Autore Topic: Riflessione amara  (Letto 398 volte)

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Riflessione amara
« il: Novembre 03, 2016, 15:48:06 »
Cos’è la buona scuola?
Se penso che buona significa conforme al bene, che ha  voglia di fare, di qualità, di pregio e conservata bene, che rende, che conviene, che fa bene alla salute ed ha validità, a ogni modo giustamente, ch’è senza regole, risulta gradita e rallegra perfino, è ben disposta, promette bene, di sorte propizia, di esito positivo, di cosa semplice, allora di buono, la scuola non ha proprio niente.
Lontano è il tempo in cui la creatività caratterizzava il momento, pezzo di anima ispirata e propria, di una persona libera senza catene appresso. Era sola voglia di trasmettere un vissuto, trama di vita tessuta sui quaderni, a poco a poco, giorno dopo giorno come le ore nel cerchio dell’orologio.
Lontano è il tempo in cui giocando si trasmetteva il senso, poche parole e tutte di un unico effetto.
Oggi c’è tutto e niente, manca il conforme al bene, c’è solo un volto uguale e tutti che lo devono guardare. Da sopra a sotto, dal centro alla periferia è solo una trasmissione di dati virtuali, proiettati di continuo per ore ed ore su una lavagna che non è più nera e sporca di gesso e mani trasudate, ma è bianca, algida, ferma lì impalata a rimandarci l’immagine di cose e non più persone. Così s’è perso che cos’è il rapporto, la relazione tra umani, il rispetto, la stima e perfino il ricordo. Le persone non sono più tali, schedate insieme ai loro fogli per dimostrare al mondo quanto sono bravi, vivono pensando d’essere reali, e in verità parlano con i loro cellulari, seduti accanto gli uni agli altri non si conoscono affatto, ed il profilo è solo riempito da uno stato squallido sul telefonino. Che gli adulti si preoccupino pure dei loro dati trascritti e poi riscritti, hanno bisogno anch’essi dei loro giochi perversi, e chi li sta a sentire se poi sono sbattuti da un luogo all’altro fuori dalle loro case, lontani dai loro figli, hanno voluto lavorare? Che dimostrino pure di saperlo fare, altrimenti nulla è garantito, devono pur sempre documentare, riempire pagine di competenze personali, e fare a gara a chi presenta più dati dentro una griglia predisposta uguale. E l’ironia sta nel far credere d’essere originali, quando non è rimasto altro che il proprio nome in basso, in calce ad una pagina.
E’ questo il territorio nazionale che si difende come fosse inestimabile? Vorrei piuttosto migrare dove l’identità è più sentita che dimostrata, dove alle parole si preferisce il fatto, quello quotidiano, quello più vero e di contatto. Dov’è la scuola, mi chiedo quando ci sto dentro, quando percorro ogni mattina quei corridoi imbiancati mentre ci si rincorre per far firmare circolari di questo e quello, di ciò che deve andare, di meriti e di pregi, di bonus e incentivi.
La scuola è diventata una grande politica, dove chi primo arriva si siede e la stravolge e guarda caso  rimane ad ammirare l’operato, come fosse il “creatore”. Che cosa importa se dentro ci stanno uomini e donne, in fondo è un lavoro come tanti, peccato che non rende a breve tempo e si è costretti ad investire lo stesso! Perciò forza e coraggio ad abbattere i tempi, mandiamo tutti al massacro e che si combattano tra loro, usciranno i forti e cadranno i perdenti. Diamo loro in pasto carte, in fondo vivono di questo, chiamiamoli “docenti” e si accontenteranno pensando d’essere vincenti. Diamo loro pensieri, produrranno elementi per aggrovigliare le menti e intanto si sentiranno i salvatori delle nuove genti!
Poveretti, poveri di spirito questi deficienti che ogni giorno si alzano qualunque sia la condizione del loro tempo, mettono i libri in cartella, sottobraccio il tablet a loro regalato perché sono stati tanto bravi, un saluto a distanza alla famiglia  perché sono anche stati trasferiti tanto sono competenti, e vanno incontro a quegli adolescenti peggio combinati, attorno ai quali ignari come cavie in un laboratorio, si sperimentano progetti per omologare le loro menti!     

Birik

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Re:Riflessione amara
« Risposta #1 il: Novembre 04, 2016, 07:54:20 »
Eh si, proprio così. La scuola serve a fondare le basi del futuro del Paese e dunque omologhiamo i giovani e avviamoli all'ignoranza.

Platino

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Re:Riflessione amara
« Risposta #2 il: Novembre 05, 2016, 13:17:23 »
Eh si, proprio così. La scuola serve a fondare le basi del futuro del Paese e dunque omologhiamo i giovani e avviamoli all'ignoranza.
Non solo all'ignoranza, a essere solo possibili clienti, in tutti i sensi o significati. Mi spaventa questo funerale annunciato sin dall'asilo infantile, dell'essere omologato altrimenti sei fuori, fuori da una società umana che sta lentamente collassando su se stessa, perdendo per prima l'anima. Inutile combattere mass media, maestri, professori o presunti altri educatori quando i nostri figli hanno già il seme sterile imposto dentro di se...