Cos’è che non funziona in tutto questo vasto mondo, pensiamo d’andare avanti liberamente e invece ci ritroviamo ad essere soltanto burattini guidati da burattinai perversi, ed il teatro è diventato un luogo in bianco e nero, nessun tendaggio di broccato ormai si riconosce sul palco, e le pareti trasudano la stessa scena. Non c’è rimasto un teatro di storie e personaggi, di ambienti e di paesaggi, colori e forme diverse, spirito di libertà fendente. Tutto è uguale all’altro da sopra a sotto e pure di traverso, come fosse un compasso l’artefice di questo cerchio, all’apparenza perfetto.
La perfezione non è di questo mondo, è solo sterile illusione pensare d’averla in pugno omologando cose e persone, ci stanno tutti stretti dentro a questo cerchio, e se si guarda bene con una lente d’ingrandimento si scorgono solo divise e nessuno che ci sta dentro. Dov’è volato l’uomo, quello che un tempo era un’ artista, imprendibile, impalpabile, leggero come l’aria, e senza una definizione al seguito? Com’è che adesso si deve per forza farlo, proprio così, dire chi siamo, costruire il percorso, stabilire il contatto, dargli una competenza, riconoscergli un’abilità e una conoscenza? Non è ridicolo imbrigliarlo in questi assunti che tutto sanno tranne che di buoni cibi? Ci vedo giusto quando davanti scorgo solo volti imbalsamati e spenti resi imbiancati da discorsi vuoti?