed in un Paese ritenuto incorreggibile?
Quando nel 2020, Sil B Un assunse il potere assoluto, all’età di oltre ottant’ anni, la situazione era grave: l’immigrazione era fuori controllo; il movimento mafioso era ancora considerato attività criminale, e tanti ancora coltivavano sogni di solidarietà e socialismo fino al punto che alcuni addirittura osavano ancora nominarsi comunisti, e molti altri, inconsciamente influenzati dai millenari insegnamenti gesuitici, arrivavano a solidarizzare con miserabili vagabondi e delinquenti coltivando sogni di solidarietà ad oltranza fino a opporsi ancora con accanitamente alla pena di morte.
Il lavoro da fare era tanto e occorreva stabilità politica, oltre che saper attingere con fiducia ai progressi della scienza che aveva già fatto progressi tali da prospettare concrete e valide soluzioni.
Sil B Un, infatti, quando prese il potere, aveva già bello e pronto il suo clone: era riuscito a farselo fare clandestinamente grazie alle sue illimitate possibilità finanziarie, e da subito fece approvare la legge che permetteva alla stirpe Un di farsi clonare.
All’età di novant’anni Sil B Un si ritirò dalla vita politica attiva e fu sostituito senza traumi dal suo clone trentacinquenne, Sil B Un Du, grazie ad una legge che assicurava la guida politica del Paese alla stirpe dei cloni.
I cloni Un avrebbero governato fino al raggiungimento dell’età di sessantacinque anni e sarebbero stati sostituiti dal clone trentacinquenne.
La prima geniale intuizione di Sil B Un fu che criminalità ed immigrazione erano un tutt’uno, e pertanto risolvere il problema dell’immigrazione clandestina equivaleva a risolvere il problema criminalità.
I confini furono blindati elettronicamente: nemmeno un moscerino avrebbe potuto passare la barriera senza l’intreccio complesso di password incrociate E chi avesse tentato di forzarli, i confini, vi sarebbe rimasto disintegrato da un raggio mortale partito da un satellite.
Ogni anno veniva stabilito il fabbisogno di manodopera ed una commissione si recava nei paesi fornitori (Paesi ridotti a fogne a cielo aperto) e selezionava gli individui ancora sani da importare: a tutti veniva fornito un tetto (un po’ fuori mano, in verità), ma con servizi di trasporto gestiti da caporali, e cibo sufficiente; salario minimo per i bisogni essenziali che, bontà loro, erano considerati garantiti.
La mafia non fu – giustamente - più considerata attività criminale ma una risorsa, e poté gestire liberamente ogni genere di traffici in un regime bancario plutocratico liberista, senza i lacci e laccioli di uno stato di diritto. In sovrappiù poi la mafia teneva sotto controllo la piaga della microcriminalità ben coadiuvata in questo compito dalla riammissione della pena di morte, anche privata sotto l’etichetta della legittima difesa.
Ogni ribellione, pur civile e pacifica, risultò da allora assolutamente intollerabile da parte di un popolo impasticcato di automobili e cancro, e cellulari... cervelli in malora… partite di calcio… luna park… carne e mucca pazza… sesso facile e AIDS… eccetera… eccetera… e fu così che le masse non ritennero più conveniente contestare o ribellarsi. Peraltro erano proibiti i sogni e le domande imbarazzanti, tipo:
“Che ci faccio qui?”
Le cliniche di normalizzazione avevano ormai del tutto sostituito le obsolete istituzioni di controllo e il disagio veniva trattato con tutti i più formidabili strumenti forniti dalla scienza medica: dalla psicoanalisi, all’uso della chimica e della genetica, fino a trattamenti neurochirurgici sofisticatissimi.
Chi resistesse ai trattamenti veniva considerato irrecuperabile criminale, e per questi c’era il lettino per una morte dolce con boia laureato in medicina ed altamente specializzato.
E così il popolo si è adagiato; ha imparato a strisciare. La posizione del verme, infatti, è quella più adeguata al leccare, e succhiare i succulenti umori.
Famiglie, scuola, televisione collaborano con successo al lavaggio del cervello e alla fine ogni sogno si placa, ogni domanda abortisce prima di affacciarsi alle labbra. Ci si gode il proprio piccolo mondo e quello che accade appena fuori della porta di casa non ci tocca; nemmeno se ne discute più.
Chi si ostinasse a camminare sulle proprie gambe finisce nella clinica della normalizzazione, magari anche per scelta volontaria… più spesso coatta.
Cosa debbo fare io ora che ne scrivo segretamente in termini critici?
Questa notte ho sognato il Pianeta senza l’uomo… era meraviglioso!
“Nulla di nascosto, si sa chi appartiene alcartello della droga, chi dirige la bande rivoluzionarie,ti siedi al ristorante, passa un gruppo di amici e ti presentano il tale come il boss del contrabbando d’armi, tutto bello, rasato e profumato, con quel tipo di camicia bianca inamidata che scende fuori dai calzoni, i camerieri lo riveriscono señor di qui e señor di là, e il Comandante della guardia Civil va a omaggiarlo. Sono paesi senza misteri, tutto avviene alla luce del sole, la polizia pretende di essere corrotta per regolamento, governo e malavita coincidono per dettato costituzionale, le banche campano sul riciclo del danaro sporco e guai se non porti altri soldi di dubbia provenienza, ti tolgono il permesso di soggiorno, si ammazzano ma solo l’uno con l’altro. In pace i turisti... I giornali raccontano balle, m,a tutti lo sanno e si divertono”.
(Da “Numero zero” di Umberto Eco)