Gesù di Nazaret fu considerato il Messia dai suoi seguaci. E lui si immedesimò nella parte fino a morire crocifisso ?
La domanda suppone Jesus soltanto uomo, un umano. Ma chi crede in Dio crede anche che egli sia Cristo, il Figlio di Dio, e Dio stesso, incarnato.
Però nel Libro della Genesi, Dio non afferma di avere un figlio. Durante l’epoca della Legge mosaica Jahvè non affermò di avere un figlio. Ciò è sufficiente per ipotizzare la sola esistenza di Dio, per chi crede in lui, senza il collegamento Padre-Figlio.
Allora perché il Nazareno affermò di essere il Figlio di Dio? O era Dio ? Per i credenti Gesù di Nazaret è manifestazione di Dio.
Nel Vangelo di Giovanni Filippo chiede a Gesù: “Signore, mostraci il Padre, e ci basta”.
Il Nazareno gli rispose dicendo: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse” (Gv 14, 9 – 11).
Jesus non disse che tra Lui e Dio esisteva un rapporto Padre-Figlio, ma solo: “Io sono nel Padre e il Padre è in Me”, “Io ed il Padre siamo uno” (Gv 10, 30).
Allora i miscredenti si domandano, se Gesù è Dio perché nelle sue orazioni prega Dio Padre?
Ai credenti la Chiesa dice che è un mistero di fede da accogliere senza porsi domande.
Il Nazareno negli anni precedenti la sua attività di predicatore si suppone che visse la sua “normale” umanità. Poi si deve presumere che lo Spirito Santo irruppe in lui e cominciò la sua missione itinerante per realizzare la volontà di Dio, che dovrebbe essere la sua volontà, anche se durante la Passione pregò dio Padre.
In altri post ho citato passi del Vangelo di “Giovanni”, ma è la trascrizione da parte di autori anonimi della testimonianza del “discepolo che Gesù amava”.
Oggi gli studiosi fanno spesso riferimento anche a un'antica scuola giovannea nella quale sarebbe maturata la redazione del vangelo e delle lettere attribuite a questo apostolo.
Lo storico e teologo cristiano Rudolf Bultmann nel suo libro titolato “History of the synoptic tradition” evidenzia, il carattere leggendario della rivelazione del traditore da parte di Gesù durante l'ultima cena (Giuda Iscariota), anche perché, dopo le preoccupate richieste dei discepoli su chi fosse il colpevole, nessuno dei presenti reagì a tale rivelazione.
Ed ancora dal Vangelo di Giovanni (1, 19 – 23):
“Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo (a Gesù): ‘Tu, chi sei?’. Egli confessò e non negò. Confessò: ‘Io non sono il Cristo’. Allora gli chiesero: ‘Chi sei, dunque? Sei tu Elia?’. ‘Non lo sono’, disse. ‘Sei tu il profeta?’. ‘No, rispose. Gli dissero allora: ‘Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?’. Rispose:
‘Io sono voce di uno che grida nel deserto:
Rendete diritta la via del Signore,
come disse il profeta Isaia’.”