Riflettendo su quest’epoca odierna di cupa barbarie anche mi porto con la memoria alle vive e tragiche vicende d’ogni altra epoca, specie a quella del secolo appena scorso.
La vita umana… la vita tout court… forse mai ha avuto un valore dirimente… ma ora? In certi momenti si ha la viva impressione che nessuna vita (compresa quella degli animali) su questo povero pianeta sia degna di rispetto.
Oh… e mi chiedo… mi chiedo se ci son mai stati i bei tempi dell’uomo sacro e intoccabile: l’uomo creato da Dio; un Dio che voleva il bene di tutte le sue creature.
A sua immagine e somiglianza questo Dio aveva creato l’uomo, quindi perfetto e buono… eppure Caino uccise Abele.
Come spiegarlo questo primo episodio dissacrante?
E insistiamo fino ad essere portati a pensare che anche Dio può uccidere, e pensiamo anche che in questo primo omicidio si possano ravvisare responsabilità del Dio, sempre più minuscolo.
Abele era un pastore e donò a Dio degli animali; Caino era un contadino e donò a Dio della frutta; tuttavia Dio apprezzò il dono di Abele, e disprezzò Caino e il suo dono:
“Non diede uno sguardo a Caino, né ai doni di lui” (Genesi 4,5).
E pensateci: quando un padre tratta un figlio con amore e l’altro con odio, non è forse normale che si scateni un conflitto, magari inconscio, tra fratelli? Un Dio screanzato! Nessun genitore, infatti, si sognerebbe di offendere un figlio da cui ha ricevuto un regalo. Un regalo!
Piaccia o non piaccia.
E così “Caino si accese di grande sdegno e portava il volto dimesso”(Genesi 4,5), ma aveva paura che, criticando il cosiddetto padre, potesse da questi essere folgorato, e allora sfogò la sua ira sul fratello.
Se (D)io si fosse comportato da amabile padre quel delitto non sarebbe avvenuto: (D)io è il vero Caino!, ed ebbe l’ardire di rivolgersi a Caino con queste parole :
“Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora tu sia maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti, e tu vagabonderai sulla terra. E sarai sempre ramingo e fuggiasco”.
Ma Caino protestò:
“Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo, ed io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque m’incontrerà mi potrà uccidere”.
Allora il dio non poté esimersi e, bontà sua, concesse:
“Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!”. E impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato.
Caino dignitosamente si allontanò dal Signore.
Pensate forse che un Dio dei cieli come questo potesse durare nei secoli dei secoli? Eppure durò continuando a commettere malefatte, finché, dai e dai, l’uomo ha cominciato a ucciderlo, e senza alcuna remora l’uomo ha continuato a uccidere i suoi simili senza sentire voci terribili di condanna: Caino potrà essere toccato, e su di lui si potrà esercitare la vendetta.
Ormai dovrebbe essere chiaro che non un Dio ha creato l’uomo, ma che piuttosto sia stato l’uomo a creare un Dio.
E così sarebbe il momento di trovare la strada per una nuova sacralità… laica questa… Ma chi riesce solo ad immaginarla?
Viviamo contraddizioni madornali, esorbitanti qualsiasi raziocinio; siamo sopraffatti da paure, e nel loro nome ci armiamo e ci farcciamo giustizia privata, sempre più cruenta: spariamo alla testa del ladro albanese e poi lo trasportiamo d’urgenza in ospedale e schiere di medici si affannano con ogni mezzo per salvargli la vita; l’orrore di fronte alle immagini dell’attacco alle torri ci fa sussultare… piangere silenziose lacrime; senza lacrime e commozione ho visto, durante la cena, le immagini dei bambini neri che muoiono di fame, coperti da mosche; masse di disperati vivere nel freddo e fango addossati al muro della vergogna dell’Europa colta e cristiana; e sono migliaia, milioni ormai, gli esseri umani che vengono squartati per guarirli dal cancro che l’uomo stesso procura; le industrie impregnano l’ambiente di tanta diossina che ormai Seveso sembra uno scherzo…
E dove sono le speranze?
Ogni idea di cambiamento diventa ideologia, ed ogni ideologia, qualsiasi siano i principi alla sua base, genera mostri.
Dio è morto... di morte lenta; ed è morta, e velocemente, anche la sacralità dell’uomo.
C’è ancora qualcuno, in questi nostri tempi, che riesca a prefigurarsela una nuova sacralità della vita umana: una sacralità laica?
Basta osservare la gran folla che si aduna sotto un balcone con cartelli e bandiere, per inneggiare all’eroe sparatore... questi sì, sono massa di benpensanti! E l’eroe si affaccia e saluta… soddisfatto?... alla faccia del finimondo.
Il sogno bizzarro del comunismo è stato trattato con rozzezza e brutalità, ed era solo un bambino fragile e prematuro da coccolare con tanta delicatezza, e forse sarebbe rimasto solo un sogno… ma anche una speranza.
E così siamo nudi anche di sogni, e ci viene il dubbio che in fondo sia l’uomo, con le sue velleità, le sue presunzioni, le sue imperfezioni... che sia l’uomo il MOSTRO.