È vero, succede molto spesso così, solo quando queste figure importanti della nostra vita non ci sono più ci rendiamo conto di quanto siamo stati aridi, superficiali, conflittuali e dunque reso meno profondo e gioioso il rapporto con loro. Nel vuoto che lasciano troviamo la tristezza, l'amarezza nel constatare ciò che poteva essere e non è stato, magari non esclusivamente a causa nostra, ma perché a volte le vicissitudini della vita ci conducono come automi ad assumere costantemente (magari entrambi) atteggiamenti sbagliati che in definitiva impediscono un rapporto felice.
La felicità nei rapporti con gli altri deve essere voluta e coltivata, anche quando il compito sembra difficile o inutile o al momento non interessante; è sbagliato pensare che debba essere scontata, necessariamente pronta e consumata al bisogno.