Autore Topic: Sandinista  (Letto 990 volte)

Birik

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Sandinista
« il: Maggio 04, 2016, 22:34:02 »
Sandinista!
La storia antica dei paesi latino-americani è simile un po’ per tutti. L’epoca delle grandi civiltà subisce un brutto colpo con l’avvento di Colombo e si forma una sorta di meticciato alle dipendenze di poteri occidentali.
Io però voglio parlare del Nicaragua, meraviglioso paese che mi vede percorrerlo in lungo e in largo.
 Più di recente all’inizio del ‘900, quando la Spagna aveva già perso il potere e lo schiavismo sconfitto da vari decenni, gli USA cercano di porre sotto il loro controllo il Nicaragua e di imporre la costruzione di un canale per unire Atlantico e Pacifico.
 Fino agli anni ’30  fu dunque occupato militarmente dall’esercito statunitense, costretto poi a ritirarsi grazie alla guerriglia organizzata dal generale Cesare Augusto Sandino che guiderà poi il paese insieme ad Anastasio Somoza Garcia. Sandino fu poi ucciso nel ’34 da membri della Guardia Nacional un corpo addestrato dagli USA per sostenere Somoza che aspirava ad avere il potere esclusivo; potere che ebbe fino al 1956 e che precedette una lunga dinastia di presidenti-dittatori durata fino al 1979 con l’ultimo suo omonimo. I sandinisti non abbandonarono mai la lotta contro gli USA e i soprusi dei Somoza, che nel frattempo si erano appropriati di tutta l’economia privata. Nel ’61 fondano il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN) di ispirazione marxista e sostenuto perfino da ampi strati della Chiesa Cattolica.   Nel 1979 il FSLN riesce a rovesciare l’ultimo dittatore dopo un anno di guerra civile scatenata dall’uccisione del direttore dell’unico quotidiano di opposizione. Subito si impegnarono in una serie di riforme atte a risollevare le sorti di un paese moribondo. Nel 1984 si aggiudicarono i due terzi dei seggi e Daniel Ortega assunse la presidenza.
 Il rischio di un’altra Cuba alle porte non piacque però agli Americani che riorganizzano la vecchia Guardia Nacional, rinominata CONTRAS (contrarrivolucionarios). I Contras, supervisionati dalla CIA, operavano azioni di controguerriglia su civili indifesi, scuole e ospedali, torturavano, violentavano. Si avvalsero di finanziamenti derivati dal traffico di cocaina e dal denaro della vendita di armi all’Iraq durante la guerra Iraq-Iran, mentre i Sandinisti ricevevano aiuti dall’Unione Sovietica. Lo scandalo Irangate che mise a dura prova il secondo mandato di Reagan trattava proprio di questi finanziamenti illeciti. A seguito della rivoluzione il FSLN perse i due terzi dei seggi in Parlamento e i conservatori riuscirono a governare fino al 2006 quando Daniel Ortega si guadagnò il suo secondo mandato.
Questa è in breve la storia di un paese che ha combattuto per la sua libertà e che ora naviga verso una seppur lieve crescita economica. E’ Manuel, la guida del Museo della Revolucion di Leon, che mi ha spinto all’approfondimento. Lui che a 17 anni decise di combattere, fucile alla mano, contro la dittatura e contro il gigante USA, lui che perse la parola dopo essere stato ferito, lui che con le lacrime agli occhi mi mostrava le foto dei massacri e, dal tetto del palazzo, le tecniche della guerriglia urbana.

C’è un’ultima cosa che merita una considerazione. La Chiesa locale, di fronte agli obbrobri della dittatura dei Somoza, approvava i Sandinisti e le loro rivendicazioni, al punto che nel primo governo democratico un sacerdote, Ernesto Cardenal Martinez, divenne ministro della cultura. Nel 1983 Papa Giovanni Paolo II lo invitò a dimettersi e, di fronte al suo rifiuto, lo sospese ad divinis.